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L'annuncio straziante che stringe il cuore a tutti: Iniesta dà l'addio al calcio a 40 anni

di Yvonne Alessandro
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© foto di J.M.Colomo

Prima o poi il momento di appendere gli scarpini al chiodo arriva per tutti, è il ciclo naturale della vita. Ma in pochissimi, nella data prescelta dell'8 ottobre, sono riusciti a trattenere l'emozione e qualche lacrima di fronte al video-annuncio firmato Andrés Iniesta che all'età di 40 anni ha deciso di dire addio al calcio. Una storia d'amore quella col pallone nata tra i campi sterrati di Fuentealbilla e la cantera dell'Albacete, fino al salto che cambierà per sempre la vita dello spagnolo: la Masia e il Barcellona.

L'inizio di un ciclo (quasi) infinito
Don Andrés o L’illusionista. La mente pensante del centrocampo delle meraviglie del Barcellona. Specialmente tra 2008 e 2012, sotto la guida di Pep Guardiola e con Busquets e Xavi ai suoi fianchi per creare una zip che nessuno vantava e che trasudava il cosiddetto Tiki Taka. E nel complesso, in 16 anni di avventura che sembrava interminabile al Barça, una serie di trofei (32) da far luccicare gli occhi: 4 Champions League, 3 Mondiali per club, 9 campionati, 3 Supercoppe europee, 6 Coppe del Re e 7 Supercoppe spagnole. Con gol segnati scolpiti nella pietra miliare del calcio tra Stamford Bridge nel 2009, che vale mezza Champions, e in finale del Mondiale del 2010 dove ha portato la Spagna a laurearsi Campione. Con Iniesta autentica leggenda.

Giappone ed Emirati prima di chiudere
Al tramonto della carriera, Iniesta ha deciso di fare le valigie nel 2018 e avventurarsi in Giappone, dove ha vinto un altro paio di trofei. Al Vissel Kobe, dove viene accolto - non serve nemmeno dirlo - come un eroe. Coppa dell’Imperatore e Supercoppa del Giappone sono i due titoli che si aggiudica prima di salutare, nel 2023. Per la fame di un'ultima pagina di carriera, sempre lontano dal Vecchio Continente. Là negli Emirati Arabi, con l’Emirates Club per cui realizza 5 gol ma retrocede. Fino al momento più straziante.

Il saluto di Iniesta al mondo del calcio
"Volevo ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato oggi e tutti coloro che non sono potuti venire in questa giornata speciale. Mi permetterete di emozionarmi oggi, non avrei mai pensato... (scoppia a piangere, ndr). Non avrei mai pensato che questo giorno sarebbe arrivato. Tutte queste lacrime che abbiamo versato in questi giorni sono lacrime di emozione e orgoglio. Non sono lacrime di tristezza, sono lacrime di quel ragazzo di Fuentealbilla che sognava di diventare calciatore e ce l'ha fatta, ce l'abbiamo fatta. Dopo tanto lavoro e sacrificio e senza mai arrendermi... Questi valori sono stati essenziali nella mia vita ed è per questo che oggi mi sento molto orgoglioso di tutto questo viaggio. Ho realizzato il sogno di diventare un calciatore professionista, era quello che desideravo di più".

Laporta e quel sentore di apertura
In una giornata convulsa di emozioni, Iniesta si è lasciato andare svelando il sogno nascosto nel cassetto per il suo futuro: "Non posso stare lontano dal calcio. Mi piacerebbe tornare al Barcellona. Voglio continuare ad allenarmi e imparare nei club e nelle accademie. Sto seguendo un corso per allenatori per prepararmi alla prossima tappa". Ma il presidente Laporta sarà disposto a regalargli la panchina blaugrana un giorno? Forse le parole di oggi sono state un indizio: " È stato un giocatore che ha voluto essere imitato dai giocatori che, oggi, giocano in prima squadra. È il passato, il presente e il futuro del Barça. Fa parte del nostro scudo. È una persona straordinaria. Era un giocatore durante il mio primo periodo da presidente e ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui, era un giocatore di squadra e si impegnava"

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