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Da Bagheria alla Juve, Aronica si racconta. E su Mazzarri: “Con lui la svolta”

Esclusiva TMW
di Alessio Alaimo
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Classe 78. Dal Bagheria alla Juventus, Salvatore Aronica è la fotografia del sogno di ogni bambino che inizia a giocare a calcio. I primi calci al campo Buon Pastore di Palermo, poi la chiamata del Bagheria e dopo poco quella che tutti vorrebbero ricevere. La Vecchia Signora.
L’ex difensore di - tra le altre - Reggina e Napoli, si racconta in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, tra vita privata e professionale. Con un sogno per il futuro: una panchina per essere protagonista anche da allenatore.

Aronica, i suoi primi calci al campo Buon Pastore di Palermo.
“Ho iniziato a dare i primi calci da bambino. Tornare qui è sempre bello, emozionante. Ho trascorso l’infanzia, i primi calci, la scuola. Al mio quartiere sono molto legato anche perché l’ho vissuto poco. Ho vissuto una bella infanzia grazie anche a mio fratello che mi trascinava fra i campi di calcio. E ci trovammo a giocare insieme al Bagheria”.

Chi era Salvatore Aronica da bambino?
“Un bambino con tanta personalità, testardo. E con molta voglia di arrivare in un mondo difficile come quello del calcio”.

E a scuola come andava?
“Bene. Riuscivo a far coesistere bene scuola e calcio. I miei ci tenevano molto, anche per avere un piano B qualora le cose nel calcio non fossero andate bene. E adesso frequento l’università, la facoltà di Scienze Motorie, anche se non sono più giovanissimo”.

Lei poi andò alla Juventus .
“In occasione di una partita tra Crotone e Bagheria mi vide Franco Ceravolo, osservatore della Juventus. Grazie a lui ho cominciato un percorso di vita importante”

Il sogno di ogni bambino.
“Si, passare dai campi polverosi della Sicilia alla Juventus era un grande sogno. E a diciassette anni sono andato con la prima squadra. Dalla D a vedere da vicino calciatori come Del Piero, Vieri, Zidane e Amoruso era un gran bel salto. Mi colpirono da subito la disciplina e l’organizzazione. Lo stile Juve”.

Dal dirigente calabrese che l’ha portata alla Juve alle esperienze con Reggina e Crotone. La Calabria era nel suo destino.
“In Calabria mi sono formato calcisticamente. A Crotone con la Famiglia Vrenna al comando, una società ben gestita e lo dimostra il fatto che sia ancora proprietaria del club dopo tanti anni. Erano già lungimiranti all’epoca. Quattro anni mi hanno formato”.

Alla Reggina con Mazzarri avete fatto un’impresa.
“La svolta della mia carriera. Con lui si è creato un rapporto professionale e umano molto importante. Nel 2006 avevamo quindici punti di penalizzazione, facemmo una cavalcata bellissima. E riuscimmo a salvarci”.

Ha vissuto il Napoli che sognava in grande.
“La parentesi più importante, quella che mi ha dato lustro a livello mediatico, professionale e familiare. Era un Napoli che stava crescendo e si stava strutturando. Da lì a poco riuscimmo a consolidarci tra le prime e a lottare con la Juventus”.

Poi il Palermo. Da palermitano quanto ha bruciato retrocedere?
“L’unico neo della mia carriera. Sono incappato in una situazione che era già compromessa. C’era grande caos societario. Da gennaio ad aprile cambiarono due direttori e quattro allenatori. Da palermitano legato a questi colori non essere riuscito a dare un contributo importante mi è pesato ancora di più. Poi in B con l’avvento di Iachini non ho avuto la possibilità di scendere in campo”.

Una volta appese le scarpette al chiodo si è dedicato alla panchina. Dal Trapani alla D. C’è un futuro da allenatore per Salvatore Aronica?
“Grazie a Daniele Faggiano ho iniziato ad allenare le giovanili del Trapani. Ho avuto la possibilità di mettere in pratica i miei concetti per poi passare ai grandi del Savoia. Nel futuro si, mi piacerebbe allenare, continuare questo percorso. E intanto mi sto laureando in Scienze Motorie per arricchire il mio bagaglio culturale”.

Perché non ha raggiunto Mazzarri a Napoli?
“Con il mister abbiamo un legame che va al di là del calcio. Lo sento tutt’ora. Poteva esserci la possibilità ma quando un allenatore subentra di portare tutti gli uomini che vorrebbe portare con sé. Lavorare con lui in una piazza a cui sono molto legato mi sarebbe piaciuto”

Suo figlio gioca a calcio.
“Ha fatto le giovanili del Palermo, nel Trapani e nel Benevento. E adesso gioca all’Rg Ticino in prestito, nel novarese. Mi e gli auguro di calcare i campi del professionismo”.

Cosa ha imparato dal papà?
“Sicuramente ha imparato a livello di vita. Educazione, rispetto, i valori più importanti”.

Chi è Salvatore Aronica fuori dal campo?
“Un ragazzo che cerca sempre di godersi la vita nel rispetto di tutti, un papà presente e amico. Sono stato fortunato e mi reputo felice di ciò che ho”.

Sogni per il futuro?
“Poter allenare, vedere felice la mia famiglia e continuare a fare ciò che mi piace”.

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Lunedì 6 Maggio 2024
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