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Zola: "La Serie C sia la palestra dove poter sbagliare. L'Italia? Mi fido di Spalletti"

di Luca Bargellini
Fonte: Ivan Cardia

Nel corso della serata organizzata dalla Lega Pro presso la Triennale di Milano per la presentazione del suo nuovo logo, ha preso la parola Gianfranco Zola attuale vicepresidente della Serie C oltre che ex campione con le maglie di Napoli, Parma e Chelsea. "Ai miei tempi era una Serie C molto diversa - racconta a margine de 'La Notte della C' -. E anche il gioco era diverso. Al di la di queste differenze tecniche o tattiche era ed è una grande palestra per i talenti. Il nostro calcio ha bisogno di un palcoscenico come questo, dove ha la possibilità di sbagliare".

Da ex trequartista con quale attaccante le sarebbe piaciuto giocare?
"Ronaldo il brasiliano. Ho avuto la fortuna di giocare con Careca che per me è stato un 9 straordinario, ma anche Ronaldo non era male. Oggi invece dico che sarebbe stato interessante giocare con Benzema: per un rifinitore come ero io è l'ideale per come si muove e per come va in profondità".

Esiste ancora il ruolo del rifinitore?
"Esiste ma si deve vestire in maniera diversa. Adesso c'è sempre meno richiesta del giocatore che gioca dietro le punte, mentre serve l'esterno che si accentra. Le squadre oggi quello spazio lo occupano con una mezzala offensiva o un falso nove".

Da pochi giorni Carlo Ancelotti ha vinto la sua quinta Champions League. Colui che anni fa fu uno dei primi a mettere in discussione il ruolo del fantasista
"Bisogna dire che Ancelotti fece certe scelte agli inizi della sua carriera e da 'figlio calcistico' di Arrigo Sacchi seguiva quella linea. Poi, lui stesso lo ha confermato di recente, avesse l'occasione di tornare indietro ai tempi di Parma non avrebbe detto no a Baggio previlegiando le qualità del singolo anziché il modulo. È stato sincero e non ho dubbi che avrebbe aggiustato la squadra secondo le qualità dei giocatori".

A Coverciano sono tornati cinque grandi ex numeri 10 della Nazionale: quanto è importante ricordare il passato ai giovani calciatori di oggi?
"Il calcio cambia, con esigenze tattiche diverse. La creatività, però, rimane fondamentale. Spesso gare in equilibrio vengono stravolte dalle idee dei singoli. Queste erano le qualità principali dei numeri 10. Questa è una qualità che deve essere coltivata e incoraggiata".

In virtù di questa riflessione un elemento come Bonaventura avrebbe fatto comodo alla Nazionale di Spalletti?
"Questo è un terreno nel quale non voglio entrare... (ride, ndr). Spalletti ha dato la sua spiegazione, chiara e precisa. È stato lui a richiamarlo in azzurro e probabilmente gli costa non convocarlo. Vedo un ct con le idee chiare e con il background che ha penso meriti fiducia".

Cosa ne pensa della convocazione di Fagioli?
"Mi è sempre piaciuto. Si tratta di un giocatore che sa giocare, è intelligente. Sulla convocazione non metto in dubbio le scelte del ct, ma può dare un apporto importante"


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