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Italia out da Euro2024, Gravina: "Non scappo. Spalletti resta, non abbandoniamo un progetto pluriennale"

di Marco Corradi
per Linterista.it

Dopo l'eliminazione da Euro2024, per l'Italia e per la FIGC è il momento delle riflessioni. Nella conferenza stampa che è andata in scena, il presidente della FIGC Gabriele Gravina traccia un lungo bilancio della situazione, e annuncia che non si dimetterà e non andrà ad esonerare il ct Luciano Spalletti: "Ieri abbiamo vissuto una giornata particolare, con anti sentimenti e tante riflessioni. Prevale il dispiacere per non aver potuto dare tutti i tifosi quella gioia che meritavano e meritano. Siamo dispiaciuti per il risultato, che è soggetto a tantissime variabili e anche alla sconfitta. Quello che purtroppo rimane è la delusione per non aver potuto dimostrare a chi ci ha seguito tutto quello che è stato fatto in fase di preparazione dai ragazzi. Delusione per la prestazione e l'incapacità nell'esprimersi, ma soprattutto per non poter toccare con mano la nostra capacità di reazione che è tipica dell'italianità.

Non abbiamo saputo sopperire ai limiti con la reazione, soprattutto ieri. Una delusione che è condivisa da me, Spalletti, Buffon e dai ragazzi. Le responsabilità le abbiamo divise equamente, non abbamo nulla da nascondere. Dobbiamo continuare ad essere responsabili, appellandoci a un grande senso di responsabilità. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata col mister, credo che sia impensabile risolvere i problemi nei momenti di difficoltà abbandonando un progetto pluriennale dopo otto mesi di attività del tecnico e dei calciatori. C'è da cambiare qualcosa e da rivedere qualcosa nell'approccio, ci saranno delle riflessioni profonde. Ieri sera ci siamo confrontati in tal senso con Spalletti, dobbiamo crescere tutti e abbiamo solo un modo per poterlo fare: rialzarci con la forza del progetto, delle idee e col lavoro. I problemi li affronto col lavoro, non scappando o fuggendo di fronte alle responsabilità che riguardano me e non solo". 

Ha mai pensato alle dimissioni?

"Vanno distinte le responsabilità politiche da quelle tecniche, evitando di strumentalizzare. Mi appello al buonsenso e al senso di responsabilità, decidendo in base al momento andremmo a creare ancora più danni rispetto a ciò che è successo. Crediamo nel progetto e in Spalletti, che è centrale nei nostri piani. I selezionabili per la Nazionale sono poco di più di 100, lo sapevamo e questo impone delle riflessioni sul sistema calcistico italiano. Spalletti ha e deve avere la nostra fiducia, tra 60 giorni inizia un nuovo appuntamento e non sarebbe intelligente cambiare ora. Attuando atti differenti (l'esonero) non fiorirebbero i Mbappé e i Messi nel calcio italiano. Dobbiamo proseguire su questa strada, sperando che venga valorizzato il talento italiano dopo i grandi risultati delle nazionali giovanili. Sono tutte qualificate alla fase finale e, per la prima volta dopo 126 anni, abbiamo vinto l'Europeo Under-17. L'U19 è campione d'Europa, l'U20 è vicecampione del mondo, ma non abbiamo mai valorizzato questi giocatori perché non hanno presenze nel calcio professionistico. Non possiamo impattare sulle scelte societarie, anche se ci sono delle riflessioni in essere nel Consiglio Federale e nelle sue componenti".

L'hanno ferita le critiche personali subite dopo l'eliminazione?

"Le critiche feriscono tutti, ma bisogna avere la capacità di prenderne spunto per migliorare e poter crescere, soprattutto quelle costruttive vanno ascoltate e prese in considerazione. Quelle strumentali o senza senso, legate a richieste di dimissioni, francamente in questo momento di chiusura del mio mandato federale, le ho ignorate. Non esiste che qualcuno dall'esterno possa pretendere le dimissioni o governarci dall'esterno, vale per la politica e per tutti coloro che hanno parlato ieri chiedendo le dimissioni di Gravina e Spalletti. La scadenza è prevista per marzo 2025, poi ci saranno le elezioni che si faranno nella prima data utile. Non si potevano fare prima, le avrei fatte volentieri prima. Solo allora si potrà decidere la governance". 

Sembra essere un momento complicato nei rapporti esterni alla Federazione e col Governo. Ci sono margini per imporre l'utilizzo di italiani e Under-21?

"Ci sono leggi nazionali e internazionali che impediscono di imporre certe scelte legate all'utilizzo dei giovani. Si tratta di un fatto culturale che passa attraverso alcuni numeri: il 67% dei giocatori di Serie A sono stranieri, ci resta il 32-33%. Stiamo resistendo a tante critiche e a un atteggiamento culturale sfavorevole. Basti pensare che, in questo momento di crisi, la Serie B ha chiesto di poter tesserare un extracomunitario. Non si capisce che coltivare i vivai e lavorare coi giovani non è un costo, ma un investimento sul futuro del club. Possiamo imporre tutto ciò che vogliamo, ma ci sono troppe resistenze al nostro interno. In base alle norme attuali, non ho la possibilità e i margini per "imporre" l'utilizzo di più italiani. Posso solo limitarmi a suggerirne l'utilizzo. Contrasto tra FIGC e politica? Non esiste, c'è un confronto dialettico che ha gli stessi limiti e vincoli che stanno vivendo Premier, Liga e Ligue 1 coi rispettivi governi. Da un lato le norme e le specificità del mondo del calcio, dall'altro le norme dello stato". 

