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Giacchetta: "La malattia mi ha cambiato, quando si è atleti ci si sente super uomini"

di Tommaso Maschio

Nella serata di ieri il direttore sportivo della Cremonese Simone Giacchetta, in occasione della “Serata dei Cinquecento” organizzata al campus Santa Monica dell’Università Cattolica per il ventesimo anniversario della Onlus MEDeA, nata per raccogliere fondi a sostegno dei pazienti oncologici, ha parlato della sua esperienza con la malattia scoperta poco dopo aver appeso gli scarpini al chiodo: "Tre anni dopo aver chiuso una carriera di oltre vent’anni da calciatore senza gravi infortuni mi è stato diagnosticato un ospite indesiderato alla colonna vertebrale. Le aspettative non erano positive, anzi: in quel momento, la mia vita è cambiata. Quando si è atleti professionisti ci si sente super uomini, si viaggia su binari velocissimi e io invece all’improvviso mi sono ritrovato come dentro ad un film".

"La malattia sembra difficile da curare, ma è proprio in quei momenti che dentro di sé scatta qualcosa, da una parte la continua competizione che si vive da sportivi ha aiutato, dall’altra l’essere padre di due figli piccoli mi ha dato la possibilità di combattere ancora. - prosegue ancora Giacchetta - Ho avuto la fortuna di trovarmi nelle mani giuste e trovato la forza di dare per primo forza agli altri, la partita è durata tanto tempo, ma oggi sono qui e voglio dare la mia testimonianza perché credo che essere positivi e circondare il malato di gioia sia fondamentale per reagire a questo ospite indesiderato”.

Al termine del proprio intervento, il direttore Giacchetta ha offerto in dono la maglia grigiorossa del capitano Matteo Bianchetti e un pallone della Serie B autografato da tutti i giocatori della Cremonese. Gli oggetti sono stati messi all’asta e il ricavato sarà interamente devoluto all’associazione MEDeA.


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