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TMW - Paolo Cannavaro a Spadafora: “Il calcio riparta, in Italia è religione”

di Alessio Alaimo

“Sono a favore della ripresa, a patto che il nostro Paese possa prendere una boccata d’ossigeno. Se fossi ancora un calciatore di Serie A sarei favorevole alla ripresa, consapevole anche che ci possa essere qualche modifica come ad esempio giocare i playoff e i playout. Questo rimarrà per sempre nella storia come un campionato diverso, non si può pensare di finirlo normalmente. Meglio finire in modo diverso e poi riprendere il nuovo. L’azienda calcio funziona alla grande, il mondo del pallone fa star bene tante persone dal punto di vista lavorativo. Bisogna ripartire”. Così a TuttoMercatoWeb l’ex difensore di Napoli e Sassuolo, Paolo Cannavaro, oggi collaboratore tecnico del Guangzhou in Cina, intervistato per la rubrica “A tu per tu”. “Il Ministro dello Sport - continua Cannavaro - avrà una pressione psicologica molto forte. Però non deve dimenticare che il calcio in Italia è lo sport più seguito. Tante volte il calcio viene visto come un mondo di viziati, gente che guadagna tanto. Questa storiella l’ho sentita troppe volte. La verità è che il calcio in Italia è una religione, una fede, una passione che non toglierà mai nessuno. Se la maggior parte del paese ama parlare di calcio non è colpa di nessuno. Se in altri sport non ci sono altri privilegi è un’altra storia. Magari oggi c’è la pressione di altri settori. Il calcio è un motore che manda avanti l’Italia e deve avere il giusto peso. Capisco la pressione, ma il calcio è lo sport più seguito in Italia ed è giusto che sia in cima alle cose di cui occuparsi. Se quello più seguito fosse stato un altro sport, si sarebbe parlato dell’eventuale altra disciplina”.


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