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Tutta la verità di Vlahovic sul trasferimento alla Juventus, l'inizio è nel 2020. Il rinnovo alla Fiorentina? Economicamente sbagliato, sportivamente si vedrà

di Andrea Losapio
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

Nella stesura di un romanzo è meglio partire dall'inizio, dalla fine o dall'inatteso punto di rottura? Perché il trasferimento di Dusan Vlahovic alla Juventus, esattamente quattro anni dopo l'ufficialità del suo arrivo alla Fiorentina - il 28 gennaio del 2018, nel giorno del suo diciottesimo compleanno - vale essere raccontato per quello che è successo non solo a favore di telecamere. Perché la maglia numero sette, quella di Cristiano Ronaldo, è il prodotto di situazioni ingarbugliate ma che si incentrano su un'estate improvvisa e inattesa, cioè quella del 2020.

Dusan Vlahovic ha vent'anni, ha segnato sei gol in campionato e due in Coppa Italia, giocando 34 partite. Per la Fiorentina è il migliore giovane attaccante del 2000, dietro solo a Erling Braut Haaland, che però fa la differenza con il Borussia Dortmund secondo in Bundesliga, mentre i viola si sono appena salvati non senza qualche difficoltà, nell'anno con Montella - confermato per un contratto troppo lungo - e Iachini, amato dalla curva per il suo passato da giocatore ma evidentemente più mestierante della panchina che non propositivo, al netto delle dichiarazioni di Commisso per giustificarne la conferma nell'estate successiva. È una investitura mica da poco, il Covid ha appena sparigliato le carte e i conti di tutti rischiano di uscirne disastrati.

In quel momento arriva una proposta del Lipsia che la Fiorentina rifiuta perché vuole almeno 40 milioni per cedere Vlahovic, proprio per lo stesso motivo di cui sopra. Di meglio c'è solo Haaland. In quel momento iniziano a esserci delle crepe: l'agente, l'oramai famigerato Darko Ristic, va a chiedere un adeguamento del suo assistito. Quaranta milioni per accettare qualcosa, un contratto fermo a inizio 2018, la richiesta di ingaggio da 1,2 milioni di euro, il doppio rispetto ai 600 mila per la scorsa annata. La risposta della Fiorentina non è quella che ci si può attendere, perché non c'è margine di manovra: non è possibile, per la Fiorentina, un salto così esagerato.

Un passo indietro: nell'inverno del 2017 l'Atalanta cerca di capire i costi per portare Vlahovic a Bergamo. I costi per l'acquisto non sono bassi - intorno ai 2,5 milioni, compreso soldi al Partizan e commissioni - ma a frenare il suo arrivo è lo status da extracomunitario di Vlahovic, che andrebbe a prendere un posto. Scelta legittima, anche se sbagliata, con il senno di poi. Pantaleo Corvino fa firmare un quinquennale che va dai 200 mila euro del primo anno agli 800 mila degli ultimi due anni. Vlahovic non ha mai rinnovato, non ha avuto un adeguamento in tre anni e mezzo, passando dalla Primavera viola a essere l'idolo della prima squadra senza un minimo di ritocco rispetto al contratto originale. Per un calciatore la questione economica è qualcosa di importante, perché è lo status nei confronti dei suoi compagni, ma non è fondamentale. Soprattutto per chi, come Vlahovic, spera di essere uno dei migliori al mondo. Probabilmente il rifiuto alla richiesta di ingaggio è sembrata una mancanza di fiducia della Fiorentina nei suoi confronti.

Anche perché prima di firmare con la Juventus guadagnava 800 mila euro. Il tira e molla è iniziato con il Lipsia, ma non è mai finito. Nel momento in cui ha ricominciato a segnare, la Fiorentina ha offerto quello che Vlahovic chiedeva precedentemente ma, a meno di tre anni dalla fine del contratto, la richiesta si è alzata. E i viola hanno risposto come prima, giudicando eccessiva la richiesta. Da lì, insomma, è una sorta di rimpiattino: l'attaccante, tramite l'agente, voleva una cifra che veniva proposta due o tre mesi dopo, quando oramai era tardi, visti anche i contatti che c'erano. Il Bayern Monaco e l'Arsenal, ma anche altri club che chiedevano informazioni più o meno mensilmente.

