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ESCLUSIVA TMW - Kolyvanov, oggi allenatore esperto in promozioni: "Zeman mi ha ispirato"

di Gaetano Mocciaro
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Fra i calciatori che hanno lasciato il segno nel calcio italiano vi è Igor Kolyvanov, centravanti russo e che può vantarsi di aver segnato per tre nazionali diverse: Unione Sovietica, CSI e Russia. Un giocatore che si è fatto apprezzare dalle nostre parti vestendo le maglie di Foggia e Bologna. Oggi 53enne, Kolyvanov è diventato un allenatore specializzato in promozioni: ne ha già conquistate tre in patria. Ai microfoni di Tuttomercatoweb ci racconta il suo presente, ricordando anche le prodezze del periodo in cui calcava i campi di Serie A.

Cosa fa oggi Igor Kolyvanov?
"Smesso di giocare preso il patentino UEFA Pro e ho iniziato a lavorare nelle selezioni giovanili della Russia: Under 17, Under 19, Under 21. Ho allenato l'Ufa per tre anni e mezzo portando la squadra dalla terza alla prima divisione. Ho condotto il Torpedo Mosca dalla terza alla seconda divisione vincendo il campionato. L'anno scorso ho allenato in Armenia, all'Ararat, eravamo secondi in classifica e poi col Covid sono nati i problemi. Attualmente non ho una squadra, vado spesso in TV come esperto per analizzare il campionato".

Quanto le manca la panchina?
"Tanto, voglio ricominciare il prima possibile. Ci sono proposte ma a me interessa avere la possibilità di ottenere risultati, per cui anche lottare per la promozione mi piacerebbe. Anche in Italia ovviamente sarebbe bellissimo. Anzi, emozionante".

A proposito di panchine: sa chi allena il Foggia? Ancora Zeman, lo stesso che c'era al Suo arrivo in Italia nel 1991
"Pensare che 30 anni dopo ci sia ancora lui fa effetto, ma dall'altra parte lo conosco bene e sono felice perché lui è un maestro di calcio e i giovani da lui possono imparare tantissimo. Guardate il lavoro complessivo che ha fatto, i calciatori che ha lanciato, non si contano nemmeno. Mi spiace solo per qualche passaggio a vuoto ma evidentemente certe squadre per lui non andavano bene".

Lo sente ancora?
"Ci sentiamo ogni tanto. Con lui ho vissuto tre anni stupendi, abbiamo lavorato tantissimo, eravamo giovani e correvamo come matti. Ricordo che in Unione Sovietica ero abituato al 4-4-2 dove giocavo come seconda punta e non ero abituato al 4-3-3, ci ho messo tempo. E non capivo come fosse possibile passare tutto questo tempo sugli schemi, perdere un'ora per la tattica. Quando ho capito cosa voleva il mister è diventato tutto più facile".

Tanto che ha trovato la porta con facilità. Ne sa qualcosa Sebastiano Rossi, che per colpa sua ha visto interrompere la sequenza di partite con la porta inviolata
"All'andata a Foggia posi fine a una lunga imbattibilità, al ritorno a Milano aveva già battuto il record (929', battuto solo nel 2016 da Buffon, ndr), poi vado in gol. Dopo la partita negli spogliatoi mi guarda e mi fa: 'Ancora tu, Kolyvanov?" e me ne dice di tutti i colori. Non segnavo tanto, ma li facevo al momento giusto (ride)".

Che rapporto ha con Foggia?
"Sono stato a maggio, ritrovando tanti amici e ho trovato tante persone. Mi è rimasta dentro. Pensi che quand'ero calciatore a Foggia a un certo punto rimedio un brutto infortunio e volo in Colorado per l'operazione. Due fratelli foggiani sono venuti apposta da me per incoraggiarmi, mi volevano tanto bene. Per i tifosi di Foggia ero un idolo".

Come allenatore si ispira a Zeman?
"Anche. come allenatore faccio spesso il 4-3-3 ma dipende dalla partita. Ma per giocarci devi avere determinati giocatori, non è facilissimo da applicare, per questo cambio modulo in corsa".

Anche Ulivieri è stato un tecnico importante per Lei
"Grande maestro e Bologna una grande città. Avevo un grande rapporto con Ulivieri e con Buso, abbiamo fatto annate incredibili arrivando fino in semifinale di Coppa UEFA".

Per Lei Ulivieri ha fatto sedere in panchina anche un certo Roberto Baggio
"Prima di Baggio i meccanismi erano perfetti, un orologio, ci intendevamo a memoria. In più con lui eravamo 5 punte, non era facile scegliere per Ulivieri. È stato un po' cambiato lo schema per Baggio e quando stavamo bene giocavo con lui e Andersson. Sia chiaro, Roberto è un fenomeno comunque e non a caso cercavamo sempre di dargli palla".

Un altro episodio epico è la Sua capriola al momento di una sostituzione
"È stata in risposta a una sua richiesta. Vedeva le facce arrabbiate dei giocatori quando venivano sostituiti, così ci disse: dovete fare le capriole quando vi sostituisco. E io l'ho preso alla lettera (ride). Un altro non l'ha fatta ad esempio e non ha giocato per due partite (risata)".

Meglio Zeman o Ulivieri?
"Tutti e due. Li abbraccio entrambi quando li vedo".

Come vede il calcio nel Suo paese?
"Il calcio ha il problema di pretendere il risultato sin dalle giovanili e così facendo i ragazzi non crescono. Non si insegna la tecnica, gli allenatori del settore giovanile inoltre non guadagnano tanto e non sono motivati. Danno il patentino a gente che non ha mai giocato a calcio, persone che semplicemente leggono e si informano su internet. Ma devi avere a cuore il calcio, lo devi amare".

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Lunedì 6 Maggio 2024
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