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Cagliari, Pavoletti: "Grazie alla società, ma soprattutto ai tifosi. Mi avete spinto ad amarvi ed è un regalo bellissimo vivere a Cagliari"

di Paola Pascalis
per Tuttocagliari.net
www.imagephotoagency.it
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Il capitano del Cagliari Leonardo Pavoletti ha parlato del rinnovo di contratto ai canali ufficiali del club. Di seguito le sue parole sintetizzate da TuttoCagliari: "Le sensazioni a caldo per questo rinnovo sono di gratitudine, di affetto e di orgoglio. Devo ringraziare innanzitutto la società perché continua a credere, nonostante tutto, in Pavoletti. Ma soprattutto alla città di Cagliari e a tutta la Sardegna perché ogni giorno dimostrano il loro affetto verso di me, quindi, questo rinnovo è merito soprattutto vostro. Mi avete spinto ad amarvi, ad amare questo luogo, ma soprattutto a provare ogni domenica a dare il massimo e a far dare il massimo ai miei compagni. È veramente un regalo bellissimo poter vivere e svegliarmi ogni mattina a Cagliari. Il senso di appartenenza verso la Sardegna e verso Cagliari è nato piano piano, ma mi ha sempre regalato grandi soddisfazioni, sia in campo, ma soprattutto nella vita: qui sono diventato uomo, sono diventato padre e ho vissuto qui i momenti più belli della mia vita. C'è una cosa che mi accomuna moltissimo a tutti voi: il vivere sereno, il vivere quotidiano, andare a fare la spesa con la mia famiglia e essere salutato, per me è tanto, poi poter essere al mare in tre minuti è il regalo più grande che un uomo possa avere".

"Questi sette anni - ha proseguito Pavoletti - sono passati in fretta e sono stati anni ricchi di successi, ma anche di delusioni. Mi ricordo benissimo il momento in cui sono sbarcato all'aeroporto di Elmas, come l'ultima battaglia a Firenze dove abbiamo ottenuto una salvezza veramente grande. Il secondo anno è stato un campionato ricco di goal, ma lo ricordo soprattutto per la nascita del mio primo figlio, passando poi al terzo anno che è il mio grande cruccio perché avevamo una squadra forte con grandi giocatori: un campionato esaltante nella prima parte e io che potevo solo fare il tifo per l'infortunio al ginocchio, il covid, sono successe tante cose. Arriviamo così al mio ritorno in campo dopo l'infortunio al secondo crociato. Il terzo anno è stato più dolori che gioie, ma mi sono serviti a ripartire l'anno successivo. Quello è stato l'anno della rinascita, della consapevolezza, del ritorno di Pavoletti perché mi davano tutti per spacciato dopo i due infortuni e invece nella lotta salvezza, nel periodo più difficile, mi ero fatto trovare pronto. Questo mi ha dato grande forza perché non era facile e non ero stato messo nelle condizioni migliori per dare tutto: da uomo, però, avevo trovato dentro di me delle grandi forze che non sapevo neanche di avere. Arriviamo così all'anno funesto della retrocessione dove tutto ha girato male. È stato tutto sbagliato da parte nostra in primis, ci siamo sempre assunti la nostre responsabilità, però in questo anno non posso dimenticarmi della nascita del mio secondo figlio Brando e quindi nella delusione dal punto di vista sportivo c'è comunque la gioia per la nascita del mio secondogenito. È stato un percorso di crescita che ci ha portato poi a questi due anni bellissimi, dalla Serie B alla Serie A, il ritorno del nostro mister Claudio Ranieri e questa salvezza che è stata come delle montagne russe tutto l'anno, per poi arrivare a Reggio Emilia e festeggiare come bambini".

L'ultima stagione e il futuro: "Se devo raccontare la stagione appena passata in tre flash, io direi la partita con il Frosinone 4-3, almeno mi prendo qualche merito (ride, ndr), da cui è nata la nostra consapevolezza che potevamo stare in serie A. Il secondo scalino è stato la riunione post partita contro la Lazio in casa, dove il mister voleva provare a dimettersi, ma noi ce lo siamo ottenuti stretti. Il terzo flash è sicuramente Reggio Emilia, la salvezza, i festeggiamenti. Gli obiettivi per le prossime stagioni saranno semplici e ben delineati perché mister Ranieri ha solcato un bel sentiero e sicuramente dovremo portare avanti tutti questi principi che il mister ci ha inculcato. Non ci possiamo nascondere, noi abbiamo bisogno di tutta Cagliari e di tutta la Sardegna come sempre, ma con questo affetto: sentire l'abbraccio i nostri tifosi ci porta ad avere dei risultati incredibili. Le grandissime rimonta sono merito nostro, ma se non siamo spinti da voi non può finire come è finita quest'anno: per raggiungere certi obiettivi ci deve essere un ambiente tranquillo, sereno e solo così aggiungeremo grandi obiettivi. Il mio sogno nel cassetto è quello di far passare due anni felici a tutti i tifosi del Cagliari, con grandi vittorie, ma soprattutto grandi goal: mi piacerebbe tornare a spolverarmi le spalle il prima possibile e segnare un pochino di più rispetto agli ultimi anni. Sto lavorando bene, mi sono ripreso, saranno due anni intensi, ma sono sicuro che ci toglieremo grandi soddisfazioni".


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