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Juve, Braghin: "La Juventus mi fa sentire a casa"

di Camillo Demichelis
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© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Stefano Braghin, direttore della Juventus Women, ha parlato in conferenza stampa di stampa dopo il rinnovo firmato fino al 2027. TUTTOmercatoWEB.com vi riporta la conferenza stampa del direttore sportivo bianconero in diretta.

Le sue sensazioni dopo il rinnovo?
"In questi dodici anni di Juve che potrebbero diventare quindici e potrebbe diventare casa mia. Farei fatica ad immaginarmi dietro ad un altro simbolo. Mi è sempre risultato difficile pensare a questa squadra come un avversario. La Juve mi fa stare bene e sentire a casa. Sono orgoglioso della fiducia della società. Ho ricevuto tanto, ma ho dato anche qualcosa e posso rappresentare questo club con orgoglio. Quando hai il privilegio di stare in questo club bisogna tenerselo stretto".

Come monitorate le ragazze in prestito?
"Il percorso dei prestiti lo abbiamo messo in piedi da anni. Il passaggio dal settore giovanile alla prima squadra è molto delicato. A volte giocatrici forti in primavera non sono pronte per andare in prima squadra. Da qualche anno questo funziona, perchè le ragazze poi rientrano e tornano in pianta stabile come Lenzini e Cantore. Le seguiamo altre con la struttura seguita da Matilde Malatesta e Carola Coppo. Quest’anno abbiamo feedback buoni. Quando parlo di giovani parlo anche di loro, sono ragazze cresciute nel nostro club che hanno i nostri valori di fidelizzazione e attaccamento alla maglia che trasmettiamo dentro al club. Ma mi riferisco anche a calciatrici giovani sul mercato".

TMW - Si aspetta una risposta da parte del gruppo?
"Quando giochi alla Juventus non dovresti aver bisogno di un esonero per aver ulteriori stimoli, perchè questa è la storia della Juventus. Non voglio pensare che ci sia bisogno di questo per stimolare il gruppo. La squadra in questo momento è chiamato a delle risposte come ognuno di noi bisogna lavorare per meritarsi la Juve. Nei cambiamenti di solito c’è un azzeramento delle gerarchie, quindi tutti sono di nuovo in gioco. Chi era più tranquillo deve difendere la propria posizione e chi si considerava fuori dai giochi può rientrare. Questo è un effetto virtuoso che avevamo vissuto anche col precedente cambio di guida tecnica".

Cosa ha patito maggiormente il gruppo squadra?
"Quando i risultati non vengono dopo un periodo in cui sono arrivati oltre ogni aspettativa abbiamo poca abitudine alla sconfitta. La sofferenza di rappresentare un club così importante e di essere l’avanguardia del calcio femminile italiano senza avere la gratificazione di vincere dei trofei è difficile. Parliamo di un gruppo e di un progetto che negli ultimi sei anni hanno partecipato a 19 competizioni vincendone 12. Siamo saliti dall’ultimo al nono posto del ranking in Europa. Negli ultimi 10 mesi abbiamo giocato e vinto due finali. Questi toni di tragedia li comprendo, ma a volte si dimentica che abbiamo vinto più di tutti gli altri club insieme negli ultimi 7 anni. I cicli sono fatti di fasi e in questo momento stiamo ottenendo risultati meno positivi, non esiste una linea retta che ti porta a vincere sempre ogni competizione. Ma c’è il merito di avere un bottino dietro grazie ai due allenatori che abbiamo avuto e gli staff, non vorrei buttare tutto al mare".

Avete già pensato ad un nuovo mister?
"Adesso abbiamo un nuovo allenatore che sta lavorando ed è un ottimo mister. Ci sono molte persone che si sono candidate per venire a lavorare da noi. Abbiamo le idee chiare sul profilo che ci serve. Non c'è nulla di imminente. Stiamo riducendo la lista dei candidati per poi scegliere un nuovo allenatore che sia in sintonia con gli obiettivi della società".

Sta iniziando un nuovo ciclo?
"Non sarà facile fare meglio e non è scontato. Più che fine di un ciclo è una fase di un percorso iniziato correndo più velocemente di quanto potessimo pensare. Ci sono delle necessità di rivedere nuovi protagonisti e che cambino alcune gerarchie. Le ragazze più esperte devono trasferire a quelle più giovani la loro esperienza e a loro volte le altre devono prendersi delle responsabilità. Il calcio femminile è cambiato rispetto a 7 anni fa, soprattutto all’estero. È cambiata anche la società e noi dobbiamo ricalibrarci".

Cosa ha lasciato Montemurro?
"Di Montemurro alla Juve rimarrà tantissimo. La stagione di più successo la abbiamo fatta sotto la sua guida e rimarrà sempre nella storia del club. In un progetto ogni fase ha le sue necessità. Lui ha ottenuto risultati, attratto nuove calciatrici e ci ha dato visibilità internazionale. Ci ha fatto vedere un calcio diverso e lascia una grande eredità come aveva lasciato Rita Guarino. Mi auguro che possa trovare una sistemazione e delle calciatrici con cui possa far vedere ancora di più il suo valore. Lascia una Juventus migliore di come l’ha trovata".

Un bilancio su questa nuova annata a Biella?
"Qua non possiamo giocare e abbiamo trovato una soluzione alternativa. In Piemonte non pullulano i campi. Lo stadio di Biella non merita le critiche che ha ricevuto. Sono grato al club e al comune di Biella che ha dato una mano a tutti noi. Quest'anno abbiamo rinunciato al costo dei biglietti. Il progetto di fare uno stadio c'era e c'è ancora, ma adesso serve un bilancio che ci possa consentire di fare lo stadio. Ora il progetto è in standby. Biella è un posto dove si può fare un bel calcio e soprattutto ci ospitano volentieri".

Quanto ti senti lontano dalla Roma? Sul rinnovo di Montemurro?
"La Roma è all'inizio di questo ciclo vincente e credo possa continuare così per qualche anno. Oggi la classifica dice che tra noi e loro ci sono 8 punti. Loro sono la locomotiva del calcio italiano e noi proveremo ad avvicinarci. Montemurro avrebbe fatto questa stagione, perchè aveva il contratto. In quel contesto puntavamo molto sulla Champions League e lui era molto ambito da società straniere importanti e volevamo tranquillizzarlo senza pensare alle sirene esterne. Non è detto che le cose non possano finire nonostante il contratto appena fatto".

Come sta andando il rinnovo di Grosso?
"Sta valutando la nostra proposta. Adesso aspettiamo la sua decisione. La trattativa è aperta e viva. C'è un moderato ottimismo".

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