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Maldini, in cerca di esperienza e alla ricerca della classe (persa a Genova): ecco cosa è successo. A Firenze ho visto la luce... classe 1997 e non è Chiesa

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Siete pronti a leggere una bestemmia pubblica? Eccola: in tutto questo strazio, al Milan, il meno colpevole è Marco Giampaolo. Un allenatore bravo, un grande teorico, non sempre un eccellente pratico a tal punto che pochi anni fa per far ripartire la sua carriera è dovuto scendere di categoria in serie C per guidare una Cremonese da metà classifica. Ognuno di noi ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma se domani mattina mi chiama la BBC e non parlo inglese perché non ho avuto esperienza all'estero, non credo che la colpa sia mia che accetto ma del direttore della BBC che ubriaco mi ha affidato la direzione del canale e in due mesi vorrebbe farmi condurre il telegiornale in inglese. Passiamo agli aspetti pratici. Il Milan non ha una rosa da metà classifica, come lo scorso anno non aveva una rosa da quarto posto. In questi casi gli allenatori devono fare la differenza e Gattuso era riuscito a fare quello che in molti credevano fosse scontato. La società in primis. Nessuno, tra tanti uomini di calcio, si era reso conto che Gattuso aveva reso possibile l'impossibile. La squadra è mediocre e se fai acquisti che non sono richiesti da Giampaolo, il quale si trova già alla prima esperienza con una grande, sicuramente non stai aiutando il tuo allenatore. E se lo metti in discussione pubblicamente, non spegnendo le voci dei giornalisti maligni, lo hai perso definitivamente, anche perché Giampaolo non ha nel carattere combattivo il suo pezzo forte del repertorio. La colpa è di proprietà (inesistente) e di Gazidis, professore di inglese che non ha mai capito realmente che in Italia siamo un Paese a parte. A cascata arriviamo sulle colpe principali. Chiediamo scusa a Galliani che se, in tanti anni, non ha tirato dentro campioni del passato un motivo ci sarà stato. Boban è un grande politico e un ottimo commentatore televisivo. Esperienze in battaglia: zero. Massara fa l'osservatore ed è un altro mestiere rispetto al direttore sportivo e Paolo Maldini resta e resterà la bandiera di questa società, una dinastia rossonera e una grande famiglia di calcio, ma se voleva da Galliani, ai tempi, carta bianca perché non gli piaceva fare il manichino allora dovrebbe dare qualche risposta a chi finalmente gliel'ha data. Premessa: nulla contro Maldini che è un grande, un personaggio di altissimo livello ma per troppi anni fermo, arrugginito e senza alcuna esperienza dirigenziale. Talmente inesperto che a Genova è successo di tutto. Vi raccontiamo il fatto. Intervallo di Genoa-Milan, siamo in Tribuna d'Onore. La Tribuna a Genova è piccolina, uno addosso all'altro. Passano Gazidis, Boban e Maldini. Un tifoso, sulla cinquantina, urla dicendo "A casa, voi e quello là" indicando Marco Giampaolo. Il tifoso rossonero è un uomo abbastanza conosciuto nel mondo delle 4 ruote perché un manager di spessore di una grossa azienda. Tifoso del Milan doc. Sabato sera ha deciso di portare per la prima volta il figlio piccolo allo stadio.

Voi starete pensando: perché deve urlare alla società di andare a casa? Perché il tifoso è deluso e senza insultare nessuno allo Stadio puoi dire ciò che vuoi, senza andare oltre. Il tifoso-manager non è andato oltre... Maldini sì. Cosa è successo davanti a centinaia di persone e a politici della Regione Liguria? Una sceneggiata non alla Maldini. Va a 20 centimetri dalla faccia del manager-tifoso, si avventa su questa persona e come un ossesso gli grida "Chi cazzo sei coglione", frase ripetuta con gli occhi spalancati 5-6 volte. Addirittura una reazione spropositata che ha obbligato lo staff ad intervenire. Era da poco finito il primo tempo. Un atteggiamento di scarsa professionalità (siamo al Milan) e di un nervosismo che sta divorando i dirigenti rossoneri; Maldini in primis. Tra le parti non c'è più sintonia. Una sceneggiata non alla Maldini, ma - da persona seria qual è - basterà chiedere scusa al tifoso. Capiamo il nervosismo e sappiamo che il calcio logora tutti. Non siamo bacchettoni da fare la morale, ci mancherebbe, ma forse Maldini dovrebbe una spiegazione anche perché allo stadio a vedere il grande Maldini insultare il papà c'era un bambino alla sua prima volta in uno stadio.
Chiusa la parentesi Milan, che meritava ampio spazio, volevo solo fare una riflessione su un calciatore che conosciamo da tempo ma che ieri in Fiorentina-Udinese mi ha clamorosamente impressionato. Lo conosco dai tempi di Bari ma mai avrei immaginato di vederlo a questi livelli. Gaetano Castrovilli classe 1997. Attenzione: non sto dicendo che l'ho scoperto ieri, anche perché a Cremona lo abbiamo seguito passo passo, ma un ragazzo che passa dalla serie B a questi livelli in A con la Fiorentina è quasi sconvolgente. Ieri, contro un'ottima Udinese che ha fatto vedere enormi progressi, questo ragazzo ha comandato il centrocampo. Ha quantità, qualità, personalità e tiro. Signori, va bene parlare di Chiesa (anche lui classe 1997) che vale 70-80-90, ma una mezzala così non è facile trovarla. Castrovilli, se dovesse continuare così, varrà almeno 40 milioni di euro. Sono rimasto sorpreso perché era ovunque. Non conosco il ragazzo, non so chi sia l'agente e non ho bisogno di fare marchette. Ormai ci conosciamo da un po'. Scriverò un sms a Pradè, però, per farmi mandare la maglia autografata perché chiedere quella di Ribery è troppo facile. Chi chiede quella di Castrovilli, oggi, potrebbe essere riconosciuto come intenditore domani.

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