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Rocchi: "Gli arbitri devono cambiare la comunicazione verso l'esterno"

di Pietro Lazzerini

Gianluca Rocchi, ex arbitro internazionale e ora dirigente dell'AIA e della FIGC, ha parlato al sito ufficiale del Genoa dopo aver fatto visita al club e ai giocatori: "E' un servizio che stiamo offrendo ai club che non è obbligatorio ma che fortunatamente quasi tutti ci stanno richiedendo. L'intenzione è trasferire le linee di intervento e l'applicazione degli arbitri ai giocatori e ricevere feedback importanti su alcuni episodi su cui potremmo cambiare idea".

Gli stadi vuoti hanno cambiato il modo di arbitrare?
"E' un calcio diverso che a me come a tanti piace molto meno. So che anche per gli arbitri manca qualcosa negli stadi senza pubblico. Può essere anche più difficile perché tutto ciò che viene detto, l'arbitro lo sente. Cerchiamo di curare questo aspetto e chiediamo alle squadre anche di limitarsi per evitare tante espulsioni o allontanamenti".

Ascoltare gli interventi degli arbitri nel corso della partita però ha cambiato anche la visione degli arbitri stessi?
"Il fatto di poter aprire più possibile l'arbitro al mondo esterno partendo dalle squadre e poi al pubblico, è un'idea che sposo in pieno. L'arbitro è diverso da come è stato descritto negli anni. Noi arbitri dobbiamo cambiare il modo di comunicare verso l'esterno".

Lei ha diretto la partita tra Genoa e Napoli in Serie B che sancì il ritorno di entrambi i club nella massima serie, se la ricorda?
"Lo stadio era pieno come non ho mai visto anche successivamente. Fu una giornata particolare e molto bella. Da partecipante, vedere quella gioia di entrambi i club è stato un momento difficile da dimenticare e sicuramente uno dei momenti più belli della mia carriera".


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