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Allegri verso il Manchester United. Via dai social per i tifosi bianconeri. Juve sempre più Zidane. Mou e Conte tra l’Inter e il Real. Icardi duro: senza fascia non gioca più. L’indegna caccia a Chiesa

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Ieri Allegri, a sorpresa, ha detto stop ai social, schifato dalla valanga di insulti ricevuti dopo la sconfitta della Juve contro l’Atletico. Detta così potrebbe essere anche roba da chissenefrega, in fondo che i social siano posti frequentati anche da gente indegna di stare in un mondo civile, purtroppo è cosa risaputa da anni. E Allegri di sicuro se ne era già accorto. Il primo a occuparsi degli imbecilli da tastiera fu Umberto Eco una decina di anni fa.

Il problema di Allegri evidentemente è un altro, non ha sopportato che gli attacchi più beceri, più feroci, quelli assolutamente intollerabili e inqualificabili, siano arrivati proprio dai tifosi della Juventus. Come se non aspettassero altro per mettere in moto un plotone di esecuzione virtuale, come se fossero state aperte le gabbie ai tanti che da anni hanno incassato le vittorie a ripetizione di Allegri e hanno dovuto star zitti. Non bastano a certi incivili cinque anni di successi, dieci trofei, due finali di Champions. E se non vi bastano, andate al diavolo. Questo, più o meno, deve aver pensato Allegri quando ha deciso che il limite della sopportazione era ampiamente superato.

Ma perché proprio adesso? Dietro il taglio del cordone ombelicale è facile pensare che possa esserci di più, ad esempio la decisione ormai presa di chiudere con la Juventus anche in caso di vittoria della Champions League qualora dovesse riuscire a ribaltare il risultato con l’Atletico. Lo avevamo già scritto tempo fa, ora le voci arrivano da più parti.

Il primo a confermare l’addio a fine stagione di Allegri dalla Juve è stato Giovanni Galeone collega-amico-mentore, a ruota è arrivato il distacco dai social. Piccola presa di distanza dalla volgarità, ma anche da un mondo. Forse.

Dove andrà Allegri? Sono sempre più insistenti le voci che lo vogliono in Inghilterra, quasi sicuramente sulla panchina del Manchester United. I segnali ci sono, forti e chiari e se i tabloid inglesi hanno parlato pure del Chelsea, se anche Sarri dovesse essere congedato, difficilmente Abramovic si affiderebbe al terzo allenatore italiano consecutivo, fra l’altro molto diverso dalla filosofia calcistica dell’ex napoletano. Quindi Manchester è la pista da seguire. Gli inglesi dopo la cacciata di Mourinho si sono messi nelle giovani mani di Solskjaer che sta facendo bene e, a parole, ha la fiducia piena della società, ma l’idea finale è quella di prendere un allenatore più affermato e vincente. Con Allegri, naturalmente, sarebbe saldo al suo posto Pogba e sull’elenco degli acquisti sarebbe finito anche Cancelo che l’allenatore livornese si porterebbe dietro molto volentieri.

La Juve non si meraviglia e la contromossa è pronta da tempo: Zinedine Zidane. L’alternativa si chiama Deschamps, ma dentro la società c’è anche chi non vedrebbe male un allenatore italiano in carriera, molto vicino all’idea di calcio di Allegri, e parlo di Simone Inzaghi.

Le grandi manovre delle panchine sono iniziate e coinvolgono anche il Real Madrid e l’Inter che si ritrovano attorno agli stessi obiettivi: Mourinho e Conte. Il Real non confermerà Solari, ormai è scontato. Conte piace sempre a Florentino Perez (lo aveva già contattato mesi fa), e per lui sarebbe anche disposto a rinnovare profondamente la squadra pur di accontentarlo. Di recente sarebbe però tornata prepotente l’idea Mou che ha lasciato un buon ricordo e non troverà più i giocatori che lo avevano osteggiato come Casillas, ma anche con lo stesso Ronaldo il feeling era scarso.

Anche all’Inter piace più Mou, considerato interista doc, amato dai tifosi, più aziendalista. In una recentissima intervista Mou non ha nascosto la sua voglia di Inter. Accordo già fatto? Possibile. Grande sponsor sarebbe Massimo Moratti che ha espressamente consigliato Mou al presidente Zhang. Spalletti sembra avere ormai il destino segnato anche se raggiungesse l’obiettivo Champions. La gestione della vicenda Icardi non ha certamente fatto salire le quotazioni, in molti si chiedono come mai non siano stati fatti passi e interventi diplomatici preventivi prima di far deflagrare la situazione all’interno dello spogliatoio.

A proposito, proprio Icardi nella sua lettera-aperta di ieri che sembra quasi rivolta al presidente Zhang e ai tifosi, si scaglia contro chi prende le decisioni dentro l’Inter che secondo Icardi . Non fa nomi, ma è chiaro che le decisioni vengono prese da Marotta e Spalletti. Quindi…

Trattasi di disperato tentativo per far saltare il banco? Forse. Comunque le parti così sono ancora più lontane. Icardi ha ribadito ad amici che non tornerà a giocare nell’Inter senza la fascia da capitano. E l’Inter quella fascia non gliela vuol restituire. Muro contro muro dunque, con l’addio all’orizzonte come era chiaro fin dal primo momento.

Chiudo con un altro caso di questi giorni: Federico Chiesa. Come spesso succede in Italia, chi ha talento ed emerge deve essere affossato, gli invidiosi e gli astiosi provano a segargli le gambe. E’ partita la caccia a Chiesa, lo aveva criticato Gasperini a settembre per un rigore molto discutibile, è andato oltre il presidente della Spal per giustificare una sconfitta, ora è nel mirino di troppi che non si sforzano neppure di valutare o di capire come gioca questo ragazzo. Non sarà perfetto, forse protesta troppo, ma non è un cascatore. Chi possiede una forza dirompente e una velocità come la sua, chi punta l’uomo e l’area dritto per dritto a tutto gas, ha più probabilità di incontrare un ostacolo, un raddoppio o una marcatura triplicata, più facile finire per terra. Perché? Perché incontrare un ostacolo ad alta velocità è diverso che incontrarne uno più lento. Tutto un altro impatto, tutta un’altra perdita di equilibrio. E’ fisica, non calcio, riflettete. I cascatori hanno atteggiamenti diversi, fingono, preparano la caduta con o senza contatto, basta guardare il loro linguaggio del corpo.

Allora mi chiedo: che gusto c’è a prendersela con un ragazzo di 21 anni dalla faccia pulita, a mettere in croce il più grande talento del nostro calcio anche in chiave nazionale? Masochismo puro dei soliti italioti.

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