.

Roma, metodo Fonseca: ritmo, comunicazione e ritiro bunker

di Dario Marchetti

Quarto giorno di ritiro a Trigoria e la Roma sta iniziando a conoscere Paulo Fonseca e il suo staff composto dal vice Nuno Campos, il tattico Tiago Leal, i preparatori atletici Nuno Romano e Pedro Moreira e il coach managing assistant Vitaliy Khlivnyuk. Le prime impressioni sono positive, alcuni giocatori sarebbero stati particolarmente colpiti dalle idee e dal metodo di lavoro del portoghese. “Tra tre anni sarà al Real” sarebbe stato il commento di un calciatore durante l’allenamento di martedì, lo stesso che ha visto Fonseca arrabbiarsi e andare faccia a faccia con Leal.
METODO - L’ex Shakhtar è anche questo. Non ha paura del dibattito, anche duro se necessario. E poco importa se di fronte ci sia un componente dello staff o un suo giocatore. La comunicazione è fondamentale e nella preparazione estiva sarà uno dei capisaldi del nuovo tecnico giallorosso. Il discorso di inizio ritiro lo ha fatto in italiano, mentre le sedute le dirige a metà tra l’inglese e il portoghese in base al calciatore con il quale deve parlare. Vicino a lui c’è sempre il traduttore della società, ma in poco tempo conta di poterne fare a meno. Rispetto al passato cambiano anche i metodi di allenamento. Trigoria, per il momento, è stata trasformata in un bunker. Nessun allenamento aperto ai tifosi e la prima settimana i Florenzi e compagni alloggeranno nel centro sportivo. Le sedute, invece, sono particolarmente stancanti e quasi sempre doppie. Fonseca inserisce sempre almeno un’ora di fase atletica ad allenamento. Il ritmo poi è fondamentale. Deve essere sempre alto e per far sì che ciò avvenga, ogni suo collaboratore si dedica a un gruppo di calciatori incitandoli continuamente. Per ora niente tecnologia con droni alla Sarri per studiare i movimenti della difesa, ma una preparazione più classica. L’obiettivo è chiaro: non ripetere gli errori della scorsa stagione che hanno portato a circa 50 infortuni muscolari.


Altre notizie