.

Roma, gli stipendi di Smalling e Abraham sono un problema. Difficile trovargli sistemazione

di Andrea Losapio

"A me piacerebbe restare". Le parole di due settimane fa di Chris Smalling sono la cartina tornasole di una situazione complicata in casa Roma. Perché percepisce circa 3,8 milioni di euro, di fatto non è un titolare ed è a dodici mesi dalla scadenza. Nella scorsa stagione è rimasto fermo per larga parte - attirando su di sé gli strali di José Mourinho - e ha giocato solamente otto partite in campionato e quattro in Europa League, anche se nel momento migliore come quarti e semifinali di EL. Invece in campionato è stato titolare solamente quattro volte, di cui solamente una da settembre in poi. Segno che Smalling non è considerato come un possibile titolare da De Rossi.

Poi c'è Abraham. Per lui qualche sirena c'è, ma l'anno scorso è stato pessimo anche per lui. E ha uno stipendio ancora più alto rispetto al suo connazionale, perché percepisce 4,5 milioni di euro netti a stagione, più 1,5 di bonus facili. Di fatto si può parlare che siano 6 all'anno che, almeno, può usufruire del Decreto Crescita. Situazione che non c'è più per i prossimi contratti, quindi è anche difficile che un club italiano possa puntare su di lui per quanto guadagna.

Dunque sono due belle gatte da pelare per Ghisolfi. Non è facile trovare sistemazione a chi ha stipendio fuori dall'ordinario del calcio italiano. Certo, Inter, Milan o Juventus non avrebbero problema a corrispondergli quell'ingaggio, ma arrivare da una stagione ai limiti del disastroso non invoglia nessuno a puntarci.


Altre notizie