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Pioli ha dimostrato di trovare le soluzioni nei momenti difficili, Inzaghi ancora no. Ma per lo Scudetto è aperta e Spalletti ha una squadra da titolo. E la Juventus? Può ancora salvare questa stagione?

di Marco Conterio
Nato a Firenze il 5 maggio del 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb.com. In tv in Rai con 90° Minuto e Calcio Totale, è stato voce di Radio Sportiva e firma de Il Messaggero
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E' stato un sabato d'inciampi, di rincorse, d'orgoglio e d'attese. L'Inter è quella che precipità giù, nel burrone delle sue incertezze, campionessa che rischia ora di perder lo scettro vittima dell'incapacità di esser di nuovo grande. L'annus horribilis che sportivamente sta vivendo sembra una spirale oscura, dove mai sosta fu più benedetta. Contro la Fiorentina non ha giocato da campione d'Italia e qualche piccolo e sparuto fischio da parte di San Siro, dopo il pareggio coi viola, racconta timori, paure e sensazioni contrastanti da parte del pubblico. Mai come da ieri, i tifosi dell'Inter temono di non riuscire a vincere ancora lo Scudetto. Non può esser solo l'assenza di Marcelo Brozovic a pesare così tanto nell'economia di un'Inter zoppa, perché se così fosse allora pensarla come favorita per il titolo sarebbe sì un'azzardo. Perché Simone Inzaghi, che s'appella sin troppo a scuse e giustificazioni, non riesce a trovare la chiave di volta? Ieri ha sbagliato scelte e pure cambi, ma non è la prima volta della sua carriera che nel ritorno fatica a proseguire lo spendido percorso dei primi chilometri. I trascinatori sembrano stanchi, l'attacco non incide e pure il centrocampo non è più il collante d'inizio stagione.

Pioli ha trovato la chiave giusta, Inzaghi adesso no
La partenza è dai nerazzurri perché ora che son terzi, vien da dire in modo inatteso. E' lì la sorpresa più importante e rilevante, non tanto nel Milan che vince in Sardegna e ora è a sei punti di vantaggio dalle inseguitrici verso il sogno. Il primo tempo di Cagliari non è stato da squadra che lotta per lo Scudetto e, senza voler far troppi giri di parole, questo perché in squadra ha giocatori che da Scudetto non sono. Però è una questione d'ingranaggi. Nell'Inter si sono, al momento, piano per i de profundis, arrugginiti e Inzaghi ha smarrito l'unguento dei primi mesi. Stefano Pioli invece sì. Il fatto che abbia segnato Ismael Bennacer è la fotografia del lavoro dell'allenatore che è riuscito a trovare le soluzioni giuste, con gli uomini, quando altri erano in fase negativa (come Franck Kessie). Deve sistemare la trequarti, perché ieri tra le linee è cresciuto Junior Messias nella ripresa e Ante Rebic ha avuto un impatto importante. Però se non si accende Rafael Leao, come non ha fatto, il Milan rischia di mancare laddove dovrebbe andare a concludere, non solo a rifinire. A proposito della differenza del momento tra Inzaghi e Pioli: l'Inter non sta riuscendo a trovare soluzioni diverse da quella splendida d'inizio stagione. I rossoneri hanno reinventato Pierre Kalulu centrale e la coppia formata ieri con Fikayo Tomori sembra di quelle che non hanno, in fondo, tutta questa necessità di un centrale (ma ben venga, pensa Pioli) come Sven Botman a gennaio.

Questo Napoli è da Scudetto
E poi c'è il Napoli. Che ha il centravanti certamente più in forma della corsa Scudetto, e quando ci si gioca il titolo spesso può far la differenza. Luciano Spalletti si gode Victor Osimhen e ogni tassello della sua rosa: fa il filosofo in conferenza stampa, ma in campo è pragmatico. La sua squadra è compatta e anche le riserve, vedi Dries Mertens a Udine, danno l'apporto giusto. Forse degli azzurri si parla troppo poco in chiave Scudetto a livello nazionale, sembra il sogno di una città che da underdog va a scontrarsi contro le due milanesi, destinate a vincere, l'una o l'altra. Invece il Napoli c'è, perché ieri ha superato i friulani da candidata allo Scudetto. Imperfetta, non dominatrice, non all'altezza delle altre grandi d'Europa ma in fondo le nostre italiane sono ben distanti a ogni livello dalle varie Manchester City, Liverpool, Bayern Monaco, Paris Saint-Germain, Barcellona e Real Madrid.

Come salvare la stagione della Juventus?
Lo dimostra la Juventus, che pur al netto delle autodifesa di Massimiliano Allegri, è uscita un'altra volta in Champions League da favorita, contro la settima in Liga. Se parametriamo le grandissime straniere di cui sopra con le nostre in quanto a investimenti e disponibilità nella cassaforte, allora è difficile giudicare in modo positivo la stagione di una Juventus che è quarta in classifica e già fuori dall'Europa. Allegri parla di percorso, quattro anni di contratto per fior di milioni non possono raccontare altrimenti. Ma se è tornato alla Juventus, lo ha fatto perché in bianconero vincere è l'unica costa che conta (e costa). Potrà farlo in campionato? Stefano Pioli gli dà il dieci per cento di possibilità per lo Scudetto, i granelli della clessidra scivolano però verso il basso e il tempo stringe, latita, e i punti da recuperare restano. Troppi, forse, però per il sogno c'è sempre un barlume di speranza e allora tanto vale provarci. Magari con uno stile diverso da quello visto contro il Villarreal, perché si è trovata in fondo con un pugno di mosche in mano, senza Champions, senza applausi ma con le tasche piene di onesti fischi.

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Giovedì 2 Maggio 2024
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