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Vaciago provoca: "I titoli sono venti ma uno ha la dicitura “a tavolino”"

di Adele Nuara
per Linterista.it
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"E il ritmo è merito del gruppo, di quelli che si fanno il mazzo sempre, che sventano le distrazioni, che spazzano via i timori nei momenti critici, che portano a casa i risultati sporchi ma pesanti. E costruire quel tipo di gruppo è la specialità di Beppe Marotta, che con questo scudetto firma un capolavoro", si legge sul fondo di Guido Vaciago su Tuttosport. "Certo, dare all’amministratore delegato un pizzico di merito in più rispetto a Simone Inzaghi può sembrare ingeneroso per un tecnico cresciuto in modo esponenziale negli ultimi tre anni e che ha plasmato anche esteticamente la squadra".

Per Vaciago l'Inter è diventata grande grazie al lavoro di Marotta: "Se l’Inter della scorsa stagione non offriva sempre uno spettacolo entusiasmante (eufemismo), nel corso di questa stagione è diventata una delle cose più belle del nostro campionato per l’efficacia così sintetica con cui cerca il gol, sfruttando in modo organico tutti i reparti. Ma nell’edificare lo zoccolo duro di italiani, nell’averci appiccicato intorno giocatori di esperienza, nell’aver azzeccato i comprimari, c’è tutta la mano di Marotta (e naturalmente Ausilio). Così come c’è la sua grande capacità di gestire le tempeste, proteggendo la squadra dal caos societario che ha fatto da filo conduttore alla stagione interista, con un presidente assente per mesi, un macigno di debiti sui conti, le continue voci sul cambio di proprietà. Circostanze rese meno gravose per l’Inter proprio perché Marotta è considerato dal mondo finanziario (si chiami Oaktree o Pimco) la vera grande garanzia".

Chiaramente non manca il riferimento allo scudetto del 2006: "L’Inter vince questo scudetto con meriti inossidabili e poco attaccabili nemmeno da certe fortunate decisioni arbitrali, che hanno, sì, spianato alcune asperità del percorso, ma non pesano in modo determinante nel successo finale che, viste le forze in campo, sarebbe arrivato comunque. L'Inter, infine, vince questo scudetto e conquista la seconda stella, in rispetto della tradizione avviata da Umberto Agnelli nel 1958. I titoli, effettivamente, sono venti, ma uno ha la dicitura “a tavolino” e si porta dietro una storia che ancora divide il calcio italiano e che renderà sempre opinabile (dagli uni o dagli altri) l’estensione dell’Albo d’Oro. Inutile spendere troppe parole, niente e nessuno metterà mai tutti d’accordo sul titolo del 2006; quindi ognuno continuerà a fare e pensare come gli sembra giusto, in questa strana vicenda di stelle e asterischi che, a guardarli bene, si somigliano pure un po’".


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Venerdì 3 Maggio 2024