C'è la consapevolezza che non si potrà saltare un terzo Mondiale. 

"La nostra progettualità puntava al 2026. Possiamo avere delle aspettative, ma dobbiamo sapere che poi c'è la realtà. Dal 2018 la scelta della Federazione sulla parte dei giovani e dei vivai è stata quella di finanziare il più possibile tutta l'attività di base, portando a casa dei risultati enormi. Poi non c'è stata la valorizzazione di quel talento. Tra sessanta giorni iniziamo la Nations League, fondamentale per il ranking, e possiamo fare tutti i discorsi che volete, ma non possiamo pensare di essere vicini ai nostri obiettivi. Ieri ci siamo accorti che siamo tornati indietro, ma non si può pensare di annullare le buone prestazioni nelle qualificazioni con un colpo di spugna. Dovremo tirare fuori il meglio dalle capacità tecniche di questi ragazzi. L'obiettivo 2026 è reale, sarebbe un disastro inimmaginabile mancare i Mondiali per la terza volta. Vorrebbe dire che ancora una volta non siamo stati in grado di trovare una soluzione". 

Ha già pensato se ricandidarsi o meno?

"Prematuro parlarne, per ora non ho avuto ancora modo e tempo di pensarci. Percorso impegnativo, mi impedisce da mesi di tornare a casa. Rispondo ai delegati, al mondo del calcio e svolgo un ruolo di servizio. Ci sono sette componenti nel nostro calcio con cui dovrò confrontarmi prima di prendere la decisione, capendo se il percorso andrà continuato o interrotto". 

Cosa cambierà nel calcio italiano?

"Ieri sera abbiamo iniziato un confronto, individuando alcuni errori. la risposta immediata sarà di porre in essere alcuni atti che possano evitare in futuro di avere situazioni di questo genere. La prima mossa sarà individuare 5-6 tecnici d'esperienza che lavorano nei club di Serie A per istituire una sorta di organismo consuntivo all'interno del Club Italia, che consenta di trovare una quadra sulla valorizzazione dei giovani per impedire di depauperare quello che è un patrimonio italiano. ogni volta ricadiamo negli stessi problemi e nelle stesse situazioni". 

Dall'U15 all'U20 dominiamo, dove si inceppa tutto?

"Nella valorizzazione mancata di quei ragazzi, che hanno zero presenze. Abbiamo cercato anche di avviare il percorso delle seconde squadre e pensiamo al campionato Primavera come campionato di formazione. Le nostre Primavere spesso hanno il 100% di giocatori stranieri, nei campionati giovanili si sta cercando di ridurre l'età (l'U21 termina a 23 anni) e poi vediamo la Primavera che aumenta il limite d'età. Non vediamo convinzione nel perseguire il talento di valore e, purtroppo, la ricerca continua del risultato non consente di valorizzare e aspettare questi ragazzi. Cerchiamo in ogni modo di far capire la qualità di questi ragazzi, di un'U17 che ha dominato l'Europeo, eppure questi giovani a volte manco li vediamo nel campionato Primavera. Mi chiedo: perchè la Federazione dev'essere bloccata e non avere possibilità di incidere? Perché non si può agire sui campionati? Accetto le critiche, ma serve un percorso che individui le responsabilità in tutto il sistema e non solo in noi che siamo i rappresentanti formali e legali". 

Le sue parole sembrano denotare una delusione nei confronti della squadra...

"Ieri sera noi ci siamo confrontati e la delusione era di tutti. I ragazzi erano mortificati come lo siamo stati noi e i tifosi italiani. la delusione più grande è quella di non essere riusciti a manifestare in termini concreti i grandi sacrifici compiuti in questi giorni di lavoro. Sono stati lontani dalle famiglie per un mese, si sono impegnati e si sono resi conto in prima persona di quella che era la prestazione. Deluso dai ragazzi no, deluso dalla prestazione sì. Sfiderei chiunque a trovare soluzioni e nomi alternativi rispetto a quelli portati in questo Europeo. Nell'arco di due o sei mesi difficilmente verranno fuori enormi alternative che possano fare il salto di qualità: è mancata quella capacità di manifestate e sopperire attraverso il carattere alle carenze oggettive. Non voglio e non posso buttare via il lavoro che è stato fatto. I ragazzi hanno bisogno di essere tenuti in grande considerazione per tutto quello che hanno fatto"

Pensa che non si possano imporre le seconde squadre a tutti i club? E spingere sullo ius soli per allargare la base della Nazionale?

"Stiamo vivendo un momento di schizofrenia di proposte nel mondo del calcio. Riteniamo tutti fondamentali le seconde squadre, ma ogni componente vuole che ci siano solo in un torneo. Se poi si pensa di farle su scala nazionale, ti portano in tribunale. Fai una valutazione sui vivai e arriva la norma del Governo che abolisce il vincolo sportivo, che avrebbe svincolato molti giovani il 30 giugno. Per fortuna siamo intervenuti con una norma pubblicata ieri. Sta avvenendo una razzia senza precedenti nei settori giovanili. Lo ius soli? Dibattiamo tra CONI e Governo, ma non si trova una reale soluzione. Mentre facciamo tutto questo, un emendamento notturno di un deputato di Forza Italia rivendica l'autonomia di una componente (la Serie A) rispetto a tutto il resto del sistema. Questo è inaccettabile". 


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Martedì 2 Luglio 2024