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Juve: il piano-Lukaku e "il centrocampista". Inter: le parole di Marotta e i 15 milioni per Dzeko. Milan: ragioni e torti dell'affare Cutrone. Napoli: l'ultima carta per James

di Fabrizio Biasin
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© foto di Alessio Alaimo

Cose sentite durante il sacro varo dei calendari:

“Si vede l’impronta”, “Tanto prima o poi dobbiamo affrontarle tutte”, “Sarà una stagione combattuta”, “Dobbiamo farci trovare pronti per sfruttare le occasioni che il mercato offrirà”, “Non mi sembra giusto parlare dei giocatori altrui”, “L’imparzialità del cervellone”, “C’è tempo”, “Non c’è tanto tempo”, “Le tre neopromosse avranno un compito difficile”, “Siamo fiduciosi”, “Sarà un inizio complicato”, “Speriamo di giocare un bel calcio”, “La squadra deve mantenere lo spirito dello scorso anno”, “Sarà un campionato spettacolare”, “Bisogna far crescere il prodotto calcio”, “Metteremo agonismo, corsa. E la cattiveria”, “Occhio, è la stagione che ci porta all’Europeo 2020”, “Vogliamo aumentare le nostre prestazioni tecniche”, “La riscoperta dei valori del calcio”, “Il campionato italiano è il più difficile”, “TESTA BASSA E PEDALARE”.

Su “testa bassa e pedalare” ci sono stati dei mancamenti.

In ogni caso, abbiamo il calendario. Tutti affrontano tutti, alcuni prima, altri dopo. E non c’è molto da aggiungere. Nella sede di Sky hanno parlato e straparlato tutti i presidenti/amministratori delegati/reggenti dei 20 club di serie A. Parevano scolari in gita, con Ferrero nei panni di quello che si mette in fondo al pullman a far casino. Ora bisognerebbe fare l’analisi della prima e della seconda e dell’ultima giornata, ma è una roba talmente noiosa e inutile che la lasciamo a chi c’ha voglia.

Poi ci sono state anche dichiarazioni interessanti, per carità. Prendete Marotta: “Oggi alcune richieste sono elevate. L'Inter ha fatto offerta congrua, rispettando anche il valore del giocatore. Non abbiamo concluso, quindi monitoreremo. Non me la sento di sbilanciarmi, perché nel calcio tutto è imprevedibile”. Molti hanno pensato: “Azz, per Lukaku si mette male”. Probabile invece che si tratti di strategia (una cosa del tipo “occhio Juve che ve lo lasciamo per davvero”). Per l’attaccante dalle cosce grosse come Nagatomo, i nerazzurri sono arrivati ad offrire 70 milioni + bonus (totale 75), difficilmente si andrà oltre, probabile che alla fine il Manchester United accetti. E se non arriva il belga? Intanto si aumenteranno gli sforzi per Dzeko (offerta salita a 15 milioni, la Roma resta ferma sui 20) e poi si vedrà. E Icardi? Nessuna novità. L’attaccante tornerà ad allenarsi in gruppo ma solo per non perdere la preparazione. Il ragazzo crede intimamente di poter convincere il tecnico a pressare la società per un reintegro, ma si tratta di pura illusione. Totale? Conte vuole “quei due attaccanti là” e alla fine arriveranno. Bisogna solo capire “quando” e, soprattutto “a quale prezzo”.

E voi direte: ma c’è anche la Juve su Lukaku. E francamente ci sembra una legittima balla. “Legittima” perché è normale provare a dar fastidio ai competitor più “pericolosi”, ma comunque “balla”: se i bianconeri avessero davvero voluto il colosso belga, l’avrebbero preso da tempo. La Juve vuole spingere l’Inter ad accelerare per poter sferrare l’attacco ad Icardi, ma l’Inter ha capito quel che accade e, in definitiva, son tutti lì a giocare a Un Due Tre Stella, gioco assai pericoloso, tra l’altro. Di vero, invece, c’è la possibile cessione di Dybala, scelto dal club per fare cassa, ma solo in presenza di un’offerta indecente. Totale: al momento non si muove nulla. E il famoso “centrocampista in più”? Chi scrive è scettico a proposito della possibilità di far arrivare un altro super top, ma era scettico anche l’anno passato su Ronaldo e quest’anno su De Ligt. Ergo, chi vivrà vedrà.

Succedono cose strane e meno strane in casa-Milan. Quelle meno strane: l’attaccante portoghese Rafael Leao è in arrivo, al Lille andranno 30 milioni. Quindi arriverà anche un’altra punta, che poi è Correa, ma solo se partirà André Silva e solo se l’Atletico verrà incontro ai rossoneri (50 milioni sono uno sproposito).

Quindi le cose “strane”. È partito Cutrone e ci sta: i rossoneri dovevano e devono creare plusvalenze, soprattutto non hanno mai considerato il bomberino come un possibile titolare di Giampaolo. E fin qui è tutto normale. Due cose non sono “normali” (oh, opinioni personalissime): 1) Non riuscire ad andare oltre i 18 milioni + 4 di bonus cedendo un giocatore in Premier League, il campionato dove gli ultimi della classe prendono 100 milioni (circa) di soli diritti tv. 2) Assistere alla “resa” di un giocatore che avrebbe fatto di tutto pur di restare a Milano. Ha detto così, Cutrone: “Se ci sono rimasto male? Avete visto tutti... Fa un po' effetto, ma è la vita”. Non finirà a spaccare le pietre, per carità, ma in un mondo dove gli assetati di denaro sono molto più degli “attaccati alla maglia”, certe parole lasciano il segno. Buona fortuna a lui.

E il Napoli. La faccenda è sempre la solita: il minchione qui presente l’altro giorno ha scritto: “De Laurentiis non si accontenta più del piazzamento con le tasche piene, ma prova davvero a vincere. Non è detto che ci riesca con Pépé, ma l'investimento (se confermato) è il segnale della "sua" svolta mentale”. Ecco, qualcosa evidentemente è andato storto, il super patron ora confida in un “miracolo James Rodriguez” (nel senso che solo Mendes può riuscire nell’impresa di farlo arrivare in prestito con diritto di riscatto) e proverà – via Giuntoli – a convincere Icardi.

Chiusura su De Rossi, presentato ieri a Buenos Aires. La questione è semplicissima: nel mondo delle commissioni a tradimento, dei procuratori fetenti, dei "viene ma vuole 34534 milioni", del "di là gli danno di più", del "non ci sono le condizioni" e del “decisive le prossime 24/48 ore”, il buon Daniele non ha avuto bisogno neppure di un secondo per decidere che era giunto il momento di fottersene di tutto e tutti e di farsi un regalo. Ecco, nel calcio di oggi significa essere unici.

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