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Dall'Hellas al Chievo, la strada per la Serie A di Aglietti passa sempre da Verona

di Claudia Marrone

Inizia il mese di marzo, ma per la Serie B questo non inizia con il turno infrasettimanale in programma domani, bensì con l'esonero di Michele Marcolini, che paga un momento non brillante di un Chievo Verona che, ricostruito in estate anche grazie al lavoro del tecnico, sembra non saper più guardare verso quella Serie A persa proprio lo scorso campionato.
Le battaglie legali, le incertezze sull'iscrizione, poi l'avvio della stagione, con Marcolini che molto spesso si è ritrovato a far di necessità virtù, e un Chievo che spesso si è però mostrato spento.

E si sa, in questi casi è sempre l'allenatore il primo a pagare. Al suo posto, per provare a centrare almeno quel secondo posto che dista nove punti, è stato chiamato Alfredo Aglietti. Che pare aver legato il suo destino alla Serie A con la città di Verona.
Il 2 maggio 2019, infatti, il mister venne chiamato (in sostituzione di Fabio Grosso) dall'Hellas Verona a guidare nell'intenso rush finale del torneo cadetto. Debutto infausto, il ko contro il Cittadella costa l'uscita dalla zona playoff, ma la giornata seguente è invece propizia la vittoria sul Foggia (che proprio dall'Hellas è condannato a quella retrocessione che anticiperà il fallimento): i gialloblù chiudono la regular season al sesto posto, e vincono poi gli spareggi contro il Cittadella. Serie A, si, ma i veronesi chiamano Ivan Juric alla guida dalla squadra.

Ieri nuovamente Verona, ma sponda Chievo. Nonostante una situazione simile a quella dell'Hellas. Il debutto contro il Cittadella, infatti, arrivò per Aglietti due giorni dopo l'essersi insediato sulla panchina gialloblù, stavolta dopo tre giorni, quindi senza una settimana "standard" di allenamento, e un'eventuale sconfitta, in caso poi di vittorie e/o pareggi di Empoli, Entella e Pescara vorrebbe dire momentaneo addio alla zona playoff.
Certo, se poi anche il finale fosse uguale...


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