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Triestina, Romairone: "Va liberata la testa in questa fase, la squadra è unita e lotta"

di Claudia Marrone

Giornata di conferenza stampa in casa Triestina, con il Ds Giancarlo Romairone che ha fatto il punto della situazione. Queste le sue parole, riportate dai canali ufficiali del club: "La nostra valutazione sugli aspetti tecnici della squadra è costante, quotidiana, un modo mio personale e del presidente di lavorare nel nostro mondo. La mia valutazione è di assoluta fiducia, rispetto a quel che è nato, a quello che è ora e a dove potrebbe portare. Questa prospettiva mia sul percorso da compiere, ha una valutazione sostanzialmente positiva. Siamo tornati in casa nostra ad allenarci, potendo fare un lavoro che riteniamo determinante, dal poter analizzare dei video a utilizzare la palestra. Si sta cercando di dare un'impostazione molto più solida rispetto alla quotidianità, dando una mentalità, una cultura del lavoro, qualcosa di molto più complesso rispetto all'estemporaneità della giocata ad esempio di un singolo. La strada che intravedo è che c'è una grandissima professionalità, una strada tracciata dal presidente e abbracciata in pieno da tutti noi, mister compreso”.

Si va poi nel dettaglio di alcuni nomi: "Calvano era un giocatore svincolato, non era sotto contratto. Al di là della valutazione sul giocatore, un buon giocatore per la categoria con determinate caratteristiche. Nell'ottica però di un cambiamento, ciò che non ci siamo trovati a disposizione a livello contrattuale ci ha fatto guardare avanti e non indietro. Non c'è una regola per la scelta del capitano, sono cose di spogliatoio. All'inizio era Crimi, poi è diventato Sabbione, ma la squadra ha elementi di spessore e personalità come Ciofani o Furlan, a esempio. È una cosa che è stata sancita da un gruppo di ragazzi che stanno bene insieme, una scelta arrivata quasi casualmente e portata avanti in autonomia e senza alcuna criticità da una squadra che ha nel gruppo tanti elementi di personalità".

Tornando sul generale: "Le basi solide sono fatte di mentalità, di lavoro, iniziando con tanti volti nuovi e unendo le persone in un unico nucleo lavorativo. Oggi non mi interessa della partita di domenica, mi interessa che in spogliatoio si prosegua in un preciso percorso di lavoro. La nostra riflessione parte da una richiesta massimale nel quotidiano. Il lavoro è molto difficile e impegnativo, lo sviluppo è molto più profondo che preparare la partita successiva. Noi tutti viviamo, chi in maniera più nascosta chi più aperta, il desiderio di fare una grande partita. Dobbiamo essere bravi a resettare tutto e pensare al fatto positivo di esser potuti tornare a casa ad allenarci. Dal canto mio devo stare attento a tutti gli aspetti, alle facce, al salto di mentalità e alla crescita che vedo, con una serenità di fondo. Le difficoltà hanno portato a una grande unione nel gruppo, le problematiche ci sono ma queste vengono vissute con una voglia ancora maggiore, non come un peso. Il lavoro è anche rendere più leggere professionalità e richieste che il nostro mondo ci porta, tutto mentalmente deve essere un'opportunità, bisogna avere la mente libera e con la sostanza poi tutto arriva".

E aggiunge: "Abbiamo ottenuto in maniera più rapida un determinato aspetto, penso a esempio al livello caratteriale. Quello che abbiamo ottenuto fin qui è un grande patrimonio, l'unione nelle avversità non va disperso. Il passo in più è veder crescere uno sviluppo, qualcosa a cui tutti noi ambiamo. Questo però non dev'essere un freno. Liberiamo un po' la testa in questa fase, la squadra è unita e lotta pur avendo creato poco e con la consapevolezza di dover crescere su questo. In queste partite a ogni modo non c'è stato mezzo episodio a favore anche se non è una cosa che voglio sottolineare, facciamo in modo che col lavoro quotidiano i singoli episodi che incidono sull'esito di una partita girino a nostro favore. Viviamola con unione tutti quanti, la quotidianità è quella che ti rinforza, i margini sono clamorosi come clamorosa è la mole di lavoro. Non ho l'oracolo, batto fermamente sulle mie convinzioni, dettate anche dagli obiettivi del Presidente con il quale c'è un confronto continuo. È un lavoro molto impegnativo ma proprio avere l'ambizione di renderlo molto solido, ci fa rendere conto che questo percorso così difficile diventerà ancor più gratificante quando si raggiungeranno gli obiettivi".

Conclude: "Il mondo del calcio è un mondo nel quale vivo da tanti anni. A me piace guardare avanti, ma capisco e so che in tutte le situazioni ci sono pro e contro. Quello che mi viene in mente è la frase del presidente quando disse ai tifosi di essere ambiziosi. L'obiettivo del presidente e di chi come noi ci mette la faccia, è lasciare un segno nel tempo e dare soddisfazioni alla piazza, alla città, a una tifoseria che ama alla follia questa maglia e ci incita, attraverso un percorso di lavoro che è molto più profondo di quanto si possa vedere in superficie".


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