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Perché il rinnovo di Pep Guardiola avvicina Messi al Manchester City

di Simone Bernabei
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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Pep Guardiola e il Manchester City, ancora avanti insieme. Il rinnovo del catalano con gli inglesi ha avuto quasi l’effetto di un fulmine a ciel sereno. Molti presidenti e ancor più tifosi adesso smetteranno di immaginare Pep come prossimo allenatore della propria squadra. Certo, in caso di esonero da qui al 2023 tornerebbe disponibile sul mercato. Ma visto l’ingaggio faraonico incassato dagli sceicchi difficilmente questa ipotesi si verificherà. Quindi tutti tranquilli, Pep Guardiola sarà l’allenatore del Manchester City fino al 2023.

Chissà cosa avrà pensato Leo Messi… Già. Messi e Guardiola. Una delle accoppiate allenatore-giocatore che negli anni passati ha saputo più di tutte le altre abbinare idee, gioco e successi. E che entrambi vorrebbero ricreare, non certo da oggi. La scorsa estate proprio il Manchester City, più della Juventus e dell’Inter, sembrava la squadra in pole position per la Pulce. Capacità economica senza paragoni, valore della rosa e presenza di Pep erano tutte indicazioni buone in tal senso. Ma alla fine il Barça si è messo di traverso, ha chiesto la clausola da 700 milioni e tutto è naufragato. Messi ha parlato ed è rimasto, ma di rinnovo al momento neanche l’ombra. Non scordiamoci che il suo attuale vincolo coi catalani scadrà a fine stagione. Ma già da gennaio, Messi potrà pre-firmare con altre società. Gennaio, quando ancora il destino del Barcellona potrebbe non essere chiarissimo. E Messi potrebbe sfruttare questa incertezza per accordarsi con altri. In estate chiedeva almeno un triennale ed è facile che questa possa essere la richiesta anche a gennaio (in prospettiva di giugno). E il fatto che Guardiola sarebbe a Manchester per almeno 2 di questi 3 anni di certo potrebbe essere un plus importante nel processo decisionale. "Sono stanco di essere sempre il problema di tutto al Barcellona", ha detto nei giorni scorsi...

Via Bartomeu, ma le difficoltà economiche rimangono - Fossimo in un cartone animato con Messi nel ruolo del protagonista buono, Josep Maria Bartomeu sarebbe certamente il cattivo. Ma l’antagonista per eccellenza della Pulce oggi non c’è più. Il voto di censura ha avuto gli effetti sperati e il presidente, insieme alla sua Junta Directiva, ha rassegnato le dimissioni. Un fatto veicolato proprio dalle accuse dell’argentino verso l’ex numero 1 del club: in estate, quando l’addio sembrava scontato, Messi attaccò frontalmente Bartomeu e la sua gestione. Logico che il Diez sia felice dell’evoluzione dei fatti. I tre precandidati, in vista delle elezioni di gennaio, hanno messo tutti la permanenza di Leo Messi al centro della propria campagna elettorale e non dubitiamo che quello sarà il primo punto sulla lista. Ma… Leo Messi, raccontano i bene informati, guadagna 71 milioni di euro lordi all’anno. Più ricchi bonus. Per un totale che al lordo sfiora gli 80 milioni di euro, per il Barcellona. Una cifra spropositata, se paragonata alla dissestata situazione finanziaria del club. Ecco perché, sebbene nessuno lo voglia, l’addio di Messi finanziariamente sarebbe una bella ancora di salvezza per il Barça. Anche se inevitabilmente avrebbe clamorose ripercussioni dal punto di vista sportivo e di gradimento da parte dei tifosi culé...

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Domenica 5 Maggio 2024
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