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TMW RADIO - Berruto: "Riaprite le palestre, non solo le scuole. Juve-Napoli: il Ministro si schieri"

di Dimitri Conti

Mauro Berruto, ex ct dell'Italia pallavolo e appassionato di fede Torino, è intervenuto nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Il meteorite dell'impatto economico è arrivato, ma soprattutto è in atto il più epocale degli sfratti sul movimento sportivo di base dal secondo Dopoguerra in poi. I dirigenti delle scuole non concedono le loro palestre alle società esterne, e questo sta mettendo in ginocchio la resilienza e la creatività di chi vive in quel mondo lì. Più il tempo passa e più certe società moriranno. Immaginarsi che sia un rubinetto con un pulsante da riaccendere in primavera non è realtà. Si parla di spazi di proprietà pubblica che vengono gestiti come se fossero privati: questo manda il meccanismo in cortocircuito. Ci eravamo augurati che certe palestre sarebbero diventate aule, ma non è così, e oggi sono vuote. "Io mi alleno in piazza" è un'iniziativa che spero diventi un atteggiamento virale, con ogni disciplina sportiva di ogni angolo del nostro paese, per costringere ad affrontare questo problema e non considerarlo di secondo piano. Oggi c'è un giustissimo e legittimo tentativo di tenere le scuole aperte ad ogni modo, ma non è lo stesso per le palestre. Se non si interviene, questa cosa la pagheremo in euro tra qualche anno, anche sui costi del Sistema Sanitario Nazionale. Il tema è di visione politica: se riteniamo opportuno far pagare il prezzo di questa vicenda alle generazioni successive, si vada avanti, ma se si prova ad immaginare cosa succederà tra massimo 10 anni non si può più stare fermi, ed è per questo che ad Asti, rispettando tutte le norme e concordando tutto con la Questura, farò un simbolico allenamento. Il paradosso è far diventare la rete delle associazioni sportive un focolaio di virtù, perché loro sono abituati al rispetto delle regole e all'attenzione sui dettagli".

Scuola e sport vengono messi in contrapposizione, non ritenuti complementari...
"Fa effetto e sorridere. Perché questo sia successo non lo so, ma dalla metà del Novecento c'è un'azione di rivincita di un pensiero filosofico-politico che vuole distinguere l'attività intellettuale da quella fisica, ritenendole due cose diverse. Per reazione si è arrivati ad elaborare una raffinatissima teoria, per cui la cultura del movimento è scissa dal resto, mentre è dimostrato che l'attività fisica migliori lo stile di vita e quindi permetta di risparmiare del denaro, tema cui la politica è sensibile. Nella mia Torino sono successe due cose: la prima, durante il contagio e i numeri folli, è che pallavolo e pallacanestro che si allenavano e giocavano insieme, venivano considerati ad un'indice di pericolosità talmente alti da sembrare due sport diversi, e la seconda che nei campus non c'è ancora posto per svolgere attività fisica. Non si può ritenere l'attività sportiva separata, e pure inferiore all'attività intellettuale: il messaggio che oggi si combatta per tenere aperte le scuole ma che a quasi nessuno importi delle palestre, è devastante. Anche nelle palestre si fa cultura ed apprendimento".

C'è anche il detto "con la cultura non si mangia" da sradicare...
"Cultura ha a che fare anche etimologicamente con la coltivazione, che serve poi per cibarsi. La cultura alimenta un grande movimento economico che poi si fonda sugli eventi stessi. Il diritto alla salute è stato messo fortemente a rischio nel nostro paese: la crisi del SSN è anche di risorse e disponibilità economiche per mantenere un diritto alla salute universalistico e assoluto. Per poterlo difendere così, lo sport è uno strumento privilegiato: in termini di prevenzione genera risparmio, ma non ne produce tanto quanto sull'immediato. Su cose come malattie cardio-vascolari, per esempio... Lo sport non solo è un diritto, ma un dovere, anche scientifico. Nel lockdown doveva fermarsi tutto, ma oggi non siamo in quella situazione. Difendiamo con verve le scuole aperte, giustamente, e la stessa la vorrei vedere anche per le palestre".

Che strascichi porta Juventus-Napoli?
"Io ho scritto "Giocate da soli" sui social l'altro giorno, e sono stato subissato di epiteti, ma era un messaggio trasversale. C'è una dissociazione tra la percezione del paese reale, e un meccanismo che bullizza, monopolizza ed inghiotte tutto il resto, polarizzando la discussione sul fatto se abbia ragione il Napoli o la Juventus, e così via. Vorrei sentire il Ministro dello Sport di questo paese prendere posizione rispetto a questa faccenda che è drammatica, catastrofica, e non sto scherzando. MIUR, il Ministero dello Sport, il Ministero della Salute, per quello che dicevo prima, dovrebbero riconoscere uno strumento legislativo che sblocchi questa situazione. C'è una comprensibile ed umana resistenza dei dirigenti scolastici, perché hanno la responsabilità penale sugli impianti, ma le palestre sono un bene pubblico e non c'è dubbio: non possono essere gestite come se l'affittuario fosse il proprietario. Bisogna scaricare la responsabilità dai dirigenti ed affidarla a chi detiene il bene, che sia Comune o Regione. Basterebbe neutralizzare un pezzetto di legge, ma solo perché siamo in una situazione emergenziale. Questo, concretamente, quanto andrebbe fatto".


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