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Piccoli passi, il solito rimpianto e il rischio (doveroso) di mirare troppo in alto

di Fabio Costantino
per Fcinternews.it

Qualcosa si intravede. La strada è ancora molto lunga e gli strumenti, si spera, cambieranno in parte nei giorni a venire. Ma il lavoro di Luciano Spalletti sta producendo qualche risultato interessante. Contro il Lione, oltre al risultato che può solo far bene, si è visto un approccio di Inter che vuole il tecnico di Certaldo. Difesa ben piazzata e rischi al minimo, pressing alto per recuperare il pallone (il gol nasce così) e uscita intelligente della sfera. Passi avanti rispetto all'amichevole contro lo Schalke 04, nonostante gambe pesanti (D'Ambrosio stoico fino all'esaurimento delle pile) e un'afa che sconsiglierebbe di andare allo stadio, figurarsi di scendere in campo. C'è un'idea di squadra, nota considerevole se si considera che di questi tempi un anno fa la stessa si stava sgretolando a colpi di insofferenza.

E mentre questa temporary Inter cresce un passettino per volta, succede che Mr. Zhang Jindong dichiari apertamente di puntare alla Champions League, che Antonio Conte riveli tra le righe di volere Antonio Candreva (ancora piuttosto giù di tono, ma non merita le cattiverie che leggo in giro), che José Mourinho fatichi a trovare i fondi per comprare il dissociato Ivan Perisic dopo aver investito oltre 120 milioni per Romelu Lukaku e Victor Lindelöf, che Carlo Ancelotti neghi senza se e senza ma la partenza di Arturo Vidal, primo obiettivo di Walter Sabatini per l'upgrade della rosa. Chissà se le parole del tecnico emiliano, anche a fronte dei 45 milioni che verranno offerti in settimana, saranno in sintonia con la dirigenza del Bayern. Che di certo sa di non abbisognare di denaro fresco, ahimè. Può capitare di incappare in rifiuti quando si cerca di mirare al bersaglio grosso, come sta facendo WS.

Lui stesso ha ammesso le difficoltà nel convincere i top a un anno sabatico senza Champions League. È un po' come nel salto in alto, quando un atleta rinuncia agli step tradizionali per elevarsi all'altezza massima e schizzare in testa alla competizione. Il rischio di fallire, puntando così in alto, è dietro l'angolo. Ma dopotutto l'Inter deve essere ambiziosa sul mercato, a costo di impiegare più tempo. So bene che la squadra oggi avrebbe dovuto essere quasi pronta, il pre-campionato è essenziale. Ma comprare solo per ultimare in anticipo la rosa senza davvero implementarla avrebbe poco senso. E quando non si tratta di un problema di soldi quanto di ambizioni di club e relativi top player, la strada si fa tremendamente in salita. La fede e la fiducia restano intatte, anche se il tempo stringe, siamo in colpevole ritardo e giustamente il malumore tra i tifosi aumenta.

Chiusura dedicata a Stevan Jovetic. Per me sarà sempre un grande rimpianto, perché è uno di quei calciatori in grado di farti sobbalzare dalla sedia. Sarà calcio d'agosto, ma ieri nella ripresa è stato enciclopedico, la prima punta perfetta nel sistema spallettiano che più di ali crossatrici funziona con esterni dal gol facile. Il montenegrino non solo ha segnato la rete decisiva nata da un suo recupero, ma ha mostrato la solita qualità tecnica al servizio della squadra. Peccato che sia destinato a fare le valigie, visto che ormai non è un mistero la sua indole calcistica, in grado di raggiungere picchi di sublimazione quando è ispirato, ma anche di essere controproducente nei casi di indolenza. Che puntualmente sono molto più frequenti dei primi. Uno come JoJo ha bisogno di essere al centro di un progetto per esserne funzionale. All'Inter, con l'intoccabile Mauro Icardi, ne sarebbe la controfigura. Con conseguenze che il tifoso interista ha testato sulla sua pelle.


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Venerdì 26 Aprile 2024