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Il nuovo Portogallo e il solito Cristiano Ronaldo. Per Roberto Martinez una risorsa o un ostacolo in vista dell'Europeo?

di Carlo Pizzigoni
Giornalista, scrittore, autore. Quattro libri, tanti viaggi. Tutti di Calcio. Su Twitter è @pizzigo. Su Twitch con @lafieradelcalcio
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Non era nemmeno il decimo minuto del primo tempo. Uno contro uno di Bernardo Silva sulla destra e cross in mezzo, assist di João Felix e Cristiano Ronaldo segna il gol che sblocca il risultato contro il Lussemburgo, il primo della grandine che colpirà per novanta minuti la porta dell’incolpevole Tony Moris, più che discreto numero uno dell’Union Saint Gilloise. Il Portogallo ricomincia, dopo il mondiale deludente, viste le premesse soprattutto, con due vittorie larghe, 4-0 al Liechtenstein e 6-0 al Lussemburgo, un nuovo tecnico, Roberto Martinez, e il solito, onnipresente Cristiano Ronaldo, che gioca entrambe le gare da titolare, più di 70 minuti la prima, più di un’ora la seconda, e le firma entrambe con una doppietta.
Classe 1985, 38 anni, l’attaccante dell’Al Nassr ha l’entusiasmo del primo gol ad ogni segnatura, che celebra col solito saltello più grido.

Una soluzione temporanea
Se in superficie possiamo cogliere quello che sembra una ritrovata serenità attorno a una delle selezioni migliori al mondo dopo i mugugni e qualche polemica del Qatar, sull’orizzonte è impossibile non sottolineare che questa situazione è chiaramente temporanea. E proprio nel Mondiale dicembrino abbiamo già visto quello che è il suo erede nel ruolo di centravanti nella nazionale lusitana. Gonçalo Ramos ha esordito da titolare realizzando una tripletta, con Ronaldo in panchina, e, vista anche la stagione in campionato (Benfica primo) e in Champions (Aquile ai quarti di finale), quindi non nel torneo saudita,, in queste due gare si è accontentato di raccogliere minuti spazzatura con la gara già morta e sepolta. La domanda da farsi non è nemmeno più: è giusto? ma: per quanto tempo ancora dovrà vivere questa situazione da panchinaro?

Come giocherà con Martinez?
Con il nuovo sistema di gioco di Roberto Martinez, 343/3421, alle spalle del 9 hanno agito João Felix e, a turno, Bernardo Silva e Bruno Fernandes: al netto delle avversarie non di livello (ma il Lussemburgo non è affatto male come lo dipingono, anzi), le gare le ha dominate, palesando una capacità di finalizzazione clamorosa. Non che stupisca, leggendo i nomi che abbiamo elencato ( a cui vanno aggiunto anche le ottime “riserve”, molto bene nello spezzone anche Rafael Leão, al di là dell’errore dal dischetto, contro Lussemburgo), però vale la pena registrare anche la confidenza che il gruppo sembra avere alle sollecitazioni del corpo tecnico, che comprende come allenatore in seconda Ricardo Carvalho, storico centrale del Porto e già assistente di Villas Boas al Marsiglia.
Gonçalo Ramos è stato provato in allenamento come uomo dietro l’attaccante di riferimento, ma è ovvio che diversi suoi compagni conoscono meglio quella posizione, proprio perché il Portogallo è una squadra piena di talento. E il centravanti del Benfica è stato giusto il sostituto di CR7.

L'ombra di Cristiano Ronaldo
La questione non riguarda solo la questione di chi deve giocare da riferimento offensivo, ma anche dell’ombra che Cristiano mette sopra l’allenatore. Se al momento dell’annuncio, Roberto Martinez aveva parlato del madeirense come uomo di esperienza ma sostanzialmente che parte alla pari con gli altri, alla prima convocazione a molti è sembrato che non ci fossero alternative alla scelta di metterlo titolare. Un po’ come allo United in cui si è passati da “faccio quel che mi dice l’allenatore” a “l’allenatore non mi rispetta”, con Ten Hag che ha dovuto avere uno scontro diretto. E la giunta naturale che si fa attorno al ritiro della squadra portoghese è pericolosa: “si fa ancora come dice Ronaldo o, peggio, “Fernando Santos è stato fatto saltare perché al Mondiale lo ha messo in panca”. Entrambe le situazioni tenderemmo ad escluderle, perché del tecnico spagnolo abbiamo molta stima, ma già il fatto che possano essere ritenute credibili da parte del movimento portoghese rischiano già di minare la credibilità del CT appena arrivato.

Le scelte sul futuro
Il futuro rimane pieno di scelte non facili. Dopo quei gol sarà complicato mettere da parte Cristiano, alla perenne ricerca di record di gol, e poco comprensibile rinunciare a Gonçalo Ramos, anche perché l’Europeo di Germania è nel 2024 con CR7 sempre impegnato nell’allegro campionato saudita, la cui competitività è sotto gli occhi di tutti e, al di là dei proclami di Ronaldo, è lontano dal diventare uno dei “3-4 campionati più importanti” del pianeta.

Si arriverà allo scontro?
Si arriverà allo scontro, a quello scontro che in Qatar ha decisamente fatto male al Portogallo? L’unica chance sarebbe quella di un Cristiano che si fa da parte ed accetta un ruolo minore all’interno della Nazionale, ruolo che fino a qui non ha mai accettato. L’idea di avere un Ronaldo dalla panchina sarebbe certamente un risorsa, ma davvero lui è convinto di un ruolo del genere. Oggi non sembra. Col ritorno delle qualificazioni europee vedremo se sarà tempo di scelte forti da parte di Martinez ed eventualmente anche dei big dello spogliatoio. Passerà da loro il futuro del Portogallo, molto più che da CR7. Il problema rimane sempre come e quando dirlo al numero 7…

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Martedì 30 Aprile 2024
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