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Conte racconta un divario che non esiste più: il derby d’Italia fotografa il gap tra Inter e Juve

di Ivan Cardia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Forse Antonio Conte è rimasto davvero l’ultimo a crederci. Forse non ci crede più neanche lui, ma lo ribadisce perché la sua cifra tecnica sta anche nel tenere i propri giocatori sempre al limite, sempre sul sottile crinale che esiste tra dare il massimo ed esplodere ma non in senso buono. Per colmare un divario che non esiste più. Anche dopo aver strapazzato la Juventus nel derby d’Italia più a senso unico immaginabile, per di più in direzione ostinata e contraria rispetto agli ultimi dieci anni di storia del nostro campionato, il tecnico dell’Inter giura: la Vecchia Signora è parametro per tutte le altre, il gap esiste ancora e vede la Juventus davanti, semmai ci sono delle avversarie che piano piano e faticosamente stanno facendo di tutto per fare questo ultimo scalino. Forse non è così, non più.

Il derby d’Italia riscrive il divario. Non è il risultato, né il fatto che la Juve l’abbia perso. La squadra di Pirlo, e non soltanto perché allenata da Pirlo, ha perso e perderà delle partite, anche cruciali e vitali per il resto della stagione. Sono le modalità con le quali i bianconeri abbiano perso la partita di ieri sera, a far immaginare che un divario, se davvero c’è, non sia più a favore dei nove volte campioni d’Italia. Gli stessi dieci giorni fa hanno battuto un Milan in piena emergenza e nel Meazza nerazzurro si sono presentati con diverse assenze di peso, è vero. Ma il campionato strano e condizionato dal Covid è la realtà nella quale ci muoviamo, con cui anche la Juve deve fare i conti. Lo sta facendo a fatica, mentre l’Inter, pur in balia di mille voci e insicurezze, vince persino in scioltezza lo scontro diretto. Alla fine, il campionato si decide soprattutto in queste serate chiare, vere e proprie sliding doors nel cammino impervio verso il tricolore. In cosa la Juventus di oggi sarebbe superiore all’Inter di oggi? Ieri sera non lo è stata praticamente in nulla, a partire dal reparto chiave, quello su cui si sono fondate le fortune di qualsiasi grande squadra nella storia del gioco più bello del mondo. E non era così imprevedibile. Solo pochi anni fa, mettendo i rispettivi undici tipo a confronto, i nove/undicesimi della formazione ideale del derby d’Italia sarebbero arrivati dalla Juve. Oggi, nel migliore dei casi per i bianconeri, siamo a un equilibrio, ammesso e non concesso che la bilancia non inizi a pendere dalla parte dell’Inter. Non è il 2-0 di ieri sera a ridisegnare i nuovi equilibri: ne è, semmai, soltanto la conseguenza.

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Venerdì 3 Maggio 2024
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