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Allegri è l’anno da dentro o fuori. E i tifosi invocano già De Zerbi. Depay piace poco al tecnico seccato per Morata. Ha voluto Kostic perchè non ama Chiesa. Paredes bloccato da Rabiot. E il Manchester voleva restituire Ronaldo. Il giallo Kessie

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Ieri era il compleanno di Massimiliano Allegri, cinquantacinque anni e tanti auguri. Ne avrà ovviamente bisogno perché a naso quella che comincerà lunedì prossimo contro il Sassuolo potrebbe essere la stagione più difficile della sua carriera. Perché dico questo? Semplice.
L’anno scorso è stato disastroso, non è riuscito a dare un senso alla Juventus, è andato avanti a tentativi sperando nei colpi di qualche giocatore, qualunque altro tecnico sarebbe stato esonerato.
E’ sembrato, in sostanza, un allenatore smarrito, quasi come se nei due anni di inattività si fosse imborghesito, avesse perso la fame, ma anche le sue straordinarie capacità di gestione del gruppo, le intuizioni tattiche sembravano evaporate. Forse ha pagato troppo una Juve a fine ciclo e assemblata male, il dopo Ronaldo è stato complicato.

Tutte attenuanti o giustificazioni, legate a un contratto pesantissimo, che hanno comunque tenuto Allegri lontano da fibrillazioni societarie, ma anche da dubbi.
“Avanti con Allegri per quattro anni”, alla Continassa è stata quasi una parola d’ordine. Un mantra da far circolare all’esterno per frenare i dubbi.
Quest’anno però è tutta un’altra storia, quelle premesse, quelle considerazioni, tutto quanto successo l’anno scorso non è più proponibile, ipotizzabile e pensabile. La Juve spera che Allegri abbia resettato, che sia in panchina con uno spirito nuovo e soprattutto abbia trovato le chiavi motivazionali e tattiche per riportare la Juventus a essere protagonista.

La squadra dell’anno scorso, e qui aveva ragione lui, non era una Juve costruita per Allegri. Lui vince se ha giocatori esperti, maturi, di carattere, che sanno cosa devono fare in campo a seconda delle situazioni e anche oltre le indicazioni dell’allenatore e l’anno scorso quei giocatori non li aveva. Lo spettacolo andate a vederlo al circo e i giovani vanno fatti maturare, sono due delle “allegrate” più classiche e quella Juve, vista da Allegri, ispirava certe considerazioni
Quest’anno è un’altra storia e la società ha seguito (almeno in parte) le indicazioni del tecnico per ripartire subito. Di Maria e Pogba sono identikit perfetti. Peccato, ovvio, l’infortunio al francese, ma la società aveva comunque accontentato il tecnico. Bremer è stato forse il miglior difensore della stagione passata. Ora nel mirino ci sono Paredes e Depay, altri elementi giusti. Ieri è arrivato Kostic, un giocatore esperto, di rendimento, tanti anni in Bundesliga. Basteranno?
Il popolo bianconero è sempre più perplesso, ma per onestà intellettuale non si possono prendere per buone le amichevoli estive. Nè per Allegri, né per nessun altro. Certo, chi analizza superficialmente la sfida con l’Atletico è portato a deprimersi, ma non è il caso di farlo oggi.
Nel “Microfono Aperto” di Radio Sportiva però rispondo sempre più spesso a tifosi che si aspettano un Allegri diverso. Ce l’aspettiamo tutti, anche se non cambierà il suo modo di pensare calcio. Pure la Juve, come detto e ovviamente, spera di ritrovare il tecnico dei cinque anni belli. Una sfida da dentro o fuori, ma il primo a essere conscio della situazione credo sia proprio Allegri.
Eppure qualcosa non convince. Anche le ultime mosse sono strane. Con Di Maria, Chiesa che sta recuperando e Cuadrado, serviva davvero un altro esterno come Kosti?
Forse Allegri non è convinto del recupero di Chiesa, forse gli piace poco, e Kostic è un tipo più tosto, per me adatto anche come esterno nel 3-5-2.
L’allenatore non è entusiasta del mercato e questo è evidente. Arriva Depay? Ha fatto sapere che non assomiglia per niente a Morata e a lui serviva un tipo alla Morata.
Per Paredes i problemi non mancano, se non esce Rabiot non può entrare l’argentino. Eppure, si domanda qualcuno, se leggiamo i nomi dei giocatori bianconeri si dovrebbe comunque tirar fuori una squadra competitiva per lo scudetto e la Champions. Anzi, fuori dai denti, l’organico è da favorita, al pari dell’Inter. E allora?

Qui si torna ad Allegri e al Popolo Bianconero che non riesce ad avere fiducia, ma neppure pazienza, in un allenatore che si pensa ormai superato, alfiere di un calcio vecchio che fa fatica a funzionare.
Questo, inutile girarsi attorno, sarà il grande tema del campionato che sta per partire. E la domanda delle domande una sola: Allegri è tornato o è bollito? Il calcio è cinico e non fa niente per nasconderlo.
I riflettori saranno già accesi da lunedì contro il Sassuolo e proprio dalla società emiliana arriva l’allenatore che oggi passa di bocca in bocca al popolo bianconero: perché la Juve non prende De Zerbi?
Per i motivi che ho appena spiegato, per il diritto che ha Allegri di dimostrare che quella dell’anno scorso era una stagione di passaggio, che con questa Juve rivisitata si può tornare ai tempi belli. Ma anche per una cultura della società che rarissimamente cambia gli allenatore in corsa.
Però se ne parla. Però sarà un tormentone e forse una turbativa.
Allegri ha una strada sola: far ripartire subito la Juve dandole personalità, compattezza e cinismo. Almeno quello. I giocatori ci sono, vanno fatti giocare.
In attesa, in questo mercato folle, non si può non sorridere per una notizia che arriva da Manchester.
Nel quadro della trattativa per Rabiot in Premier, gli inglesi avrebbero chiesto alla Juve di riprendere Ronaldo. Sarebbe arrivata anche una telefonata di Mendes che sta cercando di piazzarlo ovunque, dove possa giocare la Champions. La Juve in sostanza ha risposto “abbiamo già dato”, ma pensate che storia sarebbe stata…Storia buffa, ovvio.

Altra storia, meglio un giallo, arriva da Barcellona e riguarda Kessie. Le difficoltà economiche del Barcellona impedirebbero di tesserare l’ex rossonero e anche altri giocatori. Si può liberare?
Si parla di una clausola e qualcuno ha suggerito l’idea di un ritorno al Milan. Nessuno ha aperto a questa ipotesi, anche se i tifosi se potessero firmerebbero una petizione. Il Milan è ovviamente freddo, Kessie ha deciso di andarsene e non sarebbe una mossa per questo gruppo simpatia che ha fatto del senso di appartenenza la sua forza vera.
Il problema è capire come si salverà il Barcellona e chi sta avvalorando una marchingegno finanziario disperato per una società che è tecnicamente fallita. L’Uefa dorme o controlla?

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Domenica 28 Aprile 2024
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