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Il nipote di Meazza: "San Siro venga ristrutturato. Vi racconto mio nonno"

di Daniele Najjar
per Linterista.it
Federico De Luca 2023 @fdlcom
Federico De Luca 2023 @fdlcom

Intervenuto nel corso dell'evento "Il Foglio a San Siro", il nipote di Giuseppe Meazza, Federico, ha raccontato alcuni aneddoti relativi al nonno, cui è dedicata la casa di Inter e Milan.

"Sono venuto per la prima volta allo stadio con il nonno a metà anni '70" - spiega - ". Entrando negli spogliatoi ancora ricordo il ticchettio delle scarpe di Mazzola, feci una foto con lui e Facchetti. Capivo di avere una persona importante come nonno, perché tutta la tribuna gli tributava applausi. Il nonno aveva la brutta abitudine di andare via 15 minuti prima della fine delle partite, per il traffico. E pensate che Boniperti andava via a fine primo tempo. 

Giocava negli anni del regime fascista.

"E' stato molto bravo a tenere separate le due cose, per la politica era una cosa, il calcio era un'altra.  E' riuscito a non diventare un simbolo del regime, senza metterselo contro".

La data 2 marzo 1980 le dice qualcosa?

"Una data che ricordo con emozione. Il giorno in cui lo stadio è stato intitolato al nonno. Fui io a togliere il drappo che copriva la scritta che indicava che il popolo di Milano dedicava a lui l'impianto. C'erano tanti protagonisti dell'Inter. Poi l'Inter vinse il derby con gol di Oriali, aggiudicandosi poi lo Scudetto".

Quale futuro per San Siro?

"Mi auguro che lo stadio non venga abbattuto. Io sono di parte evidentemente. Mi piacerebbe molto che in questo impianto stupendo, dove sono passati tanti campioni, ci fossero ammodernamenti. In due anni gli si potrebbe dare un vestito, diminuendo la capienza, per esempio. Lo stadio Meaza conta tanto".


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