.

Sarri e i sei minuti di "blackout totale". Non è una novità: per la Juve è storia vecchia

di Ivan Cardia

"Blackout totale". Così Maurizio Sarri ha descritto ieri sera i sei minuti che sono costati alla sua Juventus la sconfitta conto il Milan. Per la Vecchia Signora non è certo una novità in questa stagione: torna alla memoria, su tutti, il 3-1 patito all'Olimpico contro la Lazio a dicembre. Ma anche contro Atlético Madrid e Verona, per fare altri due esempi, la rimonta è stato il vero cruccio della Juve.

È storia vecchia. Al di là delle diatribe quasi filosofiche tra giochisti e risultatisti, è questa una tara che la squadra campione d'Italia si porta dietro da tempo. E non si può certo imputare a Sarri. Un caso su tutti? Nella scorsa stagione, il secondo tempo contro l'Ajax. Quello che portò Allegri fuori dalla Champions League e infine dalla Continassa. E che fece sbottare Cristiano Ronaldo, con un gesto piuttosto eloquente, nei confronti dei suoi compagni. La stessa impresa contro l'Atlético, con ottime probabilità la miglior partita di cui un tifoso bianconero abbia memoria nella storia recente, ha come presupposto altri sei minuti: quelli di Madrid, in cui all'andata Gimenez e Godin costrinsero la Juve a inseguire una vera e propria impresa. Riuscita, perché poi la resilienza rimane un'altra prerogativa di Madama. Come del resto i passaggi a vuoto. Non è stato il primo, Sarri cerca la ricetta perché sia l'ultimo.


Altre notizie