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Vieri: "Lazio? Non so come abbiamo fatto a perdere lo scudetto". E poi parla di Madrid

di Tommaso Bonan

"Tornassi indietro giocherei fino a cinquant'anni, se fai il calciatore ami questo sport. Non c’è un mio ex compagno che non tornerebbe indietro a rifare tutto". Parla così Christian Vieri, nella lunga intervista a Radio Serie A tra calcio giocato e non solo. Tra le altre cose, l'ex attaccante si sofferma anche sull'esperienza all'Atletico Madrid: "Ho spinto io per essere ceduto, perché loro mi volevano in tutti i modi. È stata un’esperienza perfetta, da 10. In Spagna c’è il calcio più divertente d’Europa. Abitavo a Madrid, gli spagnoli sono persone spettacolari, avevo vinto la classifica cannonieri. Perché sono andato via? Non lo so. In Spagna si gioca per l’attacco, per lo spettacolo. È un calcio bello da giocare, ci si diverte. È stato un errore andare via".

Sulla Lazio:
"Avevamo una supersquadra. Non so come abbiamo fatto a perdere lo scudetto. Però abbiamo vinto la Coppa delle Coppe a Birmingham. È stato un anno incredibile nella città più bella del mondo, Roma. Avevamo una squadra fortissima, il mio idolo era Mancini. Era un grande gruppo. Racconto un aneddoto su Sven Eriksson: lui era sempre pacato, un giorno all’intervallo tornò nello spogliatoio arrabbiato e ci gridò: “cavoli ragazzi!”. Ci siamo messi tutti a ridere, perché era sempre di una pacatezza incredibile".


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