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TMW - Mancini parla chiaro: "Bisogna dare più spazio ai giovani, serve un cambio di mentalità"

di Tommaso Bonan

"Come si è gestito il periodo post pandemico? Non è stato un momento semplice, dovevamo preparare partite importanti. Tutti i giorni facevamo dei test ma senza sapere se potevamo contare sui calciatori". Così Roberto Mancini, ct dell'Italia, dal palco del Salone d'Onore del CONI nel giorno della tavola rotonda con Gianmarco Pozzecco (Ct Nazionale Pallacanestro), Ferdinando De Giorgi (Ct Nazionale Pallavolo) e Alessandro Campagna (Ct Nazionale Pallanuoto): "Credo che gli atleti quando arrivano a un certo livello sono preparati a gestire certe situazioni. Da piccoli lasciano casa e iniziano a risolvere problemi, sono già "vaccinati". Si sono trovati pronti. Non è stato tutto così semplice, abbiamo avuto difficoltà come a fare la formazione a due giorni dalla gara e poi c’erano un paio di positivi".

Cambio generazionale? "Nel calcio è più difficile rispetto alla pallavolo, al basket o alla pallanuoto. In Italia dobbiamo cambiare la nostra mentalità e pensare che i ragazzi di 18-19 anni possano giocare a massimi livelli. Bisogna dargli fiducia. Bisogna dare loro la possibilità di fare errori e di essere chiamati dalle nazionali. L’U21, ad esempio, arriva a fine biennio che hanno giocatori di 23 anni e alcuni di loro non giovano in prima squadra, per noi così è faticoso cercare i talenti".


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