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ESCLUSIVA TC - XAVIER JACOBELLI: "La Juventus deve scuotersi dal torpore del derby, ma se il Cagliari ripeterà le prestazioni offerte contro Atalanta ed Inter sarà dura per i bianconeri. In caso di salvezza ripartirei da Scuffet e da Luvumbo"

di Matteo Bordiga
per Tuttocagliari.net

Xavier Jacobelli, uno dei giornalisti sportivi più accreditati nel panorama editoriale italiano, opinionista presso svariate trasmissioni televisive e radiofoniche, ci aiuta a entrare nel vivo della sfida di stasera tra Cagliari e Juventus. Un confronto aperto a qualsiasi risultato, considerando lo stato di forma attuale dei rossoblù e, per converso, il periodo non felicissimo che stanno attraversando i bianconeri.

Xavier, questa sera che partita sarà all’Unipol Domus?

“Da un lato la Juventus dovrà scuotersi dal torpore che ha caratterizzato la sua ultima prestazione nel derby contro il Torino: anche in vista della semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Lazio urge una sterzata, sia dal punto di vista del risultato che sotto l’aspetto del gioco. Dall’altra parte c’è un Cagliari che nelle ultime otto partite ha perso solo una volta e che è reduce dalla vittoria sull’Atalanta e dalla grande prova di San Siro, che sarebbe potuta sfociare in un trionfo se Sommer non avesse intercettato il colpo di testa di Viola al 95’. È lecito quindi aspettarsi una squadra galvanizzata, che peraltro ha conquistato 23 dei suoi 31 punti proprio all’Unipol Domus, diventato il suo fortino. Anche oggi lo stadio sarà esaurito in ogni ordine di posti: va ricordato che nel rapporto tra capienza dell’impianto e numero di spettatori settimanalmente presenti il Cagliari, secondo le ultime statistiche, è in vetta alla classifica. Questo dato testimonia lo straordinario attaccamento del pubblico sardo alla squadra. I tifosi credono alla possibilità di una salvezza che in effetti, settimana dopo settimana, va facendosi sempre più concreta. Anche grazie alla compattezza di un gruppo che ha dimostrato di essere una cosa sola con il suo allenatore quando ha respinto le dimissioni di Ranieri, ventilate dopo la sconfitta interna contro la Lazio. Un chiaro segno del fatto che il rapporto tra i giocatori e il tecnico è a prova di bomba.

Se il Cagliari stasera ripeterà le prestazioni offerte nell’ultimo mese la Juventus, questo è certo, dovrà fare una grandissima partita per riuscire a venirne a capo. E poi c’è un signore, che si chiama Nicolas Viola, che traduce in pratica le sue conoscenze in materia di psicologia. Mi sono piaciute molto le dichiarazioni che ha rilasciato recentemente a proposito dell’esempio positivo di uno sportivo come Jannik Sinner, che dovrebbe fare scuola anche nel mondo del calcio. Solo una squadra unita e impermeabile alle pressioni e alle ‘intemperie’ esterne può riuscire a tagliare il traguardo: è esattamente quello che il Cagliari nell’ultimo periodo sta dimostrando di essere. E poi naturalmente va ribadita la centralità del ruolo di Claudio Ranieri, ulteriormente confermata dal pareggio di San Siro: anche al Meazza i cambi operati dal tecnico di Testaccio si sono rivelati decisivi, tanto che la rete del 2-2 è stata confezionata proprio dal tandem dei subentrati Lapadula-Viola.”  

Proviamo a ragionare in prospettiva futura. Presupponendo che alla fine il Cagliari riesca a salvarsi, secondo lei da quali punti fermi dovrebbe ripartire il sodalizio isolano nel mercato estivo al fine di allestire una rosa competitiva per la prossima stagione?

“Per prima cosa sottolineerei che stiamo parlando di una neopromossa, che l’anno scorso riconquistò la serie A all’ultimo minuto della finale playoff contro il Bari. E quella fu un’impresa pazzesca, siglata da un centravanti come Pavoletti il cui rientro, tra l’altro, è fortemente auspicabile: sappiamo quanto sia importante l’attaccante livornese nell’economia del gioco rossoblù.

Per cui, una volta raggiunto l’agognato obiettivo della permanenza in serie A, credo che il primo mattone sul quale costruire il futuro del Cagliari sia la riconferma di Claudio Ranieri, dal quale la società rossoblù non può prescindere. Tra i giocatori ripartirei innanzitutto da Scuffet, che vive un periodo molto brillante e le cui parate, in diversi casi, sono state determinanti per le sorti della squadra. Tra l’altro la stagione dell’estremo difensore friulano certifica il ritorno ai massimi livelli della grande scuola dei portieri italiani. Penso a lui ma anche a Vicario, a Carnesecchi, a Falcone, a Donnarumma, a Meret: un’infornata di numeri uno che sta rinverdendo la tradizione.

Poi a me piace molto Luvumbo: mi piace come sta in campo, la voglia di spaccare il mondo che dimostra in ogni partita, la verve e la vivacità che lo caratterizzano. È intraprendente e non ha paura di niente e di nessuno: quest’anno è cresciuto moltissimo, così come anche Dossena. Una menzione speciale poi per Nicolas Viola: ha 34 anni, ma il suo talento è ed è sempre stato cristallino. Per esplodere definitivamente aveva solo bisogno di trovare un gruppo, un allenatore, un ambiente e un pubblico che lo sostenessero e lo valorizzassero al cento per cento.”


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Giovedì 2 Maggio 2024