Vlahovic esplode e le cifre aumentano vertiginosamente. Ad aprile dell'anno scorso sono intorno ai 3 milioni, a giugno verso i 4, ad agosto la Fiorentina fa una ottima offerta. È però una situazione che, guardandola a ritroso, non avrebbe avuto senso economicamente: 5 milioni al giocatore, quindi circa 10 lordi in un anno. Clausola rescissoria da 80 milioni, solamente 5 in più rispetto a quanto è stato venduto. Mandato esclusivo per la cessione, solitamente intorno al 10%, 8 milioni. Qualcosa alla firma, intorno ai 2 milioni. Insomma, non rinnovare è stata una scelta ottima per la Fiorentina, almeno economicamente, perché ha risparmiato in sei mesi circa 15 milioni: bene cederlo a 80 milioni, ma le spese sarebbero lievitate rispetto agli 800 mila euro (lordi) per metà stagione pagati in quest'anno.

Quanto poteva guadagnare la Fiorentina dalla vendita di un Vlahovic con 2-3 anni di contratto? Cento milioni è praticamente impossibile. Forse ottanta? D'altro canto Haaland fa la differenza al Borussia Dortmund e in Champions League (almeno con i gol, non per il risultato) mentre Vlahovic deve ancora esordire in Europa. Economicamente per la Fiorentina è stato un capolavoro, sportivamente non si può sapere. Certo è che Dusan faceva la differenza, però così è arrivato Cabral, forse Agustin Alvarez, magari qualcun altro. Vendere per poi investire nuovamente. E se la Juventus è l'unica che si muove a gennaio, per non essere tirati per il collo a giugno, c'erano due strade: rinnovare, ma era impossibile per una sorta di questione di principio, oppure svendere. Il ricatto esiste nella misura in cui esistono i contratti, ma credo che quasi tutti i club vorrebbero essere "ricattati" così. Solo il Paris Saint Germain con Mbappé ha resistito, mentre il Borussia Dortmund con Lewandowski ha preferito tenerlo per dodici mesi e perderlo a zero piuttosto che avere 30 milioni dal Bayern. Eppure nessuno ha parlato di infiltrazioni mafiose, di ricatti, semplicemente di una legge del mercato.

È chiaro che nella testa del tifoso è difficile accettare che il miglior giocatore vada nella squadra più odiata. Il problema è reinvestire per cercare di migliorare, come Zidane quando andò al Real Madrid. La Fiorentina può fare meglio anche senza Vlahovic, ben sapendo che quest'anno doveva essere di transizione e può finire con una qualificazione europea. L'importante è migliorare la rosa con giocatori pronti a esplodere, provando a creare un ciclo che, con Italiano, sembra essere all'inizio. Vanno fatti i complimenti, alla Fiorentina, per quanto ha guadagnato, a Prandelli perché ha iniziato la trasformazione e Italiano che l'ha completata. Ma anche a chi ha fatto l'offerta e a chi, cioè Vlahovic, è passato dai 25 milioni offerti dal Lipsia ai 75 della Juventus in un anno, il 2021.

In ultimo l'agente, Darko Ristic, il nemico pubblico numero uno. Avesse voluto avrebbe aspettato sei mesi e il suo assistito non sarebbe andato alla Juve, ma in qualsiasi club, tirando il prezzo - sotto i 50 milioni - e aumentando la (già ricca) commissione che ha ricevuto. Alla fine decidono in due: il giocatore e il club di appartenenza. Lunedì la Fiorentina ha deciso televisivamente di dare il via libera alla Juve, trovando poi l'accordo e senza pagare nessun mandato in uscita, quindi ricevendo 75 netti. È giusto? È sbagliato? Dare giudizi in questi casi è molto complicato perché le parti in causa vivono una vita in privato e un'altra in pubblico, di frasi irripetibili e grandi litigi. Il tifoso può non perdonare Vlahovic e questo è pacifico, così come condannare l'agente che non ha voluto rinnovare il contratto. Sportivamente è ineccepibile, economicamente... Così così.

In tutto questo la Juve ha mandato un segnale netto a Paulo Dybala, facendo una scelta. Vlahovic sarà il paradigma, i 7 milioni probabilmente diventeranno il nuovo tetto, sia per i rinnovi sia per i nuovi acquisti. Se la Joya vuole rimanere in Italia è difficile pensare a un'altra soluzione: l'Inter ha Lautaro Martinez come top ed è difficile pensare a un aumento, il Milan può investire ma ha già perso Calhanoglu, Donnarumma e forse Kessie per gli stessi motivi. I dieci milioni per il calcio italiano rischiano di essere fuori mercato, forse anzi lo sono già. Così un rinnovo verrà offerto, ma chissà se Dybala vorrà accettarlo e, soprattutto, quanto sarà l'ammontare del nuovo (eventuale) accordo.

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