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Tebas torna alla carica: "Ciò che fa il PSG è insostenibile. Il Barça è messo molto meglio"

di Simone Bernabei
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Il presidente del LaLiga Javier Tebas ha parlato a margine di un evento pubblico soffermandosi sulla situazione economica di Real Madrid e Barcellona e più in generale sul Fair Play Finanziario. Questo quanto riportato da AS: "Qualcuno vuole più soldi per poter avere più Porsche, più Ferrari o case più belle invece che distribuirli con più etica a tutti gli attori del calcio. A volte dire che siamo tutti sulla stessa barca è impossibile. Le lotte che ci sono, come quella per la Superlega o del Fair Play Finanziario del PSG sono modelli di calcio molto differenti. Noi crediamo nella meritocrazia e nel governo di tutti, non solo dei grandi club".

Le conseguenze della Superlega? "Lo scorso aprile è stata una conseguenza di ciò che è successo negli ultimi anni. La posizione dei grandi club ha preso terreno. La Superlega non è un concetto di competizione, che è ciò che è fallito, è un concetto ideologico più ampio. Si basa sul fatto che il potere del calcio deve essere nelle mani delle grandi società che possono decidere come organizzare le partite e cosa far vedere agli spettatori. E piano piano hanno vinto piccole battaglie all'interno della UEFA. Nel 2019 UEFA ed ECA hanno proposto un'idea di Champions che era come la Superlega, era semichiusa. La differenza sta nel fatto che Florentino Perez ora ci ha messo la faccia, prima comandava senza farsi vedere".

Il ricorso dei club al Tribunale Europeo? "Non credo che le accuse di monopolio fatte alla UEFA siano tali. I club inglesi poi non sono più nell'Unione Europea, qualsiasi cosa diranno da Strasburgo gli andrà bene e non entreranno in una Superlega per molti anni. E' complicato che questo modello che difendono tre club naufraghi possa continuare".

La posizione in merito della FIFA? "Nei documenti della Superlega c'è anche Infantino, non si è opposto. Non nega di essersi riunito con loro. Siamo in un momento pericoloso per quel che riguarda la FIFA".

Come tutte queste situazioni influiscono sul mercato? "Serve attenzione, ci sono inflazioni buone e inflazioni cattive. Il Real Madrid non riceve sovvenzioni e non ha sostegni economici dai tifosi. Sono tutti soldi che genera il club. Contro alcuni club di Premier non posso dire niente per via dei loro fatturati, di fronte a questo possiamo lavorare per vincere di più e poter così competere con la Premier. Però sono arrivati anche i club-stato con iniezioni di denaro che hanno creato inflazioni sbagliate. Il PSG ha 500 milioni di euro di monte ingaggi e ha perso 400 milioni di euro per il Covid e a livello televisivo in Francia ha perso il 50% del suo valore. Ciò che sta facendo è impossibile dal punto di vista economico".

E il Real Madrid? "Hanno venduto giocatori per 200 milioni di euro, in cassa hanno soldi sufficienti per comprare sia Mbappé che Haaland. Non ha perso soldi e soprattutto ha venduto in modo attivo. Quello che non è comprensibile è che qualcuno sia in perdita di 400 milioni, abbia un monte ingaggi di 500 milioni e possa rifiutare offerte come quella per Mbappé (chiaro il riferimento al PSG, ndr). Stanno venendo meno alle regole di controllo della Francia e creando danno al mercato europeo. Il sistema UEFA è sbagliato. Stiamo andando nella direzione opposta rispetto a quella in cui dovremmo andare. Dobbiamo trovare investitori, ma non con versamenti illimitati e perdite costanti. Preferiscono vincere la Champions perdendo un miliardo di euro, così fai felici i tuoi tifosi ma offendi il calcio".

Quali possono essere le azioni future per migliorare? "Alcuni club ne stanno già parlando. Serve fare ulteriori passi, non basta scrivere una lettera a Ceferin o Infantino. Serve muoversi concretamente. Penso al TAS, alla Giustizia Sportiva da cambiare. L'ho detto anche al Comitato Esecutivo. Ha assolto il PSG ed il City dopo che erano arrivate le condanne da parte della UEFA".

La Giustizia Sportiva sembra essere un tema rilevante... "E' un tema cruciale. Il TAS non è indipendente. L'80% della sua dotazione finanziaria dipende dalla FIFA e dalla UEFA e non è indipendente neanche nella designazione dei giudici".

Le commissioni degli agenti? "Ho i miei dubbi in merito. Tutti i club dovrebbero essere obbligati a scrivere nomi e cognomi e le somme che pagano agli intermediari".

La situazione del Barcellona? "Se ne parla con troppo populismo. L'importante non è il debito che hai, ma la capacità di ripagarli. Il club incassa 1 miliardo di euro e ha un rapporto 1 a 1. E' migliore del 70% dei club europei, migliore del PSG e delle squadra di Premier... Crediamo che le regole del controllo economico, con la loro durezza, portino benefici alla sostenibilità del Barcellona. La capacità di guadagno del club è stata limitata dal Covid, ma il Barcellona non sta male. In molti stanno peggio".

L'ingresso del fondo CVC ne LaLiga? "Se 39 club sono d'accordo vuol dire che è un progetto buono per il calcio. I contrari sono l'Athletic, che vuol essere libero, è i club della Superlega perché pensano che gli comporti un danno. E' un fondo di investimento che rischia denaro legandolo a perdite e benefici dei prossimi 50 anni. Non è una rovina, questa è una bugia della Superlega".

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