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Leonardo non conosceva Higuain? Il Milan ha sopravvalutato il Pipita. Troppa ipocrisia su Wanda Nara: l'unico errore sarebbe quello di non comportarsi come gli altri procuratori

di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per Tuttomercatoweb.com dal 2008, è il vice direttore dal 2012
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Gonzalo Higuain è stato il miglior centravanti visto in Italia dopo Zlatan Ibrahimovic. Ha riscritto la storia dei cannonieri della Serie A battendo nel 2016 il record di Nordhal che resisteva da 65 anni. Diciassette, poi 18, 36, 24 e 16 gol in cinque stagioni di Serie A, 111 in cinque campionati. Sono numeri, dati certi, da tenere in considerazione anche adesso, nei giorni in cui il Pipita è pronto a dire addio all'Italia nel modo peggiore possibile. Con una modalità per certi versi umiliante.
Pensare e organizzare un'uscita del genere era sceneggiatura complicata anche per Spike Lee. Ci ha pensato l'indole del Pipita, un carattere che rappresenta l'altro lato della luna. Il volto oscuro di un grande centravanti che però non è mai stato un campione.
Il campione è per definizione un trascinatore, leader tecnico ma anche carismatico. Senza scomodare Pelé o Maradona, campioni lo sono stati Gigi Riva o Andrés Iniesta. Trasformano le difficoltà in opportunità, cambiano il corso della storia. Tirano fuori il genio quando non sembrano esserci vie d'uscita e la pressione è pronta a schiacciarti da un momento all'altro.
La carriera del bomber sudamericano dalla pressione è stata invece logorata. Lo racconta il suo cammino con l'Argentina e lo accennò, in fondo, anche il suo triennio a Napoli. Higuain è uno straordinario finalizzatore, ma se la squadra si avvicina al baratro è il primo a precipitare.
L'errore di Leonardo è stato quello di sottovalutare questo aspetto. In estate il dirigente rossonero ha preso un grande centravanti pensando di aver preso un campione, credeva di poter cambiare col suo acquisto il corso della storia del Milan. Ma Higuain è tutt'altro calciatore: è il 9 perfetto se deve finalizzare il gioco nel Napoli di Sarri, se deve essere grande giocatore tra i grandi giocatori nella Juve di Allegri. Questo Milan è invece un discorso diverso, ha bisogno delle fondamenta e non della più succulenta ciliegina per la torta. E quando Leonardo, a margine della presentazione di Paquetà, striglia Higuain perché reo di non prendersi responsabilità all'altezza dello stipendio significa che non conosce la storia dell'argentino nato a Brest. Che è grande bomber e nulla più e che fa bene adesso ad attraccare in un porto sicuro come il Chelsea di Sarri.

Su Wanda Nara ormai da anni se ne leggono di cotte e di crude. Banalità nelle migliori delle ipotesi, offese non replicabili negli altri casi. La sua continua esposizione mediatica dà fastidio a una delle ultime roccaforti maschiliste della società e il suo essere procuratore di uno dei migliori numero 9 d'Europa non è visto di buon occhio da chi, dopo tanti anni in questo ambiente, non vede nemmeno col binocolo una procura così importante. E' diventata la manager di Mauro Icardi perché è la sua compagna, è vero, ma dove è la novità? Affidarsi a familiari è scelta molto comune, soprattutto tra i giocatori importanti. Quelli che brillano di luce propria e non hanno bisogno di canali particolari per sponsorizzarsi.
In queste settimane, Wanda Nara sta facendo né più né meno rispetto a quello che avrebbero fatto altri procuratori: tira acqua al proprio mulino. Ha stipulato nel 2016 un contratto con l'Inter molto intelligente e adesso ha il coltello dalla parte del manico perché con le condizioni attuali in estate ci sarà la fila di club disposti a pagare 110 milioni di euro per accaparrarsi Icardi. Dal Real Madrid in giù.

Legittimamente, per annullare o raddoppiare questa clausola Wanda Nara vuole raddoppiare l'ingaggio di Icardi, facendo anche in questo caso un ragionamento che è in linea con le logiche di qualsiasi procuratore: l'attaccante di Rosario è uno dei migliori 9 in Europa, guadagna cinque milioni di euro a stagione e tutti gli attaccanti che sono considerati al suo livello guadagnano il doppio o anche di più. Higuain ha accettato il Milan grazie a un'offerta da 9 mln a stagione, Cavani a Parigi di milioni ne guadagna circa 11, Lukaku a Manchester anche di più. Sono sopra i 10 milioni netti l'anno anche Lewandowski e Suarez.
Alla luce di questi dati, il ragionamento è molto semplice: se l'Inter pensa che Icardi valga (o possa valere a breve...) questi giocatori gli rinnovi il contratto a queste cifre, altrimenti dopo un tira e molla che va avanti da più di un anno c'è la possibilità che in estate Icardi cambi casacca. Perché c'è chi - come Florentino Perez - è disposto a concedere a Maurito un ingaggio così importante.
E' il ragionamento di qualsiasi procuratore, la classica logica di mercato. Può piacere o meno, ma è il più comune tra i ragionamenti che fanno i procuratori. E l'avessero fatto Mendes e Branchini, adesso saremmo tutti qui a elogiarli. Invece l'ha fatto Wanda Nara, 'colpevole' di non voler mantenere riservati i contatti e la trattativa, 'rea' di chiedere 10 milioni di euro a chi gliene offre sette. Manco fosse davvero una questione delicata: il calcio - ricorda spesso il buon Sacchi - resta sempre la più importante tra le meno importanti. Figurarsi una trattativa per un rinnovo di contratto...

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Sabato 27 Aprile 2024
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