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Ronaldo non è stato preso per fare il fenomeno a Cagliari ma in Europa. D'Aversa, credici. Pippo, sei tornato a Bologna? Vlahovic, l'oro di Corvino

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Se un tifoso della Juventus ha esultato per lo show di Ronaldo, in 45 minuti a Cagliari, non è un vero tifoso. Ronaldo non sarà ricordato, tra dieci anni, per quello che ha fatto in Italia. Nessuno sta dicendo che sia stato un bluff o un fallimento. E' stato un affare di marketing, in termini di gol, ti ha aiutato a vincere qualche campionato e qualche Coppa di casa nostra e ha fatto una valanga di gol. Tutto vero. Tutto giusto. Ma era stato preso per altro. Avrebbe dovuto fare il fenomeno. Non l'ha fatto. Non è solo colpa sua, anzi. Avrebbe dovuto avvicinare la Juventus alla sua specialità: la Champions League. Il paradosso è che con lui a Torino la Coppa si è addirittura allontanata. Quando serviva non c'è stato. Chiesa ha fatto il fenomeno, Ronaldo l'ha fatto a Cagliari. E' vero che gli hanno cambiato tre allenatori, indebolito la squadra e si è ritrovato in una Juventus che per prendere Ronaldo ha indebolito tutto il resto della squadra e ha quasi, tecnicamente, ammazzato Dybala, colui che avrebbe garantito la miglior plusvalenza. Paratici dice cose giuste: non si può discutere Ronaldo, è un campione e resterà con noi. Vero, verissimo. Conduce Silvia Toffanin. Ma ora pubblicità. Non può la Juventus non metterci la faccia per l'annata in corso. Uscire con il Porto agli ottavi, aver azzardato la carta Pirlo ed essere quasi fuori dalla corsa scudetto, senza aver mai partecipato alla corsa, sono motivi di riflessione per una società che era reduce dal "vinci tutto ma manca la Champions". Agnelli ha le sue colpe. Paratici è un grande conoscitore di calciatori, come Massara al Milan, ma le coppie che funzionano non devono mai scoppiare. Ci perdono tutti. Paratici-Nedved non ha nulla a che vedere con la coppia Marotta-Paratici. A proposito: un grande in bocca al lupo a Marotta di pronta guarigione. Idem per Galliani e a Marco Bogarelli, ex Presidente di Infront Italy che ci sta tenendo tutti con il fiato sospeso. Forza Marco, riprenditi presto ché dobbiamo litigare ancora qualche annetto.
La zona bassa della classifica mi intriga più di quella alta. Il Torino continua il suo disastro e sta giocando con il fuoco. Rischia di bruciarsi ma soprattutto, dopo averla scampata per un soffio lo scorso anno, ci aspettavamo di vedere un altro film in questa stagione. Nicola non ha cambiato nulla e i tifosi non meritano di vedere il Toro in queste condizioni. Sto tifando, in parte, per il Parma. Perché D'Aversa è bravo, forte e tosto. E poi gli voglio chiedere scusa per avergli dato del "pirla" (nel senso buono) ad aver accettato di tornare a Parma.

Una squadra morta la sta facendo risorgere. Se il Parma non avesse buttato 6 punti dalla finestra chissà dove sarebbe stata ora. D'Aversa ha ridato gioco, armonia, punti e dignità a questa squadra che lì in basso è la più in forma di tutte. La mano del Mister pesa enormemente. Zona rossa che possiamo allargare a tutta Italia. Il Benevento tra il giallo e il rosso dei colori sociali ha scelto l'arancione rinforzato. Pippo sta crollando e fa specie perché i punti del girone di andata avrebbero potuto far star sereno un Benevento che ha calciatori di categoria e spessore. Tornare a lottare per la retrocessione potrebbe sembrare un controsenso. Non vogliamo pensare che stia tornando l'Inzaghi di Bologna. Pippo ha dimostrato di essere un ottimo allenatore di serie B ma a Benevento avrebbe dovuto smentire noi maligni, perplessi sulle sue capacità ad allenare in serie A. Ci ha smentito fino a dicembre ma adesso sta tornando quello di Bologna. La cosa preoccupa. L'involuzione del Benevento è troppo evidente per lasciare sereno Vigorito e Foggia.
Firenze gongola con i gioielli lasciati in vetrina da Zio Pantaleo. Forse Corvino dovrebbe fare qualcuno viola alla Fiorentina. Lo hanno attaccato ingiustamente, senza di lui le cose sono peggiorate e se oggi la viola si tiene a galla il merito è solo di Corvino. Ci sono due plusvalenze da fare. Una è già stata fatta con Chiesa (Corvino), le altre due sono Castrovilli (97) e Vlahovic (00). Panta-Leo dovrebbe chiedere qualche percentuale. Vlahovic è una forza della natura e quando me lo raccontava anni fa pensavo "ahé Corvino quanto vaneggia". Aveva ragione. Il tempo è galantuomo. Commisso, nel frattempo, del calcio italiano non ha ancora capito nulla e Corvino è tornato bello bello a casa a far diventare grande il Lecce. Un grande Direttore protegge sempre il suo allenatore. Quando fai tre anni a Corini e lo difendi dagli attacchi degli scienziati, significa che sei un grande DS. Corini è un allenatore intelligente ed evoluto. Mentre il Monza prendeva Boateng, Balotelli, slavi e croati Corvino a Lecce si teneva Mancosu, prende Coda e poi sfoggia il meglio con tanti ragazzini che faranno le fortune del club. Il calcio si fa così: giocatori di categoria e giovani per il futuro. Il Lecce punta quest'anno alla serie A, e fa bene, ma il progetto rilancio non può durare mai 10 mesi per una retrocessa. Almeno due anni. Sicuramente a Lecce hanno capito che un Direttore che gioca in casa potrà fare le fortune di tutto il club. Pazienza, calma e fiducia. Per costruire ci vogliono tempo ed esperienza, per distruggere ci vogliono due minuti.

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Lunedì 20 Maggio 2024
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