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Dal perché sulla scelta di Firenze ai problemi all'Atalanta. Le parole di Gollini da Moena

di Lorenzo Di Benedetto
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© foto di Giacomo Morini

Il neo portiere della Fiorentina, Pierluigi Gollini si è presentato durante la conferenza stampa dal ritiro di Moena. Queste le sue parole.

Come è stato l'impatto e se ha la sensazione di giocarsela alla pari con Terracciano?
"Quando si gioca nelle squadre forti è normale che ci sia competizione. Se la Fiorentina mi ha preso è perché vede cose buone in me. La competizione sana fa bene a tutti. Giocherà chi merita ma è uno stimolo per me".

Cosa si è interrotto con l'Atalanta?
"Il mio addio all'Atalanta non è stato per scelta tecnica ma solo per i problemi personali con una persona. Ho dimostrato tutto sul campo. Sono il portiere italiano che ha maggiori presenze in Europa negli ultimi anni. Mi porterò sempre nel cuore le persone di Bergamo e la famiglia Percassi. Sono cinque anni che gioco in Europa con continuità e ci siamo sempre qualificati in Champions. Sono in Nazionale da tre anni e il mio valore l'ho dimostrato e sono qua per confermare il mio valore".

Sogna di giocare la Champions e come è andata la prima esperienza in viola?
"Sarebbe un sogno bellissimo e un bellissimo premio per club e tifosi. Tornare mi fa un certo effetto. Ho passato qui un solo anno ma è stato un anno fondamentale. Mi ha preparato a fare tutti gli step successivi. Io avevo una grande voglia e quell'anno mi ha permesso di vivere il mio primo anno lontano da casa. Senza questa esperienza non sarei potuto andare al Manchester. Ho trovato persone fantastiche e non a caso sono tornato".

Giocare con i piedi è importante per un portiere? Similitudini tra Italiano e Gasperini?
"Il portiere deve essere completo, non può giocare solo con i piedi, bisogna parare e saper fare tutto il resto. Bisogna essere completi e dare affidabilità alla squadra. Le similitudini ci sono in certe cose, nelle idee tattiche offensive di aggressione ma ci sono anche tante differenze".

Cosa significa avere un esperto come Terracciano al tuo fianco?
"Le persone forti devono rubare qualcosa alle altre persone. Ho sempre rubato qualcosa a tutti e lo farò anche con Terracciano e Rosati. E' fondamentale per imparare cose nuove e tutte le persone possono insegnarti qualcosa".

Cosa le ha dato l'esperienza al Tottenham?
"Più si va in alto più le persone sono umili. Mi ha fatto crescere molto, anche stare a fianco di un campione del mondo come Lloris. Anche senza giocare ci sono tante cose da imparare. La Premier è un campionato molto difficile, il gioco è più fisico ed è un'esperienza che mi ha dato tanto".

Giocare a Firenze cosa significa?
"La squadra è forte davvero e con l'ambiente che i fiorentini sanno creare possiamo essere competitivi con tutti e in casa abbiamo un fattore in più. Possiamo giocarcela con tutti, credo che debba essere difficile per tutti venire a giocare a Firenze. Siamo una squadra che deve pensare di potersela giocare con tutti ad ogni partita. Da giocatore venivo a giocare a Firenze e non è mai stata una partita comoda e deve andare così anche ora".

Ha qualche segreto da para rigori?
"Prima di pararli in Serie A ci è voluto un po' di tempo. C'è una parte di studio e poi l'istinto che seguo sempre perché è l'essenza del portiere".

Ha in progetto un intero album e con chi sogni di incidere una nuova canzone?
"Ci sarebbe da aprire un discorso molto lungo, più culturale legato al nostro paese. Cerco di sdoganare un po' di pregiudizi che ci sono in Italia rispetto a ciò che può o non può fare un calciatore che deve essere giudicato per la professionalità non certo se fa o meno musica. Io con la musica cerco di lanciare un messaggio diverso che possa essere d'aiuto per i giovani: non si deve avere paura di seguire le proprie passioni. Mi aiuta a staccare la testa dal quotidiano".

Perché ha scelto la Fiorentina?
"C'erano altre squadre ma il posto giusto per me era Firenze. Sono molto felice di essere qua e ringrazio tutti per avermene dato la possibilità. Era importante tornare in un posto speciale. Avevo voglia di una sfida importante anche a livello emotivo e Firenze lo è. Non doveva essere una maglia qualunque da indossare".

Come si affronta un play off in Europa?
"La Conference è una competizione che ti dà molto ma ti può anche togliere viste le trasferte difficili da affrontare nel corso dell'anno. Noi abbiamo una rosa lunga e il mister ha dimostrato di voler utilizzare tanti giocatori e può essere un valore aggiunto. Firenze merita l'Europa e per questa squadra è importante fare un percorso europeo anche perché potrebbe preparare la Fiorentina a un qualcosa di più. Le partite vanno giocate al meglio perché sottovalutare gli avversari è un rischio e non possiamo permetterci di non farci trovare preparati. Ci può dare tanto perché la squadra non ha grande esperienza europea. Può essere un'ottima tappa per noi".

Rifarebbe tutto ciò che ha fatto in passato?
"Il fatto che la Fiorentina sia una squadra forte è un dato oggettivo, il fatto che io sia stato qui da ragazzino rende qualcosa di speciale per me ma è una grande squadra e forte per tutti. Anche se non fossi stato da ragazzino a Firenze non è detto che non sarei venuto, però per le mie tappe è speciale. Ho 27 anni, ho giocato in Champions e in Nazionale: poteva andarmi peggio. Rifarei tutto e ho sempre maggiori ambizioni".

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