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Perché a Roma è finita così, secondo Mourinho. Si torna alla finale di Europa League

di Dimitri Conti

La notizia è divampata stamani: la Roma ha esonerato Jose Mourinho dopo due anni e mezzo sulla sua panchina, il successore almeno fino a giugno sarà Daniele De Rossi, già autore di grandi pagine giallorosse quando giocava e che proverà a fare il bis anche da allenatore. Una stagione da 13 vittorie, 6 pareggi e 9 sconfitte nelle varie competizioni per lo Special One a Roma, lascia la squadra al 9° posto della classifica a 28 punti, una posizione lontana da quelle dei sogni ma con la possibilità di qualificarsi alla prossima Champions League distante comunque solo cinque lunghezze.

Un'annata, quella attuale, non del tutto disastrosa ma iniziata comunque con il piede sbagliato e nella visione del tecnico di Setubal, espressa in più di una circostanza, la mancata svolta attuale risiede soprattutto in un momento della passata annata. Ci riferiamo alla finale di Europa League persa contro il Siviglia, un match che passerà alla storia (anche) per le infelici chiamate arbitrali dell'inglese Taylor e che - dice convinto lo Special One - ha influito pesantemente anche sulle vicende della squadra capitolina in questa.

Niente qualificazione in Champions League e conseguenti entrate che, per esempio, hanno costretto a cedere in fretta e furia Ibanez quest'estate, oltre a dover rinunciare ad alcuni giovani talenti molto promettenti (si vedano Volpato e Missori girati al Sassuolo) e hanno impedito al general manager Pinto di avere la liquidità necessaria per soddisfare le (mai morigerate, a dire il vero) richieste del suo allenatore. Il finale della storia, poi, è cosa nota.


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