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A testa bassa. L'Italia saluta l'Europeo dopo esser stata dominata dalla Svizzera: 2-0

di Raimondo De Magistris
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Ha perso l'Italia. L'ha persa Luciano Spalletti. Torna a casa una squadra che magari non ha grandi campioni ma poteva e doveva fare più di così. Molto, ma molto più di così. Tre anni dopo aver vinto il titolo, la Nazionale saluta l'Europeo agli ottavi di finale: va fuori meritatamente perché a Berlino s'è vista in campo una sola squadra ed era la Svizzera di Murat Yakin. Altro che cercare di emulare i campioni del 2006. Altro che squadra spensierata dopo aver superato il girone. L'Italia non ha mai dato l'impressione di essere in partita e non a caso ha costruito la prima palla gol con... Schar, difensore che al 51esimo ha sfiorato un'autorete goffa quanto clamorosa colpendo il palo. Prima di questo episodio, però, gli elvetici erano già avanti di due gol: al 37esimo l'ha sbloccata il bolognese Freuler, al 46esimo l'ha chiusa un tiro a giro di Vargas. Un uno-due sferrato tra fine primo tempo e inizio ripresa che ha messo ko un'Italia già stordita di suo, fin dai primi istanti del match.

Le due squadre sono scese in campo con moduli diversi. Da un lato la Svizzera con un 3-4-3 molto spregiudicato, con esterni di centrocampo bravi a entrare nel campo e ali pronte all'uno contro uno. Dall'altro il ritorno alla difesa a quattro per l'Italia di Spalletti con El Shaarawy e Chiesa a supporto di Scamacca e Fagioli in cabina di regia. La prima frazione ha visto una sola squadra in campo, è stato un primo tempo perennemente comandato dalla squadra di Yakin che è stata brava a entrare spesso e volentieri nell'area degli azzurri grazie al suo fraseggio veloce. Al 24esimo la prima grande occasione: su una imbucata di Aebischer, bravo Embolo a scattare senza finire in fuorigioco e a presentarsi tutto solo davanti a Donnarumma: perfetto il portiere dell'Italia, al posto giusto al momento giusto e attento nel respingere un tiro a giro non angolato. Tredici minuti più tardi è arrivato il gol del vantaggio elvetico: questa volta è stato Vargas a trovare in area Remo Freuler, bravo a calciare coi tempi giusti e a sbloccare la partita.

Anche dopo il vantaggio, la Svizzera ha continuato ad attaccare. Prima del duplice fischio ha sfiorato il raddoppio direttamente da calcio piazzato con Donnarumma che ha intercettato il tiro a giro Rieder con l'aiuto del palo, pochi secondi dopo la ripresa della partita ha trovato il 2-0: letteralmente addormentata la difesa azzurra mentre la Svizzera fraseggiava sulla sinistra, perfetta la parabola di Vargas che Donnarumma è solo riuscito a sfiorare.

La Svizzera dopo il secondo gol ha volutamente abbassato il ritmo, continuando comunque a controllare il pallone. Ha rischiato di riaprirla con la deviazione di Schar finita sul palo, ha continuato ad attaccare per non perdere la gestione di un match che l'Italia ha osservato da spettatore non pagante.
Solo dal 46esimo Luciano Spalletti ha inserito Mattia Zaccagni, l'uomo più in fiducia che ci ha permesso di qualificarci agli ottavi di finale. Solo quando ormai la gara non aveva più nulla da dire ha inserito un altro attaccante. Con Retegui e Scamacca s'è visto qualcosa di più: una occasione limpida, ma nulla di nemmeno paragonabile a una possibile rimonta. La Svizzera stasera è tornata a batterci dopo 31 anni. E' stata una vittoria netta, sonora. Una vera e propria lezione di calcio che non può non aprire delle riflessioni in casa azzurra: Spalletti, cosa fai adesso?

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