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Follia Champions. Napoli suicidio, Milan giusto così, Juve per un soffio. Arbitri, adesso scatta la truffa. Monza, che disastro. Lecce, due nomi su cui puntare

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Che bella la serie A così. Il Covid ha chiuso tutte le pasticcerie d'Italia. Torte e biscotti, quest'anno, se ne sono trovati pochi. Complimenti al Verona che si è ricordato di giocare in questi ultimi 90 minuti, meglio tardi che mai. Peccato che Juric e Veloso, un anno fa contro il Genoa, non siano riusciti a trovare le stesse motivazioni e mandarono il Lecce in B, con il grifone in A. Juric è un grande allenatore e da futuro tecnico del Toro ha fatto la prima cosa non da cuore Toro: mandare la Juve in Champions. Il Napoli si è suicidato. Peggio della partita solo il tweet di De Laurentiis. Un post pieno di veleno e senza spiegare il fallimento societario di chi doveva sostenere l'allenatore e invece, negli ultimie due mesi, contattava tecnici per la Champions. Un post dove ringrazia Rino come fosse il suo autista e nomina moglie e figli che con il lavoro non hanno nulla a che fare. Se il Napoli non è in Champions lo deve ad una società assente che in questi casi avrebbe dovuto fare la società vera. Colpa anche della squadra, naturalmente. Se il destino dipende solo da te non puoi sprecare un jolly così importante nell'ultima gara della stagione, dopo una cavalcata trionfale e dopo aver superato mille ostacoli. Il Milan va in Europa, quella che conta, e lo ha strameritato perché ha fatto una grande stagione e sarebbe stato assurdo mancare l'obiettivo. Giusto che il Milan torni in Champions dopo un perfetto girone di ritorno dello scorso campionato e un grandissimo girone di andata, quest'anno. Poi la corsa si è fermata ma è il premio ad un buon lavoro svolto. Come preannunciato mercoledì sera in tv, il crollo dell'Atalanta in Coppa Italia avrebbe fatto bene al Milan. Così è stato. Se perdi la Coppa e sei già in Champions, difficile trovare cattiveria e motivazioni. E' andata proprio così. Il Milan ha conquistato la Champions a Reggio Emilia mentre l'Atalanta perdeva con la Juve. La Juventus, appunto. L'ha scampata. Ha visto i fantasmi e deve ringraziare il Verona. Il favore se l'aspettava dall'Atalanta ma se la Dea non ci vede, Juric ci ha visto lungo. Delle 4, i bianconeri sono quelli che hanno meritato di meno. Una pessima stagione, umiliante in Champions, deludente in serie A, bene nelle due coppe Nazionali. La Juve vista mercoledì è stata molto bella e concreta. Come quella di Bologna. Attenzione, però, a non perdere un altro campionato. Ripartire da Pirlo solo perché si è salvato alla fine sarebbe un errore più grande di quello commesso lo scorso agosto. Pirlo deve fare esperienze altrove. La Juve ha bisogno di un allenatore pronto e non da formarsi. La formazione non si può fare alla Juve. La scuola guida non la fai con una Ferrari. Ragionate come se oggi il Verona non avesse fatto il miracolo a Napoli. Poi decidete cosa fare della Juve del prossimo anno. Una stagione si può "perdere", due no. La Juve deve, almeno, sempre puntare al titolo. Anche se non vinci sempre lo scudetto.
CAPITOLO AIA
Da mesi chiediamo al Presidente Gravina di fare una indagine sugli arbitri italiani. Per fortuna la procura federale ci ha pensato prima di noi ma è ancora poco. Pensate: il destino di club miliardari e di calciatori nelle mani di gente che è disposta a truffare anche su rimborsi di poche migliaia di euro. Non è un problema che non intacca il campo, in quanto si tratta di una truffa non calcistica, ma questo fa capire nelle mani di chi siamo. Di arbitri che non si fanno scrupoli per pochi soldi e che non hanno una morale. Immaginate cosa potrebbero fare in campo con un semplice cartellino giallo o cartellino rosso in più o in meno. Attenzione. Questi sono quelli presi con le mani nella marmellata ma le indagini dovrebbero andare ben oltre. Sui vizi, a fine partita, di molti direttori di gara che pretendono servizi extra lusso come autentiche star. Invece dovrebbero passare in secondo piano con un profilo bassissimo. Questi sono gli arbitri italiani. Pasqua e La Penna sono arbitri di prima fascia di serie A che si sono distrutti la carriera a 37 e 38 anni. Follia. Pensate cosa accade nelle categorie inferiori. Trentalange, lo abbiamo già detto, avrebbe dovuto dare le dimissioni prima di essere eletto. Il mondo Aia ha bisogno di un profondo cambiamento ma soprattutto la FIGC dovrebbe prevedere un organismo che supervisioni il comportamento dell'AIA. Ricordiamo anche un'inchiesta de La Repubblica con il sistema delle promozioni dei fischietti del nostro Paese. Si vada fino in fondo e intervenga anche la Procura della Repubblica perché dove c'è la truffa non è più un compito solo della Procura Federale.

