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Per Allegri "la difesa a tre non esiste". Dani Alves se ne andò anche per questo

di Marco Conterio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

In una delle sue iperbole, Massimiliano Allegri enuncia che "la difesa a tre non esiste". Come fosse un postulato, ben chiarito dall'arguto livornese. "La mia Juventus a tre non ha mai difeso, ha sempre difeso a quattro". Come se la BBC fosse una targa persa in un lontano comune immaginario. Come se l'Argentina di Bilardo e poi il calcio di Conte non fossero partiti da quell'assunto. Tre colonne d'Ercole, le fondamenta del progetto tattico che poi è stato anche quello delle rose e dei fiori allegriani a Torino. Spiega e chiarisce. "Puoi essere a tre con un terzino che viene dentro o con un centrocampista che si abbassa ma non cambia, è per avere la superiorità numerica in zona palla". Il carico da novanta: "Le difese a tre non esistono: o difendi a cinque o difendi a quattro. Tre difensori in sessanta metri, lasciati in mano a Cristo, anche se sono... (pausa, scenica). Ci sono sessantotto metri di campo da coprire: meglio in quattro o in cinque che in tre".

LA TATTICA DI ALLEGRI Eppure quando mise Andrea Barzagli a fare il terzino destro puro, i risultati non furono quelli desiderati. Il fiorentino era il primo braccetto, con funzioni ben diverse nelle due fasi. Si difende in quattro o cinque, dice Allegri, ma la realtà è che sa bene che il suo primo difendente è Morata e via discendendo. Anche per questo, per un tecnico attento a questa fase prima d'ogni altra cosa, l'egocentrismo tattico di Cristiano Ronaldo era distante e poco affine alle sue idee. I difendenti son pure gli esterni e non stupisce la filosofia sviscerata oggi: Lichtsteiner a destra, Evra a sinistra, ben altra cosa che due fludificanti, erano l'archetipo perfetto dei suoi primo e quinto di centrocampo. E non è un caso se Dani Alves, una volta consumato l'addio alla Juventus, abbia detto di essersene andato "per il modo di giocare". Perché forse, quella Juventus, difendeva troppo, oltre che con troppi uomini, a suo dire e pensare. "Ho lasciato la Juve perché mi avevano mentito sul modo di giocare. Dicevano che volevano un gioco più offensivo ma alla fine non era così".

LA DIFESA A TRE ESISTE. E NON ESISTE Nella filosofia del calcio, del tutto e del contrario di tutto, difendere a tre se prendiamo in analisi un singolo reparto è ben più che cosa vera e concreta. Curiosità: se cercate su Google, uno dei primi risultati è la tesi di Coverciano di vent'anni fa di Davide Ballardini che spiega la "didattica della difesa a tre". Non esiste perché si difende in undici, ma è una banalizzazione di uno studio e di un concetto tattico molto più ampio. Uno dei suoi massimi interpreti, in molti sensi agli antipodi di Allegri, dice che "esistono 28 moduli diversi e non di più". E' Marcelo Bielsa. E, guarda un po', è uno dei fautori della difesa a tre.

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Venerdì 3 Maggio 2024
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