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Da Bari a Palermo per tentare una nuova impresa. Mignani alla caccia della Serie A

di Tommaso Maschio

Alla fine il Palermo ha scelto Michele Mignani per concludere questa stagione. Dopo la sconfitta contro il Pisa per 4-3, coi toscani che hanno rimontato due volte da situazioni di svantaggio, infatti la posizione di Eugenio Corini, da tempo nel mirino della piazza, è andata a farsi sempre più critica con l’esonero arrivato nella giornata appena trascorsa.

Una scelta arrivata dopo un lunghissimo casting che ha visto accostati o contattati dalla società rosanero due ex campioni del mondo come Fabio Grosso e Gennaro Gattuso, entrambi reduci da un esonero in Francia (Lione per l’ex terzino, Marsiglia per l’ex centrocampista), che però hanno declinato la proposta non volendo subentrare a stagione in corso (anzi quasi terminata). L’altro nome caldo nelle ore successive alla disfatta in terra toscana è stato quello di Andrea Sottil che però, avendo allenato in Serie A, non può sfruttare la modifica del regolamento che permette a un allenatore esonerato prima del 20 dicembre di riaccasarsi nella stessa stagione sportiva. Regola che vale per Serie B e Serie C (come dimostrano i tanti da Lucarelli a Viali fino a Ballardini), ma non per chi ha iniziato la stagione sulla panchina della massima serie.

Hanno fatto seguito, fra rumors più o meno confermati, i nomi di Leonardo Semplici, Massimiliano Alvini, Moreno Longo e Marco Giampaolo senza però che si arrivasse a un punto di svolta come invece successo con il tecnico ex Bari.

Mignani ha così trovato l’accordo con il Bari per risolvere il suo contratto, in scadenza l’anno prossimo, per poi firmare un medesimo accordo con il Palermo che dunque – al netto di ribaltoni estivi – ha già trovato anche l’allenatore per la prossima stagione. Ora Mignani avrà a disposizione una manciata di mesi per ridare slancio alla squadra rosanero, conquistare il miglior posizionamento nei play off (con la promozione diretta che appare molto distante classifica alla mano) e magari riprendersi quanto perso negli ultimi secondi della finale dello scorso anno al San Nicola quando lui e tutta Bari accarezzarono a lungo il sogno promozione prima della doccia fredda firmata Pavoletti.


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