MONZA E LECCE
Finita l'avventura e il sogno di Monza e Lecce che ripartiranno dalla B. Sono due storie diverse. Il Monza ha fatto un autentico bagno di sangue. 26 milioni di passivo a bilancio per un club di serie B è record storico. Un fiume di soldi spesi, scusate buttati, per non arrivare in serie A. Vi fermo prima dei vostri retropensieri: il calcio è strano, ci può stare di non andare in A al primo tentativo. No cari, questo vale per un club normale, può valere per una società che investe ma non raggiunge il traguardo. Il vero problema è che sei obbligato ad andare in A se spendi i soldi del Monza. Neanche attraverso i play off. Devi arrivare primo senza neanche troppi patemi d'animo. Spendere così tanto in B equivale a "falsare" il campionato ma se neanche giocando in 14 contro 11 vinci allora devi ammettere pubblicamente il fallimento del progetto. Galliani ci ha messo cuore e anima. La proprietà tanti soldini. Galliani ha sbagliato i suoi uomini. Brocchi ha certamente le sue responsabilità ma le vere colpe sono di chi ha costruito una squadra di finti fenomeni e tante figurine. Al Monza sono venuti meno calciatori e dirigenti. Un clima surreale e ingestibile. Risultato? Semifinale play off persa e tutto da rifare. Chi parla adesso di Buffon al Monza non ha capito, a quanto pare, gli errori commessi dal Monza. Con quel budget puoi prendere i migliori giocatori di serie B e quelli servono. Non servono ex calciatori di serie A o gente sazia che in campo cammina e in settimana preferisce il tavolo da poker a quello di calcio.
Il Lecce ha deluso ma solo per come si era messa. Il Lecce ricorda l'Empoli. Il Benevento. Risalire l'anno dopo la retrocessione è quasi impossibile. Eppure il Lecce aveva costruito una grande squadra con un giusto mix tra esperti e giovani di grande valore. Sicuramente qualcosa anche Corvino l'ha sbagliata. Pisacane non ha dato quello che in molti si aspettavano, Calderoni non si è ripetuto, Lucioni arrivato a fine corsa. Corvino ha dimostrato, ancora una volta, grande programmazione facendo subito chiarezza per il futuro. Corini ha la grande colpa di aver portato la squadra sfinita nel momento più importante della stagione. Il Lecce è scoppiato sul più bello, dopo una cavalcata stupenda. Le sconfitte con Spal e Cittadella in casa, il pareggio con la Reggina, il ko di Monza sono stati fatali. Troppi punti persi, in maniera banale, al Via Del Mare che senza tifosi sugli spalti perde fascino e cattiveria. Il Lecce per società e piazza avrebbe meritato, più di tutte, la serie A. Il prossimo anno sarà dura, vista la concorrenza, ma Corvino migliorerà ulteriormente la squadra e non dovrà sbagliare l'allenatore. Due nomi, per la B: Bucchi e Baroni. Bucchi è un De Zerbi per intenderci. De Zerbi ha sfruttato l'occasione Sassuolo, Bucchi non ha fatto in tempo. Seguite, però, questo ragionamento. Dietro i successi di Benevento ed Empoli c'è la mano di Bucchi. Chi è arrivato dopo ha vinto agevolmente arrivando primo sfruttando la base creata da Bucchi, al quale non è stata data la continuità che avrebbe meritato. Bucchi è l'allenatore perfetto per Corvino. Dove c'è un dirigente di spessore che copre l'allenatore nei momenti di difficoltà (e ci saranno sempre), Bucchi è l'ideale. Giovane, in cerca di rilancio, conosce le piazze del Sud, preparato, aziendalista e di grande impatto con i calciatori. L'altro è Marco Baroni. In B non ha bisogno di presentazioni. Ha fatto grandi cose a Pescara, Novara e adesso a Reggio Calabria. Profilo diverso da Bucchi ma altrettanto valido. Corvino non cada nel tranello Montella. Il Lecce merita la serie A ma senza ansia.

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Sabato 4 Maggio 2024
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