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Mathys Tel, il nuovo ragazzo figlio della banlieue su cui il Bayern ha scommesso (e di solito vince le scommesse)

di Carlo Pizzigoni
Giornalista, scrittore, autore. Quattro libri, tanti viaggi. Tutti di Calcio. Su Twitter è @pizzigo. Su Twitch con @lafieradelcalcio
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Dice il Saggio, cioè Jorge Valdano: “Il calcio è, forse, l'unica cosa che i poveri hanno strappato ai ricchi. I calciatori sono sempre venuti dal basso, dove la lotta per la vita è divertente su qualunque campo sia possibile lanciare una palla e dove la povertà, grazie al calcio, si può permettere un sogno di prosperità.”
Ci sono luoghi speciali del calcio. Comunità, gruppi, ambiti dove una sfera rotonda rotola sempre. Sotto il sole che batte sui palazzi in costruzione e sui campi di pallone, il calcio rimane aggregazione naturale, principio ed emanazione di valori.

A Sarcelles nessuno guarda la Tour Eiffel, anche se dagli ultimi piani di quei palazzi voluti negli anni sessanta immaginando urbanizzazione completamente regolata e un’architettura razionalista e scientifica, si potrebbe scorgere. Luogo diventato simbolo della banlieue parigina, proprio per queste costruzioni e per il pullulare di gente arrivata da tutta la Francia intesa imperiale e caduta prima a Dien Bien Phu e poi definitivamente ad Algeri e Orano, dai batiments messi in fila dal futuristico piano regolatore si guarda giù, dove i ragazzi inseguono una palla.

Oggi, da un paio di mesi, lo stadio della città, 60mila abitanti e novanta nazionalità presenti, è intitolato a Ryad Mahrez. Genitori algerini (ha scelto di giocare per la nazionale africana, infatti, e ci ha vinto una Coppa d’Africa), l’esterno d’attacco prima del Leicester e oggi protagonista nel City di Guardiola è nato qui. E a Sarcelles è cresciuto sfidando per strada un po’ tutti, ennesimo prodotto calcistico di una cittadina che ha dato almeno una decina di profili al calcio vero. Quella sterzata che fa ammattire mezza Premier è nata lì e oggi è continuamente imitata dai ragazzi della cittadina, che il respiro di un potrero rioplatense quando iniziano le partite tra tutte le comunità presenti: francese lingua comune, poi arabo e le mille sfumature dei dialetti africani e centroamericani.

Sono sfide a cui ha partecipato anche Mathys Tel, il nome del momento sul mercato, centravanti classe 2005 appena acquistato dal Bayern Monaco per 30 milioni. Genitori della Guadalupa, perla del Mar dei Caraibi, Tel è però partito da Sarcelles giocando da difensore nei piccoli club dei dintorni dove ha iniziato il calcio a 11. Il fisico, quello lo ha fregato, anche se lui provava a dire a tutti, che lui era un attaccante. In parola lo hanno preso dopo essersi trasferito prima nel centro federale di Clairefontaine, dove la Francia ha costruito e sta costruendo il suo futuro clamorosamente roseo, e poi a Rennes, la società che gli ha offerto il primo contratto vero.

La fortuna di quando nasci povero, come diceva il saggio, sai che devi dare tutto per inseguire il sogno di prosperità. Non ti spaventano il grigiore di Leicester o il clima della Bretagna, tu pensi al campo. E lì Tel non ha grossi problemi, come non li hanno a Rennes quando devono lanciare calciatori giovani, l’idea di mettergli un paracadute non è contemplata, la storia e il talento bastano e avanzano per inserire in prima squadra un giovanissimo nato in un campo profughi in Angola (tale Camavinga, sentito nominare?) o in una banlieue. E Tel gioca, da esterno d’attacco, perché poi la carta d’identità è quella. Giusto in Nazionale può tornare a fare il centravanti. E a dominare: è stato il riferimento offensivo della squadra che ha vinto, passeggiando, l’Europeo under 17 giocatosi in Israele lo scorso maggio. Ci sono almeno altri tre profili top, nella squadra, e un buon numero che giocherà a buoni livelli coi grandi. Insomma, la solita infornata di talento che ormai la Francia ci ha abituato a conoscere. Ma che il Bayern scegliesse di investire subito e così tanto su di lui ha sorpreso, qui in Italia soprattutto. L’investimento sui giovanissimi è ormai abitudine dei maggiori club del mondo. Ricordate le offerte monstre del Real Madrid per Vinicius Junior e Rodrygo: sembrava (ai soliti) uno sproposito. Ecco, non era uno sproposito, fatti (e gol) alla mano. Bloccare in anticipo il super talento è diventata prassi, la spesa, può anche non essere contenuta (poi c’è anche l’intuizione per Alphonso Davies pagato nove milioni, ma chi avrebbe speso quella cifra per un ragazzino che aveva fatto bene giusto nei Vancouver Whitecaps della MLS?).

Su Tel scommettono già, e la prima richiesta di 10 milioni è presto diventata più del doppio perché al Bayern un talento così non vogliono nemmeno rischiare di perderlo, e ci mettono sopra faccia e credibilità, a cominciare dal mister. Quando hanno detto a Nagelsmann che quel classe 2005 non aveva ancora segnato un gol nella sua brevissima carriera da professionista, il tecnico ha risposto così: “noi ci aspettiamo che nel futuro sia un uomo da 40 gol a campionato.”
Fiducia cieca, e coraggio.

A Sarcelles forse prepareranno presto un altro stadio con un nuovo nome. Certamente non mancheranno tanti ragazzi per giocarci dietro e attorno. Evidentemente nella più iconica banlieue di Francia, sanno come si fa

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Venerdì 3 Maggio 2024
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