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Jorginho non aver paura di sbagliare un calcio di rigore... Ma siamo come il tennista con il braccino. Zeqiri come Arnautovic, ma l'Italia del 2019 va a Belfast e ne fa 3

di Andrea Losapio
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

Lo sport italiano principale non è il calcio, né il ciclismo. È l'identificazione del capro espiatorio, il Malaussène della situazione per usare un nome tanto caro a Daniel Pennac. Così il nostro buon capro è diventato Jorginho, centrocampista che nel Chelsea ha vinto la Champions League, con l'Italia ha alzato l'Europeo, poi si è vinto pure la Supercoppa. Una stagione straordinaria, con la possibilità di vincere anche il Mondiale per Club. Il problema è che l'altro Mondiale, quello con le Nazionali, sembra diventare un tabù. Da una parte chi punta il dito ha ragione, più che altro per la striscia e l'effetto psicologico subito da Jorginho: rigore sbagliato contro Pickford quando poteva far vincere l'Europeo a tutti. Poi parato da Sommer in Svizzera, per quella che poteva essere la pietra tombale della qualificazione. Infine la trasformazione da tre punti, ma l'Olimpico non era quello del rugby della settimana prima.

Jorginho non doveva avere paura di sbagliare un calcio di rigore, perché non è da questi particolari si giudica un giocatore. Certo, il viso prima del tiro poteva suggerire un cambio di tiratore, Mancini ora lo cambierà. Ma è proprio tutto qui il malessere in vista della partita contro l'Irlanda del Nord? La squadra delle qualificazioni europee andrebbe a Belfast e dopo mezz'ora sarebbe 3-0. Come fatto con la Grecia a giugno del 2019, quando la gara durò solamente mezz'oretta. E poi proverebbe andare a valanga, perché questa Irlanda del Nord vale quella sfida. Un solo gol in tre partite (zero subiti, anche) contro Lituania, Svizzera e Bulgaria. Vero è che pure noi, dal nostro punto di vista, abbiamo fatto pochino per meritarci questa qualificazione: l'1-1 del Franchi con la Bulgaria grida vendetta, come la doppia sfida contro la Svizzera.

Ai punti saremmo qualificati, ma sarebbe meglio non prendersi il punto del K.O. proprio dove, nel 1958, maturò l'altra grande eliminazione del Mondiale dopo la Svezia. Meglio non pensarci troppo, altrimenti rischiamo di avere il braccino, come il tennista che non riesce più a chiudere una partita dove ha avuto tre match point e va a perdere al tie break. Sarebbe troppo, dopo quello visto in Russia, ma anche dopo un Europeo vinto con fiducia e quasi sempre con il pallino del gioco. Quella contro la Svizzera può essere la nostra Austria, Zeqiri che sbaglia da zero metri al novantaduesimo può essere il gol di Arnautovic. Dobbiamo sperarci, anche se in effetti (e sarei fiero di essere smentito) questa Nazionale non è quella di due anni fa. E forse nemmeno quella di sei mesi fa.

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Martedì 30 Aprile 2024
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