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L’incredibile scudetto, la normalità di Pioli, gli antichi dubbi su Maldini, lo striscione stonato, la risposta di Perisic all’Inter, Dybala e… Villa Bellini, un pizzico di Roma. E Nicola, certo…

di Fabrizio Biasin
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“Prima di tutto bisogna fare i complimenti ai ragazzi” (cit.). E i ragazzi sono quelli del Milan. Diciamolo: a inizio stagione pochi illuminati credevano allo scudetto dei rossoneri, di sicuro molti meno rispetto alla moltitudine di coloro che ora “io lo avevo detto che avrebbero vinto, chiedilo a mio cugino”. Il qui presente pensava francamente che Pioli e soci potessero puntare alla qualificazione Champions, ma non molto di più. Ecco perché questo scudetto ha un valore enorme ed è figlio di un lavoro davvero importante: quello del club, bravo a scegliere una “linea” e a portarla avanti con estrema coerenza; quello di Maldini che i più dicevano “non è adatto a fare il dirigente” e invece ci è riuscito eccome, tra l’altro con grande eleganza che male non fa; quello di Stefano Pioli. Ecco, sul tecnico campione d’Italia sono due anni che andiamo avanti a sbrodolare e, quindi, ci limitiamo a ribadire il concetto: ci sono allenatori bravi che si sentono “Dio sceso in terra” e altri altrettanto bravi che si imbarazzano a dire “ho vinto”. Pioli si merita tutto anche per questo suo essere meravigliosamente “normale”.

Consentiteci un solo appunto: nella due giorni di doverose celebrazioni rossonere, di Inter che fa i complimenti al Milan e Milan che fa i complimenti all’Inter, di città che riesce a mantenere un esemplare ordine nonostante la rivalità cittadina, lo striscione apparso sul pullman dei festeggiamenti rossoneri è un “di più” che si poteva evitare (così come si poteva evitare l’inchiesta Figc, senza senso). Poi ognuno la pensi come vuole, per carità.
L’Inter si lecca le ferite ed è normale che sia così. La risposta dei 70mila di San Siro alla fine della partita è stata davvero molto bella, matura, intelligente e lucidissima: la squadra ha dato tutto, il pubblico glielo ha riconosciuto. Resta l’amarezza, ovvio, da stemperare con il micidiale fanta-mercato. In mezzo a tante balle ci sono cose piuttosto concrete da raccontare. La prima riguarda Perisic: l’Inter ha incontrato l’agente del croato. È successo ieri. Il tentativo è quello di convincere il giocatore più performante della stagione appena conclusa ad accettare la nuova e ultima offerta. Trattasi di un biennale da 5 milioni di euro più bonus, che per un 33enne sono francamente un sacco di soldi. La palla passa al vice campione del mondo, ma abbiamo già una certezza: Marotta e Ausilio non rilanceranno. All’estero probabilmente c’è chi gli offre di più, ma lasciare l’ovile significherebbe abbandonare il 3-5-2 di Inzaghi che tanto bene ha fatto al suo rendimento.

E poi Dybala. Si sa, argentino e nerazzurri si annusano da un po’ e, anzi, nonostante le smentite il contatto c’è già stato (nella mitica Villa Bellini! Quella del “patto” con Antonio Conte!). Anche in questo caso la situazione è chiara: il giocatore accetta volentieri la destinazione ma ha pretese importanti (7 milioni di ingaggio e un triennale). Il club sta valutando quanto ne possa valere la pena. Nessuno mette in discussione le qualità dell’attaccante, ma resta ancora qualche riserva sulla sua integrità fisica. Poi, per carità, un posto in campo per Dybala si trova sempre, a patto che il suo arrivo non condizioni il resto del mercato.

E veniamo al punto. Oggi - salvo rinvii dell’ultim’ora - è previsto l’incontro tra allenatore e dirigenza per ragionare su quel che accadrà in estate. C’è chi ha già fatto le valigie (l’ex capitano Andrea Ranocchia) e chi le farà presto (Sanchez e Vidal, il secondo ha già un accordo di massima con il Flamengo). L’obiettivo del club è trovare un modo per raggiungere gli obiettivi imposti dalla proprietà (abbattere il monte ingaggi del 15% e portare liquidità per 50-60 milioni) senza dover rinunciare a nessuno dei big in rosa. Non sarà semplice, ma non credete a chi ha già disegnato i soliti scenari apocalittici.
E forza Roma (che una vittoria europea, al nostro calcio, serve come il pane).

E osanna a Nicola (che a Salerno ha fatto una cosa impressionante).
E vi lascio con l’undici 21-22 del sottoscritto giusto per fare un po’ di caciara (Maignan; Skriniar, Bremer, Tomori; Cuadrado, Milinkovic-Savic, Brozovic, Tonali, Perisic; Immobile, Leao).
E buone ferie serie A.

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