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TMW - Albertini: "Milan, il derby la gara della svolta. Pioli ha fatto il lavoro più difficile"

di Lorenzo Di Benedetto
Fonte: da Milano, Alessandro Rimi

Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan, presente all'evento It's Padel Time, ha parlato della corsa scudetto. Queste le sue parole raccolte da TMW: “Vivrò gli ultimi novanta minuti con serenità perché pensare di non vincere lo scudetto sarebbe un peccato. Il Milan ha tutto nelle sue mani con due risultati su tre. Ci sono tutti gli ingredienti per iniziare la partita di Sassuolo con tranquillità. Partita della svolta? Il derby di ritorno, la sintesi della stagione. L’Inter aveva in mano tutto, ma il Milan ci ha creduto portando a casa il risultato nel finale. Scenario che ha generato dubbi nell’Inter, aumentando l’autostima rossonera. Il calcio è lo sport più imprevedibile che ci sia in quanto meno ripetitivo. Maldini e Pioli? L’ho detto sempre, giudicare il lavoro di un dirigente o di un allenatore, al di là del risultato, è la cosa più difficile. Ho elogiato la crescita di Paolo nella gestione perché l’esperienza non si può comprare, ha messo tutte le sue qualità a disposizione della società che ama. Pioli invece fa il lavoro più difficile perché gestire 25-30 giocatori non è mai semplice. Ha valorizzato i singoli nonostante le polemiche durante la pandemia. Si è giocato la riconferma e sono contento che le cose siano andate per il meglio. Essere al Milan non è un punto di arrivo, ma di partenza e questo, sia Maldini che Pioli, lo hanno trasmesso ai giocatori. Tonali titolare nell’Italia? Bisogna meritarsi tutto sul campo perché lo sport è meritocrazia. L’anno scorso l’ho difeso evidenziando un po’ troppa timidezza, ma quest’anno non è stato per niente timido e lo ha dimostrato. Giocare con la Nazionale è il frutto del lavoro che si fa nel club. Differenza tra questo Milan e quello del 1999? Quello attuale è ad inizio ciclo, mentre nel 1999 eravamo più maturi. Non arrivavamo da anni meravigliosi, ma avevamo già vinto tanto e quindi sapevamo come gestire quello che sono i momenti difficili. La gestione delle partite finali, quando nessuno ti accredita per lo scudetto, è la similitudine fra il 1999 ed oggi. La cosa che ci accomuna è che noi andammo a giocare a Perugia, mentre quest’anno l’ultima sarà a Reggio Emilia con la consapevolezza di guardare solo a se stessi senza aver bisogno di sentire la radiolina per vedere cosa accade altrove. Il futuro di Ibrahimovic? Da fuori diventa difficile dare dei giudizi, ma credo che dipenderà da lui. Va capito quanto il Milan voglia ancora investire su Zlatan. Penso che se vorrà continuare a giocare, è giusto che lo faccia perché è la cosa più bella al mondo”.


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