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AlbinoLeffe, Andreoletti e il rapporto con la Dea: "Prima c'era rispetto reciproco, ora no"

di Luca Bargellini

A pochi giorni dal primo derby bergamasco AlbinoLeffe-Atalanta U23 nel nuovo stadio di casa del club Blucelesti inaugurato nel 2021, Gianfranco Andreoletti, presidente della seconda società calcistica della città, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere di Bergamo in merito alla frattura nata con la proprietà della Dea in occasione dell'acquisizione da parte dei nerazzurri dello stadio 'Atleti Azzurri d'Italia', oggi rinominato 'Gewiss Stadium': "Diciamo che si sono interrotti i rapporti. Con la gestione Ruggeri il rapporto era collaborativo e di rispetto reciproco. Oggi non è più così. Mi ha rammaricato la scelta dell’Amministrazione di cedere lo stadio senza inserire una clausola di salvaguardia che ne permettesse l’utilizzo ai club professionistici bergamaschi. E noi giocavamo già lì. E in Comune non hanno neppure aperto la busta con la nostra offerta per l’acquisto dell’impianto".

L'imprenditore, poi, commenta le voci sulla possibile riduzione delle formazioni nel campionato di Serie C con la riforma FIGC: "Una sciocchezza solenne. Non si salva il calcio italiano riducendo i riferimenti di tanti territori. Da qui sono passati Belotti, Diamanti, Peluso, Marchetti, ragazzi che poi sono arrivati in Nazionale. Piuttosto oggi mancano i “formatori”: chi lavora nei vivai deve saper insegnare calcio. Vanno preparati".

Un pensiero finale arriva anche sul progetto seconde squadre: "Se ci sono posti liberi, perché no. Ma se un’Under 23 deve togliere il posto a una città che rappresenta tutto un tessuto sociale allora non ha senso. Significa forse fare l’interesse di quel club, ma non certo quello del calcio italiano".


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