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Casini sulla Serie A a 18 squadre: "Tema chiuso, ma le squadre potrebbero riproporlo"

di Marco Pieracci
per Linterista.it
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A margine dell'evento Il Foglio a San Siro il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini ha parlato ai microfoni dei cronisti presenti: "Sono rimasto sorpreso dalle personalizzazioni, questo è un momento nel quale non aiutano. Come Serie A stiamo cercando di lavorare sulle regole e sugli assetti organizzativi che è quello che dovrebbe portare a migliorare il calcio italiano e che viene richiesto dal Parlamento".

Qual è il primo problema da risolvere?

"Sono tanti, un miglior equilibrio dei poteri istituzionali ma il primo problema resta quello della scuola: i dati sulla impiantistica sono imbarazzanti. Due scuole su dieci non hanno impianti sportivi e se non si investe su quello non riusciremo più a recuperare il collegamento tra l'enorme popolazione di calciatori che l'Italia produce e la possibilità che arrivino a essere dei campioni".

L'ipotesi di un'autonomia in stile Premier o Liga è uno scenario concreto o una provocazione per ottenere qualcos'altro?

"No, è uno scenario molto concreto. L'Assemblea si è pronunciata due volte, abbiamo costituito un gruppo di esperti che sta lavorando per trovare dei percorsi normativi ispirati a questa soluzione. La Premier è nata nel 1992, l'Italia è diversa, dobbiamo puntare a un modello Serie A che garantisca alla Lega una maggior autonomia".

Cosa significa per il calcio italiano avere almeno cinque squadre nella prossima Champions League?

"Tantissimo, fin da bambino tifavo per le squadre italiane in Europa e mi arrabbio quando vedo tifosi che tifano contro una squadra italiana che non è la loro. Se c'è una cosa che migliora il calcio italiano è il successo in Europa".

Il caso Atalanta-Fiorentina porta ad un'ulteriore riflessione sul calendario?

"Sì, questa è una gara rinviata, accomunata ai minuti restanti di una gara interrotta ma si tratta di due casi disciplinati in maniera diversa. Per un motivo che sappiamo, ahimé ho dovuto prendere quella decisione quando i medici mi avevano comunicato lo stato di Joe Barone".

Ha avuto modo di sentire direttamente l'Inter per congratularsi?

"Beh sì, abbiamo avuto un Consiglio di Lega in cui c'era Marotta e ci siamo complimentati tutti quanti per la vittoria dello scudetto".

Scaroni ha detto che sarà inevitabile arrivare a una Serie A a 18 squadre...

"L'Assemblea di Serie A si è già pronunciata diversamente poco tempo fa, ricordo sempre che la Liga e la Premier sono a 20. Sicuramente c'è il tema delle tante partite, ma non è soltanto un problema di club ma anche di nazionali e competizioni internazionali. Per questo l'incontro di Londra tra le leghe di questa settimana sarà molto importante, perché si discuterà proprio di questo. L'effetto che può avere oggi la riduzione delle squadre non è quello di ridurre ma di aumentare le altre partite e questo va considerato. Semmai si dovrà lavorare sui format, ma sono discorsi che vanno studiati bene con i pro e i contro".

Sorpreso dalla reazione di De Rossi e della Roma?

"Sì, lo statuto della Serie A è molto chiaro: i minuti vanno recuperati il giorno dopo e l'abbiamo proposto ma le squadre non hanno acconsentito. Se le squadre non si mettono d'accordo bisogna recuperare quei minuti entro 15 giorni, questa era la priorità di calendario perché è arrivata prima della richiesta di anticipare la partita con il Napoli. Era un'ipotesi già scritta, nonostante questo ho convocato il consiglio perché pur avendo quell'automatico potere da esercitare ho ritenuto opportuno che l'organo collegiale esaminasse la questione e mi è stato detto di applicare lo statuto. Forse a volte vedono nel presidente un potere che non c'è".

Tornerete sull'idea di una riduzione a 18 squadre?

"È un argomento vivo nella storia della Serie A, che è stata a 20, 16 o 18, fa parte di una dinamica dell'associazionismo. Al momento è un tema chiuso perché l'Assemblea si è pronunciata, poi non è detto che le squadre parlandosi lo ripropongano".


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