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Il mercato diverso: le rivoluzioni a confronto di Juve, Napoli e le romane

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Ci sono delle squadre che hanno infiammato più di altre questo mercato estivo, nel mese di agosto. E che ancora dovranno finirlo con un count down che in qualche caso aiuta in qualche altro mette pressione.
Le milanesi da questo punto di vista sembrano essere relativamente più serene. L’Inter - convinta di trattenere Skriniar - avrebbe bisogno soltanto di un difensore (per andare a sostituire anche numericamente) Ranocchia. Il Milan deve aspettare gli ultimi giorni di mercato per completare la rosa dei campioni d’Italia con un difensore e un centrocampista. Importanti ma non imprescindibili.
E comunque negli 11 titolari le due milanesi hanno messo un pezzo in più: Lukaku da una parte, De Ketelare dall’altra. Due pezzi da 90, come i loro numeri, ma il resto sono (o saranno) pedine importantissime per dare ancora più profondità alla rosa.

Da altre parti c’è stata un’autentica rivoluzione. Alla Lazio, di cui si parla poco a dire la verità perché ha concentrato i suoi acquisti non nella fase finale del mercato, rispetto all’ultima stagione di Inzaghi sono rimasti soltanto 4 titolari: Immobile, Milinkovic Savic, Lazzari e Luis Alberto (che peraltro è sempre stato molto chiacchierato sul mercato). Un vera e propria rivoluzione nel nome di Sarri: ora la trasformazione la possiamo considerare completa e sulla quale Sarri può lavorare portando i suoi concetti che già aveva cominciato a impiantare dalla scorsa stagione.

Certamente più clamore ha fatto la rivoluzione in casa Roma. Un trofeo alzato in aria e la mission del club (raggiungere entro tre anni la Champions League, puntando soprattutto su giovani di talento) è servita a far capire che la strada può essere anche accorciata. Affidarsi a Mourinho, sempre un vincente, e al suo carisma ha permesso alla società e a Tiago Pinto di fare un mercato, finora, straordinario. Dybala e Wijnalduum sono “soltanto” gli ultimi due colpi. Non sono giovani, come non è giovane Matic. Ma sono pronti, pronti per vincere o per cercare di vincere subito. Vincere un trofeo, contendere lo scudetto fino alla fine, tornare in Champions League e quindi alimentare di nuovo un volano economico virtuoso. Instant team è stato definito. E magari non è finita. A fronte peraltro anche di un monte cessioni di assoluto livello, a certificare, se ce ne fosse bisogno, l’ottimo lavoro di Tiago Pinto. Anche perché piazzare gli esuberi e i fuori progetto è decisamente la cosa più difficile in questo mercato dove tutti vogliono prenderti per la gola.
Il concetto di instant team è stato anche il leit motiv della Juventus. Allegri dopo il primo anno in cui aveva sposato (e avallato) il nuovo corso di giovani e preferibilmente italiani (la Juventus la passata stagione aveva un’età media di acquisti di 22,8, con il giocatore più vecchio arrivato a 25 anni, Gatti) ha cambiato direzione. Ora il più giovane ne ha 25 (Bremer) e l’età media degli acquisti (dovessero arrivare oltre a Kostic anche Paredes e Depay che ancora sono obiettivo) è 29. Acquistati durante questa estate (dando per scontati i due di cui sopra) arriverebbero 4 titolari e mezzo (Bremer, Di Maria, Pogba, Paredes e Kostic che al momento giocherebbe titolare in attesa di Chiesa). Praticamente metà squadra a sottolinare quanto mancasse ancora alla Juventus nella passata stagione, secondo la propria guida tecnica, quanto era necessario ricostruire. Anche qui sono arrivate delle cessioni (e altre ne arriveranno) sempre nel segno dell’equilibrio finanziario: indispensabile nel calcio di oggi.
Quell’equilibrio che ha cercato il Napoli e che è stato la stella polare del mercato azzurro. Il Napoli aveva un obiettivo importante: abbassare il monte ingaggi. E così sarà. Ma la sfida era mantenere la stessa competitività: vedremo se gli acquisti in casa Napoli saranno così efficaci come chi se n’è andato. E’ una bella sfida, finora stanno facendo vedere belle cose e Spalletti ha già caricato i suoi nello spogliatoio: a fine anno ha detto di voler vedere un trofeo, visto che li danno tutti per morti. Il Napoli ha perso più di 1500 presenze in maglia azzurra, ha completamente stravolto la sua fisionomia, ma non il suo carattere. Sono arrivati giovani di talento da ogni parte del mondo: georgiani, spagnoli, coreani. Magari arriveranno ancora italiani e argentini, magari un costaricense. Perché il Napoli vuole essere ancora competitivo anche con costi inferiori. Una rivoluzione completamente opposta rispetto a quella della Juventus e della Roma. Più simile magari a quella della Lazio, ma ancora più austera (se vai a guardare i costi di salari).
Per questo sarà interessante questo campionato che sta per iniziare. Chi ha scelto la continuità, chi ha scelto la rottura. E chi dentro la rottura ha trovato la sua strada. Ma alla fine soltanto uno vincerà. Ma questo vuol dire necessariamente che gli altri non hanno avuto ragione?

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Mercoledì 1 Maggio 2024
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