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Antipasto di mercato: emergenze, opportunità, programmazione ed esoneri. C’è già tutto

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Il fatto che non sarà un mercato ricco, almeno a livello economico, non significa che non possa essere comunque un mercato interessante. Magari giocato più di strategia, di prospettiva. Magari andando più sulle opportunità, piuttosto che sullo sfizio da togliersi. Anche perché i tempi sono quelli che sono e i soldi sempre meno. Tra poche ore intanto il calcio saprà se avrà un’ulteriore dilazione da parte del governo per le proprie scadenze oppure no. Anche da questo dipende il mercato e le società sperano che alla fine passi in Camera e al Senato il cosiddetto “salvacalcio”.
Al netto però di questo (di cui si è parlato tanto e di cui tanto ancora si parlerà) il mercato della Serie A, a prescindere, non sarà un mercato fatto di grandi colpi. Ma - ribadiamo - non significa che sia immobile. Già le prime avvisaglie ci sono state, in questo antipasto. E poi bisognerà essere molto vigili su alcune situazioni che diventeranno decisive per i mesi a seguire.
I primi a muoversi, nel mercato della A, sono protagonisti del Mondiale. Ochoa sbarcherà in Italia fra poche ore e si metterà subito a disposizione dei nuovi compagni. Questo testimonia anche le ambizioni di una Salernitana che forse non si accontenta più della “semplice” salvezza. L’infortunio di Sepe è stato coperto nel miglior modo possibile, soprattutto se si guarda anche alla notorietà del calciatore in questione (oltre che della bravura: ha parato in Qatar un rigore a Lewandvski…). Salernitana che chiede anche Demme al Napoli e che ha la necessità di sostituire Mazzocchi e Maggiore, anche loro infortunati. Ecco: l’emergenza può essere una delle leve che muoveranno questo mercato.
L’altro protagonista “mondiale” naturalmente è Bereszinsky. Lo scambio con Zanoli è in via di definizione, così come il ritorno di Contini a Napoli. In questo caso si assolvono a due piccole necessità. Il Napoli aveva voglia di sentirsi più sicuro: aumentare l’esperienza per il sostituto di capitan Di Lorenzo, dormire sonni ancor più tranquilli con tre portieri di livello (visto che ultimamente Sirigu aveva avuto qualche acciacco, già superato). Significa non lasciare nulla al caso e cercare di anticipare gli eventuali problemi.
Poi c’è la categoria del colpo in prospettiva: Il giovane che si è messo in mostra e che è pronto per il grande salto. Esposito passerà dalla Spal allo Spezia a titolo definitivo, dopo mezzo campionato con la fascia al braccio e la convocazione di Mancini.

Chi ha la forza questo tipo di operazioni le fa e fa bene: credere nei giovani è sempre un segno importante.
Non meno importanti dei nuovi acquisti sono i rinnovi (e di conseguenza i parametri zero). Tante squadre dovranno discutere con i giocatori. Qualcuno a brevissimo (scadenza 2023, su tutti Skriniar), qualcuno ha ancora un po’, ma questa potrebbe essere l’ultima finestra di mercato in cui vendere (eventualmente) a prezzo pieno e quindi è ovvio che si voglia capire realmente quali siano le intenzioni per cercare di non essere danneggiati. Qui l’elenco è lungo: da Bastoni (tanto per rimanere all’Inter) a Leao e Bennacer (tanto per rimanere a Milano) o Milinkovic Savic (se vogliamo allargare il giro!). E’ un tema molto importante. E serve anche per capire che bisogna - probabilmente - cominciare a ragionare diversamente. Oggi a scadenza di contratto ci sono giocatori di altissimo profilo. Tantissimi. Più dello scorso anno che già erano tanti. Lo stesso Messi è - di nuovo - a scadenza contratto. CR7 non ha contratto. Per questi grandi giocatori, almeno a livello economico, probabilmente è ancora un vantaggio andare a scadenza. Ma per tutti gli altri? Fin quando conviene? E fin quando avrà ancora spazio il valore del cartellino quando per alcuni è altissimo e per altri invece è pari a zero? Il calciomercato, come il calcio giocato, cambia. Si modifica…
Poi c’è il capitolo cambi: in panchina le squadre di SerieB non hanno pace. Gli ultimi due esoneri hanno fatto salire a 13 il numero delle squadre che ha cambiato il proprio allenatore. Clotet e Liverani sono solo gli ultimi due. Al loro posto Aglietti (sicuro) e Ranieri (quasi) per una SerieB con tanto equilibrio e poca pazienza. Al di là delle situazioni diverse che hanno portato ai tanti esoneri in B, solo in 7 si “salvano”: praticamente le prime 3 della classifica (Frosinone, Reggina e Bari), il “solito” Cittadella, l’Ascoli, il Parma e il Modena. In compenso qualcuno ha cambiato due volte. Forse verrebbe da chiedersi se non fosse sbagliato confermare qualcuno ad inizio stagione (rispetto alla precedente) o se le aspettative non fossero troppo alte (o mal riposte).

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