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La miseria del calcio italiano in tre capitoli: 5mila spettatori a Milano come a Empoli. L'Udinese in campo senza (o quasi) giocatori. Il caso Zielinski positivo e le decisioni del Napoli contro il buon senso

di Marco Conterio
Nato a Firenze il 5 maggio del 1985, è caporedattore di Tuttomercatoweb.com. Inviato sulle grandi competizioni internazionali, è stato firma per Il Messaggero e speaker per Radio Sportiva
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C'è un paradosso grande come uno stadio vuoto in questa vicenda italiana che equipara San Siro al Castellani di Empoli, cinquemila spettatori per tutti in modo talmente ecumenico da essere tutto fuorché una decisiona draconiana. Perché qui di oltranzista e intransigente c'è solo l'inadeguatezza di un sistema che è sempre preso a calci dall'esterno e dall'interno. "Chiudiamo gli stadi", e via tutti contenti contro il nemico pallone. "Restiamo in cinquemila", con calcoli fin più assurdi di quelli di chi equipara o peggio ancora, un teatro all'aperto come uno stadio con tutti i luoghi angusti e chiusi ancora aperti e stipati da sardine in mascherina. Il paradosso degli stadi, d'altro canto, è che in ben pochi indossano i dispositivi di sicurezza e ancora meno vengon rispettate le distanze. Senza grandi giri di parole: sugli spalti ci siamo stati e le televisioni le abbiamo. Viste le curve? Come un tempo, altro che pandemia. Sicché il rigore servirebbe, come sempre, nel rispetto delle regole, piuttosto che in misure che hanno solo il sapore del panem et circenses e poc'altro.

Il paradosso Udinese, in campo senza giocatori (o quasi)
E poi ci sono due paradossi. Due storture italiane, la prima si chiama Udinese. Il nuovo protocollo è stringente e non fa prigionieri: ne bastano 13 di giocatori negativi e sani affinché la partita si possa giocare. Contro l'Atalanta i friulani ne dovrebbero avere così pochi e con tanto di Primavera e con un solo portiere. Senza giri di parole: questo mina la regolarità del campionato. E' un paradosso così come lo è un calendario che non è mai stato rivisto, a livello internazionale, e che è rimasto tale e quale anche in livello di pandemia. Troppe partite. Troppi impegni. Troppi incastri. E figuriamoci che tra le proposte ci sono Mondiali ed Europei ogni biennio. Salvaguardare calendario e protocollo è la mission, adesso, però i paletti voluti sono fin troppo stringenti da ritenere quella che si prospetta oggi tra Udinese e Atalanta come una gara 'equa'.

Il paradosso Zielinski in campo e ora positivo
Il secondo paradosso è Piotr Zielinski. La Juventus, per specificare, non ha di fatto margini per un ricorso e dove il Napoli ha tecnicamente agito secondo il protocollo della FIGC e superando le decisioni della ASL. Dopo aver fatto il contrario, peraltro, in occasione dell'ultima volta a Torino contro la Juventus. Il riassunto della questione: il giocatore, con Amir Rrahmani e Stanislav Lobotka, viene identificato dalla ASL Napoli 2 Nord come contatto stretto con un positivo che, pur vaccinati, non hanno il booster e seconda dose da oltre 120 giorni. "Chi è in quarantena non può giocare", dice l'Asl Torino, ma i tre sono a Caselle, arrivati da Napoli. Di fatto, rispettano il protocollo FIGC: è un percorso in bolla casa-lavoro e infatti rischiano una sanzione amministrativa per aver contravvenuto le indicazioni della ASL. Così giocano tutti e tre, "perché il Napoli è in bolla", fa sapere poi anche il Direttore ASL Napoli 2 ieri. La Juve non può far ricorso perché non ci sono margini ma ieri sera è arrivato l'esito del tampone di Zielinski. Positivo. "Ha rispettato rigidamente il protocollo medico relativo a tutti i comportamenti da adottare per evitare la diffusione del virus", fa sapere il Napoli e gli crediamo. Solo che una partita di calcio, contatti, contrasti e via discorrendo, vanno ben oltre ai protocolli e alle distanze. Qui non ragioniamo di cioè che è lecito e no, visto che a norma di protocollo FIGC (quello che la scorsa volta De Laurentiis ha superato rivolgendosi alla ASL) è tutto in regola. Il discorso è diverso. Parliamo di buonsenso. Di esempi che il calcio dovrebbe dare e che invece, tra calendari, decisioni egoiste ed egocentrate, continua a non dare. Il valzer di Zielinski e degli altri due, col polacco oggi positivo, ne è la summa massima. Racconta tutto quel che il calcio non dovrebbe fare, in questo periodo. Come prendere decisioni di basso populismo, mettendo 5mila persone in stadi deserti, che siano immense cattedrali o impianti di provincia. Facendo viaggiare squadre per partite che non ci saranno. Tutto per una patina, tutto per una forma, senza nessuna sostanza. Dove porta il vento, che non è mai quello giusto.

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Martedì 30 Aprile 2024
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