.

Senza Mancosu e Coda dall'inizio non è lo stesso Lecce

di Dennis Magrì

Questo Lecce non può fare a meno di Marco Mancosu e Massimo Coda, rifinitore e bomber. Oggi contro il Pisa, considerati i numerosi impegni ravvicinati, Corini ha pensato di dare loro… il cambio. Inizialmente, a comporre il terzetto offensivo, Listkowski, Falco e Stepinski. Dei tre tenori che hanno incantato fin qui in Serie B, c’è solo il polacco del miglior tridente del campionato (17 gol). All’intervallo giallorossi sotto di due reti e subito gettati nella mischia a inizio ripresa gli altri due. Troppo tardi per rimettere in piedi una partita in cui il Lecce, con il passare dei minuti, ha perso la fiducia. La scossa non c’è stata e se c’è una cosa che probabilmente il tecnico non rifarebbe, se potesse tornare indietro, è quella di togliere entrambi i leader offensivi di una squadra diventata nelle ultime settimane un’incontenibile macchina da gol.

Ma il campanello d’allarme suona anche guardando la prestazione di chi è sceso in campo dal 1’. Se Listkowski, giovane, paga un feeling non ancora arrivato con il calcio italiano (ed è capibile…), preoccupa la scarsa vena realizzativa odierna di Stepinski e Falco: il primo quasi sempre anticipato, il secondo un po’ lento nello smistare il pallone. L’intesa Mancosu-Coda si è vista subito, con il capitano che più volte ha provato a duettare col centravanti: “Massi!”, “Massi!”, le esclamazioni del trequartista, quasi a voler cercare per forza il compagno, come se tra i due l’intesa fosse così forte da ribaltare lo 0-2. Poi il tris di Sibilli fa calare il sipario su una partita in cui il Lecce mai è sembrato poter far male agli avversari. E che si è scoperto fragile, senza i due punti di riferimento offensivi.


Altre notizie